Energia nucleare in Italia: differenze tra le versioni

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I progetti per lo sviluppo di un programma nucleare militare italiano furono elaborati da ambienti delle [[Forze armate italiane]] tra la fine degli [[anni 1960]] e l'inizio degli [[anni 1970]], in seguito al fallimento della proposta di istituire un programma condiviso con gli alleati della [[NATO]], e inclusero anche la sperimentazione di un [[missile balistico]]; gli ambienti politici italiani furono tuttavia poco propensi a dare seguito a simili progetti, e nessun programma per l'assemblaggio di [[armi nucleari]] fu mai concretamente messo in atto.<ref>Leopoldo Nutti, ''La breve parabola dell'atomo italiano'' in ''A qualcuno piace atomica'', Quaderni speciali di Limes, Gruppo Editoriale L'Espresso, n. 2, 2012, pp. 157-168.</ref> Ogni interesse italiano per lo sviluppo di un proprio deterrente nucleare nazionale cessò del tutto nel 1975, con l'adesione dell'Italia al [[Trattato di non proliferazione nucleare]].<ref>R. Craig Nation, "Intra-Alliance Politics: Italian-American Relations 1946-2010" in ''Italy's Foreign Policy in the Twenty-first Century: The New Assertiveness of an Aspiring Middle Power'' (eds. Giampiero Giacomello & Bertjan Verbeek), p. 38.</ref>
 
Attualmente l'Italia non produce né possiede armi nucleari proprie, ma partecipa al programma di "[[condivisione nucleare]]" della NATO.
Secondo varie ricostruzioni di stampa gli ordigni atomici su territorio italiano sarebbero compresi tra le 70 e le 100 unità, sotto l'esclusivo controllo di Washington.
 
== Reattori di ricerca ==