Automotrice FS RALn 60: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichetta: Annullato
Riga 65:
Progettate e costruite in due versioni, monomotore per linee fino a 35 per mille di acclività e bimotore per linee fino al 75 per mille, le RALn 60 montavano il [[motore diesel]] a quattro tempi e [[iniezione (motore)|iniezione]] diretta, tipo 700.010 FIAT, a sei [[cilindro (meccanica)|cilindri]] orizzontali di [[cilindrata]] 20.150 cm³ capace di erogare 185 [[cavallo vapore|cavalli]] a 1550 giri al minuto, con un rapporto di compressione di 15 a 1. La struttura del motore a ''carter secco'', montato coricato e sospeso alla cassa (che era stato appositamente studiato per la trazione ferroviaria), e la sua ottima accessibilità per la manutenzione rappresentavano un salto di qualità rispetto alla tecnica obsoleta del motore anteriore sul carrello delle vecchie littorine. La [[trasmissione (meccanica)|trasmissione]] del moto alle [[ruota|ruote]] avveniva per mezzo di un gruppo solidale al motore, costituito da un [[giunto idraulico]] e da una [[frizione (meccanica)|frizione]] monodisco e, per mezzo di un corto [[Albero (meccanica)|albero di trasmissione]], al [[cambio (meccanica)|cambio]] meccanico di tipo FIAT a 5 marce sincronizzato con comando pneumatico. I [[Raffreddamento a liquido|radiatori]] erano posti lateralmente ai motori. Molte di queste soluzioni diverranno uno standard per tutte le successive serie di automotrici delle F.S.
 
[[File:RALn 60.01 (cropped).jpg|thumb|left|upright=1.24|La RALn 60.01, sulla [[Ferrovia Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone|linea Dittaino-Caltagirone]], percorre il tratto a cremagliera [[Stazione di Mulinello|Mulinello]]-[[Stazione di Valguarnera|Valguarnera]].]]
 
Il circuito dell'acqua di refrigerazione dei motori era a circolazione forzata con un radiatore per motore e ventole elicoidali. I radiatori, nel periodo invernale, potevano essere [[parzializzazione|parzializzati]] con una tendina scorrevole allo scopo di portare in temperatura l'acqua fredda in minor tempo. Dato che, pur operando in Sicilia, le automotrici raggiungevano quote elevate con temperature invernali anche prossime allo zero, erano provviste di scaldiglie elettriche alimentabili dall'esterno nelle rimesse per l'acqua dei motori. La stessa acqua circolando in apposite tubature alettate riscaldava l'interno della vettura.