Ludovico il Moro: differenze tra le versioni

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→‎Il dolore del Moro: secondo le linee guida di Wikipedia mi risulta che all'inizio delle voci e prima dell'incipit possa essere inserita una breve citazione di non più di tre righe, che sia caratteristica del personaggio. Quindi perché rimuoverla e spostarla in una posizione in cui interrompe il flusso del discorso, specie se c'è già una seconda versione con traduzione parzialmente diversa a pochi paragrafi di distanza?
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{{Citazione|Triste diventa in fine ogni cosa che fu giudicata dai mortali felice|Parole di Ludovico sulla [[Morte di Beatrice d'Este|morte della moglie]].<ref group="A">''Atra in fine suo fiunt omnia quae intra mortales felicitatem habuisse videntur''. ({{Cita libro|autore=Antonio Monti|autore2=Paolo Arrigoni|titolo=La vita nel Castello Sforzesco attraverso i tempi|anno=1931|editore=Antonio Cordani S. A.|p=131}})</ref>}}{{Monarca
{{Monarca
|nome = Ludovico Maria Sforza
|immagine = Pala Sforzesca - detail 01.jpg
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==== Il dolore del Moro ====
{{Vedi anche|Morte di Beatrice d'Este}}
{{Citazione|Triste diventa in fine ogni cosa che fu giudicata dai mortali felice|Parole di Ludovico sulla [[Morte di Beatrice d'Este|morte della moglie]].<ref group="A">''Atra in fine suo fiunt omnia quae intra mortales felicitatem habuisse videntur''. ({{Cita libro|autore=Antonio Monti|autore2=Paolo Arrigoni|titolo=La vita nel Castello Sforzesco attraverso i tempi|anno=1931|editore=Antonio Cordani S. A.|p=131}})</ref>}}
 
Ludovico impazzì dal dolore,<ref name=":22">{{Cita libro|autore=Luciano Chiappini|titolo=Gli Estensi|anno=1967|editore=Dall'Oglio|pp=172-173}}</ref> né mai più si riprese dalla morte della moglie, la quale era stata sino ad allora la sua forza e il suo sostegno nel governo dello Stato.<ref group="A">"Cecilia Gallerani e Lucrezia Crivelli soddisfacevano a Lodovico le aspirazioni del cuore e dei sensi, Beatrice era sprone alla sua ambizione. Egli lo sentiva. Quindi la morte della Duchessa fu certo causa in lui di profondo e sincero pianto. Tale infausto avvenimento segnò per il Moro il principio di una serie di sventure che sembrarono realizzare i tristi presentimenti di lui e che lo accasciarono, come non avrebbe certamente fatto se esso avesse avuto a fianco la nobile e fiera Consorte" ({{Cita|Uzielli|p. 36}});
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{{Citazione|E di vero la morte di Beatrice, la superba ed intelligente ferrarese, fu una grave sciagura per Ludovico il Moro. Essa era l'anima d'ogni sua impresa, era la vera regina del suo cuore e della sua corte [...]. Se il duca di Bari [...] riuscì a rappresentare sul teatro d'Europa una scena d'assai superiore, come fu osservato, alla condizione sua, lo si deve in gran parte a questa donna, vana femminilmente, se si vuole, e crudele, specie con la duchessa Isabella, ma di carattere risoluto e tenace, d'ingegno pronto, d'animo aperto a tutte le seduzioni del lusso e a tutte le attrattive dell'arte. Quando essa [...] venne meno [...] fu come una grande bufera che venne a sconvolgere l'animo di Ludovico. Né da essa ei si rimise più mai; quella morte fu il principio delle sue sciagure. Tetri presentimenti gli traversavano la mente; parevagli d'essere rimasto solo in un gran mare in tempesta e inclinava, pauroso, all'[[ascetismo]]. [...] il fantasma della sua bella e povera morta gli stava sempre dinanzi allo spirito.|[[Rodolfo Renier]], Gaspare Visconti<ref name="GV" />}}Numerosi sono gli storici e i cronisti che, commossi e sbigottiti, annotano le manifestazioni di incredibile dolore che il Moro fece per questa disgrazia. Fra gli altri, il [[Marin Sanudo il Giovane|Sanudo]] scrive che "la qual morte el ducha non poteva tolerar per il grande amor li portava, et diceva non si voller più curar né de figlioli, né di stato, né di cossa mondana, et apena voleva viver [...] Et d’indi esso ducha comenzoe [cominciò] a sentir de gran affanni, che prima sempre era vixo [vissuto] felice".<ref name=":7" /><ref name=":16">{{Cita|Sanudo, Diarii|p. 457}}.</ref> L'anonimo ferrarese riferisce addirittura che Ludovico, durante il funerale, volle risposare la defunta come se fosse viva, a conferma delle promesse nuziali, atto che, se vero, sarebbe forse senza precedenti.<ref name=":7" /><ref>{{Cita|Anonimo ferrarese|p. 196}}.</ref> Indubbio è d'altronde che Ludovico continuasse a considerarsi ancora sposato con la moglie, e che da ciò derivasse il suo ostinato rifiuto di seconde nozze, tanto da adirarsi se qualcuno per il suo bene osava proporgliele. Quando comprese che tramavano di fargli sposare [[Chiara Gonzaga]], le negò persino il transito per Milano.<ref>Miscellanea di storia italiana, Vol. 34-35, p. 440; Archivio storico italiano, Deputazione toscana di storia patria, 1842, p. 109.</ref>
 
 
==== Apoteosi della moglie ====