Santa Rosalia: differenze tra le versioni
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Poiché la memoria della Santa palermitana nel XVII secolo lasciava ancora qualche residuo nelle litànie (si narra infatti che, durante una delle processioni che invocavano i vari santi per liberare la città dal contagio, due diaconi pronunciassero il nome di Santa Rosalia contemporaneamente, segno che fece riaffiorare l'interesse in città per il suo culto "sòpito"), la riscoperta del suo corpo glorioso sul Monte Pellegrino incastonato in un involucro di roccia cristallina (che poco dopo si scoprì essere [[calcarenite]]) e la successiva rivelazione al cardinale Doria del racconto del Bonelli con conseguente liberazione della città dall'epidemia, ne sancì il definitivo e popolare patrocinio, ratificato a [[Roma]] sotto il pontificato di [[Papa Urbano VIII]].
[[File:Santa Rosal%C3%ADa de Palermo en gloria (Novelli).jpg|thumb|upright|[[Pietro Novelli]], ''Santa Rosalia in gloria'']]
Il culto è ancora oggi particolarmente vivo a [[Palermo]], dove ogni anno,
[[File:La colomba ferita, opera sacra di Santa Rosalia.jpg|thumb|left|upright|Lo spettacolo teatrale ''La colomba ferita'', tenutosi in occasione del [[Festa di santa Rosalia|festino]] del luglio 1994]]
Il 4 settembre, invece, la tradizionale ''acchianata'' ('salita' in [[lingua siciliana]]) a [[Monte Pellegrino]] conduce i devoti al Santuario in circa un'ora di scalata a piedi. Nella [[città metropolitana di Palermo]] il culto è presente a [[Campofelice di Roccella]], in quanto importato dal principe palermitano fondatore dell'abitato attuale nel 1699, mentre in altri centri delle [[Madonie]] se ne trovano solo scarse tracce. A [[Bisacquino]], feudo dell'[[Arcidiocesi di Monreale|arcivescovo di Monreale]], il culto deriva da una reliquia della santa donata nel 1626 dall'arcivescovo di Palermo.
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