Indiana Jones e il tempio maledetto: differenze tra le versioni

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|truccatore = [[Tom Smith (truccatore)|Tom Smith]]
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'''''Indiana Jones e il tempio maledetto''''' (''Indiana Jones and the Temple of Doom'') è un [[film d'avventura]] del 1984 diretto da [[Steven Spielberg]]. È il secondo capitolo del [[Indiana Jones (franchise)|franchise di Indiana Jones]], un [[prequel]] del film ''[[I predatori dell'arca perduta]]'', con Harrison Ford che riprende il ruolo del protagonista. Dopo l'arrivo in India, gli abitanti disperati di un villaggio chiedono a Indiana Jones di trovare una pietra mistica e salvare i loro figli da un culto [[Thuggee]] che pratica la schiavitù infantile, la [[magia nera]] e i rituali di [[sacrificio umano]] in onore della dea [[KaliKāli]].
 
Non volendo presentare nuovamente i nazisti come cattivi, [[George Lucas]], produttore esecutivo e co-sceneggiatore, ha deciso di considerare questo film come un prequel.
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Deviando sulla strada per [[Delhi]], Indy, Willy e Shorty ricevono un caloroso benvenuto al Palazzo di Pankot e possono rimanere per la notte come ospiti, partecipando a un sontuoso, ma rivoltante, banchetto offerto dal [[Personaggi di Indiana Jones#Maharaja di Pankot|giovane maharajah]]. I suoi funzionari respingono la teoria di Indy secondo cui il culto della [[setta]] [[Thuggee]] è responsabile della sorte del povero villaggio. Nella notte, Indy viene attaccato nella sua stanza da un assassino. Dopo averlo ucciso, scopre una [[galleria segreta]] nella camera da letto di Willie e si propone di esplorarla, superando una serie di trabocchetti. Alla fine Indy, Willie e Shorty trovano il Tempio del Male, dove assistono a un [[sacrificio umano]] fatto in nome della dea [[Kālī]].
 
I tre scoprono che i Thug ora possiedono tre pietre di Sankara e hanno ridotto in schiavitù i bambini per cercare le ultime due, nascoste nelle catacombe del palazzo. Mentre Indy cerca di recuperare le pietre, lui, Willie e Shorty vengono catturati. Il sommo sacerdote Thuggee [[Personaggi di Indiana Jones#Mola Ram|Mola Ram]] costringe Indy a bere il sangue di KaliKāli, che lo mette in uno stato di [[Trance (psicologia)|trance]] in cui serve irragionevolmente il culto. Willie sta per essere sacrificata, ma Shorty fugge dalle miniere e torna al tempio, dove prima libera Indy e il maharajah dagli effetti della pozione bruciandoli con una torcia. Dopo aver recuperato le pietre, salvato Willie e liberato i bambini, Indy combatte contro un [[Personaggi di Indiana Jones#Capo delle guardie|enorme sorvegliante]], che viene trascinato in un frantoio, morendo schiacciato.
 
I tre scappano attraverso i binari della miniera e riescono a malapena a sfuggire al tentativo di Mola Ram di ucciderli causando un'inondazione. Poi giungono su di un pericolante [[ponte sospeso]] sopra un fiume infestato dai coccodrilli, dove vengono circondati dai Thug. Indy taglia il ponte, facendo cadere molti Thug mentre lui, Shorty, Willie e Mola Ram si aggrappano. Mentre lotta con Mola Ram, Indy invoca il nome di Siva, facendo bruciare le pietre attraverso la sua borsa. Due pietre cadono e Mola Ram cerca di prendere la terza, ma si brucia la mano e cade venendo divorato dai coccodrilli, mentre Indy la afferra in sicurezza. Grazie all'intervento del [[Personaggi di Indiana Jones#Capitano Phillip Blumburtt|capitano Blumburt]] e dell'esercito inviati dal maharajah, Jones, Willie e Shorty vengono salvati e i Thug sopravvissuti vengono messi alle strette e arrestati da altri soldati. I tre protagonisti restituiscono la pietra sacra e i bambini agli abitanti del villaggio.
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Fin dalle prime discussioni riguardo a Indiana Jones, [[George Lucas]] espresse l'intenzione di produrre una trilogia e richiese da parte di [[Steven Spielberg]] l'impegno a dirigere tre film.<ref name=Making>Documentario ''Indiana Jones: Dietro la trilogia'' (''Indiana Jones: Making the Trilogy''), contenuto nel quarto DVD del cofanetto ''Le avventure di Indiana Jones'' ([[Paramount Pictures]], 2003).</ref> Il primo episodio della saga, ''[[I predatori dell'arca perduta]]'' (1981), era uscito nelle sale cinematografiche solo da un paio di settimane quando si cominciò a progettarne il [[sequel]],<ref name=Making/> che poi di fatto si rivelò essere un [[prequel]], essendo ambientato un anno prima del precedente film.
 
Non esisteva un soggetto già pronto, ma c'erano diverse sequenze ideate per ''I predatori'' e non utilizzate per sovrabbondanza di materiale, da poter recuperare, in particolare quelle del [[rafting]] sul fiume e dell'inseguimento in miniera.<ref name=Making/> Lucas pensò che per differenziarsi dal primo film, questo dovesse avere un tono più cupo, riproponendo in maniera analoga il rapporto fra ''[[Guerre stellari (film)|Guerre stellari]]'' e il successivo ''[[L'Impero colpisce ancora]]'', e scelse quindi come tema il sanguinario culto della dea KaliKāli da parte della setta dei [[Thug]]. Ma, per sua stessa ammissione, fu probabilmente influenzato dall'essere in un periodo negativo dal punto di vista personale, impegnato nel proprio divorzio, e il risultato finale fu più ''dark'' delle intenzioni, per quanto questo non si fosse evidenziato durante le riprese.<ref name=Making/>
 
Per la stesura della sceneggiatura coinvolse [[Willard Huyck]] e [[Gloria Katz]], che avevano già scritto per lui ''[[American Graffiti]]'' e che erano appassionati e conoscitori dell'[[India]].<ref name=Making/> A controbilanciare la cupezza complessiva, ci si poté permettere di iniziare il film con una sequenza d'apertura [[musical]], un'idea di Lucas in omaggio a un vecchio desiderio di Spielberg,<ref name=Making/> e di giocare con un generale ''goofy humour'', un umorismo piuttosto grossolano, rappresentato dalla scena del banchetto, per il quale vennero immaginate le peggiori pietanze possibili, da quella dei cunicoli pieni di insetti e da quella della stanza con il pavimento e il soffitto ricoperti di spuntoni, quest'ultima la preferita dell'intero film per il regista.<ref name=Making/>