Carmine Crocco: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica di 87.15.213.127 (discussione), riportata alla versione precedente di Michi81
Etichette: Rollback Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 78:
{{Vedi anche|Battaglia di Acinello|Massacro di Ruvo del Monte}}
[[File:Carmine Crocco.jpg|thumb|Fotografia di Carmine Crocco]]
Nel frattempo, il popolo basilicateselucano, afflitto dalla miseria e dagli aumenti dei prezzi sui beni di prima necessità, iniziò a rivoltarsi contro l'appena costituito Stato italiano, poiché con il cambiamento politico non ottenne alcun beneficio,<ref>Pedio, ''Brigantaggio meridionale'', Capone, 1997, p.53</ref> mentre la classe borghese (in passato fedele ai Borbone) conservò intatti i propri privilegi dopo aver appoggiato, opportunisticamente, la causa risorgimentale.<ref>Pedio, ''Brigantaggio meridionale'', Capone, 1997, p.51-52</ref> Contribuirono ad aumentare ulteriormente il malcontento del basso popolo la mancata redistribuzione delle terre (che rimasero in possesso dei [[barone|baroni]]), l'aggravio delle tasse, il servizio militare obbligatorio, la fucilazione dei renitenti alla leva (a volte presunti) senza possibilità di giustificazione<ref>Tommaso Pedio, ''Brigantaggio meridionale: (1806-1863)'', Capone, 1997, p.63</ref> e un regime poliziesco che puniva persino il reato d'opinione (una popolana di Melfi, Maria Teresa Capogrossi, mentre lavava i panni con altre lavandaie, venne arrestata per aver proferito parole di elogio nei confronti di Francesco II, denigrando il nuovo governo).<ref>{{cita|Cinnella|p. 83}}.</ref> In numerosi centri della provincia si scatenarono ribellioni contadine per sollecitare la quotizzazione demaniale ma furono prontamente represse e qualificate dal Governo Prodittatoriale Lucano come «reazionarie e antiliberali».<ref>Tommaso Pedio, ''Brigantaggio Meridionale (1806-1863)'', Capone, 1997, p.52-53</ref>
 
I membri dei comitati filoborbonici, intenzionati a ripristinare il vecchio regime sfruttando la rabbia dei ceti popolari, cercarono una persona in grado di guidare la rivolta. Crocco, detenuto nel carcere di [[Cerignola]] e prima di esser tradotto nel bagno penale di [[Brindisi di Montagna|Brindisi]], venne fatto evadere dai Fortunato, influente famiglia realista, nonché parenti del [[meridionalista]] [[Giustino Fortunato|Giustino]].<ref>Tommaso Pedio, ''Brigantaggio Meridionale (1806-1863)'', Capone, 1997, p.64</ref> Irritato per le promesse non mantenute dai liberali, ebbe l'opportunità di riscattarsi, di diventare il capo dell'insurrezione legittimista contro lo Stato Italiano appena unificato, ricevendo un solido supporto di uomini, soldi e armi. Crocco, benché non avesse mai nutrito simpatie per la corona borbonica e disposto a tutto pur di redimere il proprio passato,<ref>Tommaso Pedio, ''Brigantaggio Meridionale (1806-1863)'', Capone, 1997, p.64-65</ref> decise di passare alla causa di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]], ultimo re delle Due Sicilie che subentrò al padre Ferdinando II dopo la sua morte, dalla quale si sentiva «sicuro di ricavarne guadagno e gloria».<ref>{{cita|Come divenni brigante|p. 33}}.</ref>