Flaminio Lolli: differenze tra le versioni

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https://books.google.it/books?id=swssAAAAYAAJ&pg=PA729}}</ref> Mentre nelle altre città degli Stati Estensi le rivolte furono schiacciate in pochi giorni, il tricolore italiano rimase esposto sul municipio della Mirandola per oltre un meae, fino a quando il 7 marzo il duca [[Francesco IV d'Este]] al comando insieme al tenente generale Geppert di un esercito di 6.000 soldati austriaci costrinse alla resa i 300 rivoluzionari modenesi che cercarono di fermarli a Novi di Modena.<ref>{{cita web|autore=Ubaldo Chiarotti|titolo=Mirandola – Il Tricolore e l'Indipendenza Italiana – Mirandola prima città d’Italia a proclamare l'Indipendenza?|sito=Al Barnardon|data=2022-02-03|url=https://www.albarnardon.it/36551-2/}}</ref> Lolli fu così costretto a fuggire in esilio: si imbarcò ad Ancona per raggiungere gli [[Stati Uniti delle Isole Ionie]], dove per 17 anni soggiornò a [[Corfù]] e brevemente a [[Cerigo]]. Contumace, il 6 giugno 1837 fu condannato a morte per impiccagione dalla Commissione Stataria di Modena.<ref>{{cita web|titolo=Personaggi mirandolesi – Flaminio Lolli|sito=Al Barnardon|data=2015-03-19|url=https://www.albarnardon.it/personaggi-mirandolesi-flaminio-lolli/}}</ref>
 
Sull'isola greca fu professore di lingua italiano nelle scuole secondarie<ref>{{cita libro|titolo=Kerkyra|autore=Luigi C. Ippaviz|anno=1893|città=Roma|url=https://books.google.it/books?id=KJT8jk6_kTEC&pg=PA50}}</ref> e si dedicò allo studio delle lettere, influenzando molto la vita culturale degli intellettuali greci,<ref>{{cita web|titolo=ΔΥΟ ΑΓΝΩΣΤΑ ΠΟΡΤΡΕΤΑ ΤΟΥ ΠΟΙΗΤΗ ΦΛΑΜΙΝΙΟ ΛΟΛΛΙ (FLAMINIO LOLLI)|sito=ΕΞΑΛΑΠΑΞΑΣ|lingua=el|data=2912-01-22|url=http://exalapaxas.blogspot.com/2012/01/blog-post.html?m=1}}</ref> tra cui [[Andreas Kalvos]], [[Ermanno Lunzi]], [[Pavlos Prosalendis]], Dimitrios Arliotis e in particolare [[Dionysios Solomos]], uno dei massimi poeti greci, che ospitò nella sua casa e poi a cui affittò una sua casa vicina, che oggi è stata trasformata nel museo dedicato a Solomos.<ref>{{cita web|titolo=Δρ.Νικ.Κουρκουμέλη: Οι πρόσφυγες στην Κέρκυρα Ιταλοί λόγιοι και το μουσικό θέατρο των Επτανησίων.|sito=Museo di Corfù|lingua=el|url=http://corfu-museum.gr/index.php/el/211-2014-10-20-13-16-21}}</ref> Solomos era solito dire che «l'ingegno del Lolli lo spaventava».<ref>{{cita |Ceretti|p. 13}}</ref> Lolli fu anche un punto di riferimento anche per i tanti esuli e letterati italiani giunti sull'isola greca, tra cui il poeta [[Paolo Costa (poeta)|Paolo Costa]]. Il 17 luglio 1834 gli venne concessa dal Parlamento la cittadinanza dell'Unione ionica, e inseguitoin seguito abilitato alle funzioni di avvocato.<ref>{{cita |Ceretti|pp. 13-14}}</ref> Dal 1840 a 1844 fu sull'isola di [[Cerigo]] quale pubblico professore di Lettere italiane e di Storia universale. Nel 1844 ritornò a Corfù, dove stette per due anni infermo per dolori alla vescica. Lolli scrisse numerosi articoli per la Gazzetta degli Stati Uniti delle Isole Jonie, collaborò all'Album Jonio con Severiano Fogazzi e pubblicò indipendentemente poesie, prose e traduzioni. Tra le sue poesie si segnalano quella sulla morte della giovane Emilia Rodostamou, la cui casa confinava con la sua (e quella di Solomos, autore anche del celebre sonetto ''Sulla morte di Emilia Rodostamou''<ref>Εις τον θάνατον της Αιμιλίας Ροδόσταμο</ref>) e quella dedicata allo scultore Pavlos Prosalendis.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Βροκίνη Λ., Εργα|titolo=Βιογραφικά Σχεδάρια τχ Α-Β|altri=prefazione di Κ . Δαφνή|pubblicazione=Κερκυραϊκά Χρονικά|numero=15|anno=1972|pp=139, 239-244}}</ref> Il suo coinvolgimento nella [[massoneria]] di Corfù è rivelato sia nella Loggia simbolica ''La Fenice, Le Phénix'' che nel suo ''Peristilio Supremo''.<ref>{{cita libro|autore=Καλογερόπουλος Ε. Σ.|titolo=Ο Σκωτικός Τύπος στην Κέρκυρα|opera=Υπέρτατο Περιστύλιο Φοίνιξ υπ αρ 1Α Κοιλ… Ερμόνων Αν… Κερκύρας Επετειακό Λεύκωμα 125 ετών 1883-2008|città=Corfù|anno=2008|p=20}}</ref>
 
