Canis lupus italicus: differenze tra le versioni

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===Aggressioni===
{{Approfondimento
|titolo = Cronaca di un lupo rabbioso, Valsesia 1781
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|contenuto = Degli assalti, morsicature ed offese che fece un fierissimo lupo nel giorno 17 aprile 1781 nel borgo di Varallo e circonvicini luoghi, colla successiva ucisione del medesimo Smacchiò a funestare l’allegrezza pasquale, ed a spargere orrore e sangue dal monte Salbianca ( che forma termine al territorio della riviera di S. Giulio d’Orta con questa della Valsesia nei confini di Pogno e Rocca ) presso all’ore dieci italiane dello stesso giorno, e precipitò in Collimo membro della Parrocchia di Rocca furioso lupo a dar principio all’orrendo spettacolo ;e vista quivi la giovinetta Catterina Maria Longhetta sola l’assalì facendole una morsicatura nel braccio ; avviatosi quindi verso Varallo riscontrò Pier Antonio Zanolio nel pian Presello, quale da più assalti con un ombrella ed un fazoletto e con calci si difese. Poco sopra poi all’Oratorio di Loreto s’affacciò ad Angela Margarita De Gasperi d’Ollegio che precedeva circa cinquanta passi suo padre s’alzò colle zampe sulle spalle della meschina gli staccò coi denti una guancia le squarciò tutto il volto e parte del collo lasciandola semimorta a terra. Colle fauci poi ancor fumanti del sangue della figliola s’avventò al padre poco di là lontano a cui non potè che lacerare il vestito stante difesa col bastone. S’incamminò quindi alle Ghiare d’onde ebbero in sorte di scacciarlo, passò disotto al piccolo promontorio detto Roccolo, e per i campi fino alla cinta del collegio delle R.R. Orsoline, dietro alla quale venne alla facciata dell’Oratorio delle medesime alle porte del presente Borgo. Per buona fortuna da alcuni muli e persone con sassi fu respinto di nuovo verso S. Marco e di là verso Sesia , e pe’ vicini prati arrivò al mulino di Baraggia : quì assaltò una figliola di Doccio gettandola a terra, e ripigliato il cammino sempre a prestissimi salti verso il fiume Mastallone lo tragittò, ed asceso il portone sotto S. Giacomo, sulla strada pubblica della Valgrande ferì Maria Maddalena Del Grosso nella guancia sinistra. Presso la cima del Borgo scagliossi su Cattarina Danelli strappandole la metà del naso , quindi vede Giambattista Scagliotto che fugge for di strada lo segue gettandolo boccone a terra mordendogli in più luoghi la testa . Assale vicino all’Oratorio di S. Gioanni Giuseppe del Grosso in un colla Madre e morde l’uno nel volto e l’altra nel capo .
Incontrò poco dopo varie persone unite che minacciandolo con sassi e bastone lo fecero voltar strada. Salì perciò gli Orelli falde del monte Vaso, ed arrivò all’oratorio di S. Pietro sulla strada pubblica della Valmastallone ove sorprese Domenica Folghera e le svelse mezza l’orecchia destra.
All’udir di sì luttuose notizie rese communi, ed autenticate sull’istante dallo spaventevole suono delle campane a martello prima di S. Giacomo poi della Parrocchiale e di S. Rocco: al comparire per mezzo al Borgo successivamente più persone piangenti , squarciate nel volto, e grondanti sangue sostenute ed accompagnate allo Spedale. Al rimirare le contrade asperse anch’esse d’uman sangue, si riempì tutto il Borgo di squallore, e dove s’osservavano deliqui, dove s’udivano urli, e da per tutto stordimenti sospiri desolazione, e mortal terrore.
Con paterna provvida sollecitudine ordina l’illustrissimo Sig. Pretore Prevosti Capino d’armarsi la milizia urbana incoragisce i timidi, racconsola tutti,visita lo Spedale ….
Accorrono li Signori Capitani e Deputati. Si armano sul momento più di trecento persone esperti ognun sotto la direzione del proprio Capitano la maggior parte col fucile, molti con alabarde e perfin co’ tridenti, si distribuiscono in tutti i passi, si mandano Espressi quasi tutte le comunità della Valle, si suona a campana a martello nelle circonvicine terre e si provvede colla maggior efficacia a tutti i feriti nello Spedale e fuori e si racorre sopra tutto con fiducia alla SS. Vergine del Sagro Monte ordinandone subito una solenne Messa con la Benedizione.
