Carmine Crocco: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Battaglia di Acinello|Massacro di Ruvo del Monte}}
[[File:Carmine Crocco.jpg|thumb|Fotografia di Carmine Crocco]]
Nel frattempo, il popolo
I membri dei comitati filoborbonici, intenzionati a ripristinare il vecchio regime sfruttando la rabbia dei ceti popolari, cercarono una persona in grado di guidare la rivolta. Crocco, detenuto nel carcere di [[Cerignola]] e prima di esser tradotto nel bagno penale di [[Brindisi di Montagna|Brindisi]], venne fatto evadere dai Fortunato, influente famiglia realista, nonché parenti del [[meridionalista]] [[Giustino Fortunato|Giustino]].<ref>Tommaso Pedio, ''Brigantaggio Meridionale (1806-1863)'', Capone, 1997, p.64</ref> Irritato per le promesse non mantenute dai liberali, ebbe l'opportunità di riscattarsi, di diventare il capo dell'insurrezione legittimista contro lo Stato Italiano appena unificato, ricevendo un solido supporto di uomini, soldi e armi. Crocco, benché non avesse mai nutrito simpatie per la corona borbonica e disposto a tutto pur di redimere il proprio passato,<ref>Tommaso Pedio, ''Brigantaggio Meridionale (1806-1863)'', Capone, 1997, p.64-65</ref> decise di passare alla causa di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]], ultimo re delle Due Sicilie che subentrò al padre Ferdinando II dopo la sua morte, dalla quale si sentiva «sicuro di ricavarne guadagno e gloria».<ref>{{cita|Come divenni brigante|p. 33}}.</ref>
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