Antonio Cafiero: differenze tra le versioni

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Nato da una coppia di emigranti [[italiani]] originari del comune di [[Piano di Sorrento]]<ref>[https://telestreetarcobaleno.tv/antonio-cafiero-il-quasi-presidente-argentino-carottese/ TeleStreet Arcobaleno - ''ANTONIO CAFIERO IL “QUASI PRESIDENTE” ARGENTINO-CAROTTESE'']</ref>, Cafiero aderì in adolescenza all'[[Azione Cattolica]]. Una volta entrato all'[[Università di Buenos Aires]] divenne presidente dell'associazione degli studenti. Si laureò in contabilità nel [[1944]]. Il 17 ottobre dell'anno successivo, durante le manifestazioni in sostegno a [[Juan Perón]], Cafiero si avvicinò al movimento peronista diventandone in poco tempo un convinto militante. Completò il suo percorso di studi nel [[1948]] conseguendo un dottorato in [[economia]].
 
Vista la sua giovane età fu nominato dapprima consigliere finanziario per l'ambasciata argentina negli [[Stati Uniti d'America]] e, nel [[1951]], direttore del dipartimento socioeconomico del ministero degli Esteri. Nel [[1952]], durante il secondo mandato di Perón, Cafiero fu nominato ministro per il commercio estero, incarico che ricoprì sino all'aprile [[1955]]<ref name="historia política">[https://www.infobae.com/sociedad/2019/12/21/la-dinastia-politica-de-los-cafiero-catolicismo-y-militancia-peronista-en-tres-generaciones/ Infobae - ''La historia política de los Cafiero: catolicismo y militancia peronista en tres generaciones'']</ref>. In seguito al golpe passato alla storia come [[Rivoluzione Liberatrice]] fu imprigionato per circa un anno ede in seguitopoi fu costretto ad auto-esiliarsi.
 
Nel [[1962]], nominato dapprima Segretario Politico degli Consiglio Supervisore ed inseguitoin seguito Coordinatore del Movimento Nazionale Giustizialista, Cafiero conseguì il primo incarico di rilievo all'interno del peronismo in un periodo nel quale il Partito Giustizialista era stato sciolto per volontà dei militari.
 
Durante l'ultimo mandato di Perón Cafiero fu nominato Segretario del Commercio. Nel successivo mandato di [[Isabelita Perón]] ricoprì dapprima l'incarico di commissario federale nella [[provincia di Mendoza]], successivamente di ministro dell'Economia ed infine ambasciatore presso la [[Santa Sede]]. In seguito al golpe del marzo [[1976]] che portò al potere [[Processo di Riorganizzazione Nazionale|la giunta militare]] guidata dal [[tenente generale]] [[Jorge Rafael Videla]] Cafiero fu costretto alle dimissioni.
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Fu candidato alle primarie del Partito Giustizialista in vista delle [[Elezioni presidenziali in Argentina del 1989|presidenziali del 1989]] venendo però sconfitto dal tandem Carlos Menem-[[Eduardo Duhalde]]. Una volta scaduto il mandato di presidente della provincia di Buenos Aires, fu nominato ambasciatore argentino in [[Cile]]. Nel [[1992]] Cafiero ottenne un seggio al Senato, ricoprendo l'incarico sino al [[2001]].
 
Ha partecipato alla convenzione che ha negoziato l'emendamento alla Costituzione argentina del 1994 che ha permesso la rielezione di Menem. La nuova carta costituzionale includeva l'articolo 129, che garantiva a Buenos Aires una maggiore autogoverno. L'''Indentente'' (sindaco nominato) fu così sostituito da un Capo del Governo (sindaco eletto) e il consiglio comunale dalla Legislatura della città di Buenos Aires. Poco prima delle prime elezioni comunali portegne del 30 giugno [[1996]] Cafiero riuscì a limitare l'autonomia della città emanando la legge nazionale 24.588 che riservava al governo nazionale il controllo della Polizia Federale Argentina, del [[porto di Buenos Aires]] e di altre istituzioni. La controversa legge, conosciuta in seguito come ''Legge Cafiero'' è stata firmata nel 1996 dal presidente Menem ed è rimasta un punto dolente nei rapporti tra i presidenti successivi, la maggior parte dei quali peronisti, e i sindaci di Buenos Aires, nessuno invece dei quali è stato un peronista.
 
Durante la presidenza interina di [[Eduardo Camaño]] Cafiero fu nominato Capo di Gabinetto. TerminataTerminato quest'ultimo incarico Cafiero tornò a ricoprire lo scranno al Senato sino al dicembre [[2005]].
 
Dal 2005 fino alla sua morte nel [[2014]] Cafiero fu presidente della Conferenza Permanente dei Partiti Politici dell'America Latina.