Novi Ligure: differenze tra le versioni

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[[File:Tito Giuseppe Viazzi. Medagliere.jpg|thumb|left|upright=0.6|Medagliere di [[Tito Giuseppe Viazzi]] eroe del Risorgimento]]
 
La seconda metà dell'Ottocento si rivelò essere per la città un periodo di forte espansione, grazie all'arrivo della [[ferrovia Torino-Genova]] (1850). La strategica posizione geografica, unita alla disponibilità di ampi spazi, manovalanza (garantita dall'inurbamento degli abitanti delle campagne e delle valli circostanti) e alle nuove infrastrutture (che garantivano il rapido trasferimento delle merci prodotte) favorì il sorgere di nuove industrie. Tra queste degne di nota fu la "Carbonifera" del novese [[Edilio Raggio]], che sul finire del [[XIX secolo]] produceva le mattonelle di carbone per la trazione delle locomotive<ref>Fonte: {{cita testo|url=http://digilander.libero.it/altavoracita/storico/1898-02.htm#head|titolo=sito "Alta Voracità"}}</ref>. Fu proprio l'aumento dei traffici reciproci tra Novi e il porto di Genova uno dei motivi della realizzazione, nel [[1889]], del "[[Ferrovia Torino-Genova#Linea Succursale|secondo valico]]" appenninico. L'ormai forte vocazione industriale fu ulteriormente accresciuta dall'insediamento, avvenuto nel [[1900]] della "[[Acciaierie di Novi Ligure|Ferriera di Novi Ligure]]", una grande acciaieria posta alla periferia dell'abitato, in prossimità del parco ferroviario di San Bovo. Il lasso di tempo che va dalla [[prima guerra mondiale]] alla [[seconda guerra mondiale|seconda]] fu caratterizzato da un rallentamento dello sviluppo; in particolare, fu la seconda guerra mondiale a lasciare le ferite più pesanti in città. Già all'inizio della guerra, il 13 giugno 1940 la Francia aveva mandato in città, a causa delle sue infrastrutture ferroviarie strategiche, i suoi bombardieri [[Lioré-et-Olivier LeO 451]]. Ma la vera tragedia accadde 4 anni dopo. Il terribile bombardamento dell'8 luglio 1944 causò oltre cento vittime e parecchie centinaia di feriti, riducendo in macerie molti edifici<ref>Dal sito dell'{{cita testo|url=http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/25%20aprile_cronologia.htm|titolo=ISRAL|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070823233547/http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/25%20aprile_cronologia.htm }}, Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria</ref>. Una lapide ricorda il terribile evento. Il periodo successivo all'armistizio fu caratterizzato dall'azione di formazioni partigiane (quali la [[Divisione Pinan Cichero]]) contrapposte a quelle nazi-fasciste. Per quanto riguarda le sorti belliche di Novi vanno ricordate anche la [[battaglia di Pertuso]] e la precedente [[strage della Benedicta]]. Novi fu anche segnata dalle persecuzioni antiebraiche che portarono sul suo territorio all'arresto e alla deportazione ad Auschwitz di 3 persone.<ref>Il primo ad essere arrestato (il 5 ottobre 1943) fu Isacco Krachmalnikoff, nato a Odessa ma novese di adozione, che in città aveva avviato una florida attività imprenditoriale. La villa che portava il suo cognome, in viale della Rimembranza (oggi Villa Coppi) fu confiscato dai tedeschi, che ne fecero il comando locale delle SS. Seguirono gli arresti di Ilse Loeb (il 18 febbraio 1944), una giovane ragazza giunta in Italia come profuga dalla Germania, e di Silvio Ottolenghi (il 29 giugno 1944), nativo di [[Acqui]]. Solo Ilse Loeb sopravviverà alla deportazione. Cfr. [https://digital-library.cdec.it/ CDEC Digital Library].</ref>
 
Al [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale del 1946]], i novesi votarono in maggioranza schiacciante per la Repubblica col 69,7% e solo il 30,2% votò per mantenere la monarchia<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=F&dtel=02/06/1946&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=2&levsut1=1&lev2=2&levsut2=2&levsut3=3&ne1=2&ne2=2&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S&ne3=21110&lev3=1110|titolo=I risultati del referendum del '46 a Novi Ligure}}</ref>.