Palazzetto Venezia: differenze tra le versioni
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[[File:Parker, John Henry - Piazza Venezia (Zeno Fotografie).jpg|thumb|Il Palazzetto nella sua collocazione originaria, in una foto di piazza Venezia di fine Ottocento.]]
Nei piani urbanistici di fine [[XIX secolo|Ottocento]] per Roma, divenuta nel frattempo Capitale, fu prevista la valorizzazione scenografica del [[Vittoriano]] in via di costruzione, che si volle visibile da [[Via del Corso (Roma)|via del Corso]];<ref Name=Pietra44 /> a farne le spese fu il Palazzetto che, divenuto nel frattempo noto come "''Palazzetto Venezia''",<ref>Dai progetti di dell'architetto [[Giuseppe Sacconi]] su {{cita|Maria Giulia Barberini|pp. 47|Pietra}}</ref> insieme ad altre costruzioni situate a piazza Venezia e nell'area limitrofa, fu abbattuto. A nulla valsero le proteste sollevate
Due anni dopo, nel 1888, furono abbattute tutte le abitazioni di piazza San Marco e del circondario. Il Palazzetto ebbe sorte diversa: per lungaggini burocratiche legate ai vari progetti di ricostruzione e anche a causa delle rimostranze del governo austriaco, proprietario dell'immobile, l'abbattimento subì un arresto fino al 1909, quando si diede avvio alla sua distruzione; erano stati appena demoliti con pochi riguardi i primi tre lati quando, grazie all'interessamento della stampa, l'opinione pubblica e il mondo culturale romano riavviarono le proteste. La soluzione, giunta con molto ritardo nel settembre del 1910, fu quella di ricostruire il Palazzetto traslandolo di alcune centinaia di metri, addossandolo alla [[Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio|cattedrale di San Marco]].<ref>{{cita|Maria Giulia Barberini|pp. 47-50|Pietra}}.</ref>
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