Frattanto giunge il ferocissimo lupo alla Barattina, e qui assale Margarita del Zanno, e fieramente la morde in tutta la faccia, morde Giuseppe Cesa e gli squarcia parte del labro, e poco sopra investe Margarita Lana, e la vedova di Gaudenzo Zuccone mordendo alla prima la testa e l’orecchia sinistra alla seconda il braccio.
Scorre quindi lungo la Bagnola e dopo avere fatte più miglia senza trovar gente retrocede, ed alla foce del fiume Nono s’affretta verso Camasco. S’incontra poco sopra Pozzallo con Carl’Antonio Prino gli spicca adosso e lo morde sul fronte: passa all’insù e chiappa Giacomo Zaquino lo deturpa nel volto lasciandogli in terra parte del naso, e gli morde una mano con cui si servì di difesa. Arriva all’ora circa dodici in Camasco e prosterne, e morde Domenica Prina alla presenza della madre. Sale alla Costa, s’avventa a Maria Bordiga, e col tridente viene respinto: trova Domenica Bordiga , e la morde in ambe le guancie, e gli svelle le treccie, e morde anche in un braccio la serva del signor Giuseppe Costa.
Quì viene scacciato, ed accompagnato con bastoni e poi si perde. Quand’ecco sbalza in Morondo, e morde una fanciulla di Gio. Longhetto nella guancia e nel labro e nel collo, e poi un fratello ancora infante in una guancia.
In men di quello che si può dire salta in Verzimo passando per Pozallo, e trapassa la mascella inferiore con un morsicatura a Domenico Ratto, e ferisce in un fianco Marianna Magna. Di là scacciato da tutto il popolo che sortiva di Chiesa attraversando sopra il Cucco sbucca alla Crosa, e d’avanti la propria casa prende Domenica Moretta per la gola: perviene al prato delle pozzanche vicino al patibolo poco prima dell’ore quindici, assale Gioanni Comola di Buglio sebbene armato di falce, e gli spacca il naso.
Si cantava fervorosamente in quest’ora la solenne messa al Sacro Monte implorandono alla Vergine la liberazione, coll’aiuto della quale si conculcano Aspidi Basilischi Lioni e Draghi. Ed ecco che poco lontano del luogo ove seguì maggior strazio le viene da valente archibugio della vicinanza sbarato un colpo, in un fianco ma sebben mortale sen fugge tuttora. Arriva poscia al Gamberaro della Rocca ov’erano schierate più persone armate della squadra di quel paese e con tre colpi di fucile due alla corsa, e l’ultimo a fermo fu totalmente reso estinto all’ora circa quindici.
Non si cessa paranco di rendere grazie alla Vergine Assunta,che anzi dovranno essere perenni, e tutto il popolo di Varallo in quest’oggi 19. Aprile processionale portossi al Sacro Monte con generose offerte raccomandandole anche la guarigione dei 24 feriti che sulla di Lei intercessione si spera.
Il lupo era maschio di circa cinque anni di mezzana corporatura e nella dissezione che si fece si trovò ben grasso e tutto in stato di sanità for solo le fauci e la lingua arrossiccie e livide, ed assai bile nel ventricolo e prossimi intestini.
VARALLO Appresso Luigi Gaetano Gilardoni Stampatore del Sacro Monte Con permisione
Sulla veridicità del fatto non è lecito sollevar dubbj, ad eterna memoria esiste tuttora un voto nella Sagrestia della Chiesa Maggiore del Santuario; e i registri di morte del 1781, che trovansi presso il parroco di Varallo, designano le numerose vittime della feroce bestia colla espressione lupo morsus o morsa.
NOTA: in totale sono state ferite 24 persone, di queste sappiamo con certezza che ne sono morte 10 dopo ricovero nell’ospedale della Confraternita della SS. Trinità, così risulta dalle relazioni in proposito redatte dal Canonico Penitenziere Galletti. Nulla si sa della sorte degli altri feriti non curati in ospedale.
 
<ref>Articolo pubblicato sull’Almanacco Valsesiano del 1877, tratto da un documento conservato presso l’Osteria della Mantegna gestita nel 1877 dal sig. Delzanno Giuseppe, relativo ad un evento del 1781. [https://www.sacromontedivarallo.org/wp/2021/01/08/lassalto-del-lupo/]
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I romani apparentemente non consideravano i lupi pericolosi, con i soli riferimenti alla loro aggressione verso l'uomo rintracciabili in proverbi e miti<ref name="rissanen"/>.