Durante i [[moti del 1848]], Lolli decise di rientrare in Patria per unirsi alla cosiddetta Primavera dei popoli. Giunse a Modena e poi a Mirandola il 19 luglio, accolto a festa dai concittadini ed ospitato dal suocero Pietro Giglioli.<ref>{{cita|Ceretti|p. 14}}</ref> Tuttavia, dopo appena cinque giorni, l'esercito austriaco riconquistò la Mirandola, cosicché Lolli fu di nuovo costretto a scappare verso Bologna, trovando poi rifugio a Firenze;<ref>{{cita|Ceretti|p. 15}}</ref> lì si adoperò affinché la Toscana fosse annessa alla [[Repubblica Romana]] nel 1849: nei moti di piazza la sua autorità fu assai proficua e impedì agli insorti di vandalizzare gli antichissimi monumenti di Firenze. A seguito dell'invasione austriaca di Firenze, Lolli fu tra i pochi esclusi dalla grande amnistia concessa dal granduca [[Leopoldo II di Toscana]], motivo per cui decise di imbarcarsi per la [[Corsica]] nel marzo 1849, persuaso da [[Antonio Mordini]].<ref>{{cita pubblicazione|autore=Alfonso Morselli|titolo=Patriotti modenesi esuli in Corsica|opera=Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi|città=Modena|editore=Aedes muratoriana|anno=1948|p=192|url=https://books.google.it/books?id=89QNAQAAIAAJ&pg=RA20-PA192}}</ref> Anche lì, come già avvenuto durante il lungo esilio in Grecia, l'influenza di Lolli fu molto importante all'epoca per gli intellettuali dell'isola e i tanti esuli italiani.<ref>{{cita web|titolo=Da Modena a Bastia il ritratto miniatura di Flaminio Lolli|sito=Comune di Modena|data=2018-07-0|url=https://www.comune.modena.it/salastampa/archivio-comunicati-stampa/2018/7/da-modena-a-bastia-il-ritratto-miniatura-di-flaminio-lolli}}</ref> Pur vivendo in estreme ristrettezze economiche, scrisse vari testi tra cui ''Lucrezia Corsa'', ''Rodolfo'', ''Maria di Oletta'' e nel 1850 pubblicò a Bastia le ''Sei azioni eroiche tolte dalla storia di Corsica e ridotte in sei canti popolari'' per celebrare gli eroi delle lotte dei corsi contro gli invasori. Incaricato dalla Repubblica Romana, di cui fu poi nominato console da Francesco Maria Nicolao Santelli, prestò assistenza e soccorso ai tanti profughi italiani sbarcati in Corsica.<ref>{{cita pubblicazione|autore=E. Michel|titolo=Esuli e cospiratori italiani in Corsica|pubblicazione=Archivio storico di Corsica|anno=1925|p=409|url=https://books.google.it/books?id=Q5GD6Wfv_p0C&pg=PA409}}</ref>