Bisogni educativi speciali: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Bibliografia: A distanza di oltre un mese, senza che alcuno abbia posto obiezioni ai numerosi template posti su affermazioni prive di fonti, ridondanti e in alcuni casi anche gravemente inesatte, ho ripulito, soprattutto per una migliore leggibilità, la voce da tali affermazioni (prive di fonti in quanto riflettevano solo opinioni personali non evidence-based) e tolto il template F.
Riga 1:
{{F|psicologia|marzo 2024|L'intera voce presenta affermazioni imprecise e/o prive di adeguate fonti}}
 
 
Il '''Bisogno Educativo Speciale''' (acronimo BES) è ''qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, dovuta all’interazione dei vari fattori di salute'' secondo il modello [[Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute|ICF]] dell’[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], e che necessita di educazione speciale individualizzata<ref>{{Cita libro|nome=Dario|cognome=Ianes|titolo=Bisogni educativi speciali e inclusione. Valutare le reali necessità e attivare tutte le risorse|collana=Guide per l'educazione speciale|annooriginale=2005|editore=Erickson|pp=287|ISBN=8879468154}}</ref>.
 
Più specificatamente, con questo termine si fa riferimento alla differenza tra il livello di [[apprendimento]] raggiunto o che si ipotizza possa essere raggiunto da un bambino o ragazzo portatore di una qualche forma di deficit (psicologico, fisico, sensoriale, motorio, sociale, ecc.) e il livello di apprendimento medio raggiunto dai pari, in particolare durante il percorso scolastico<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Klaus|cognome=Wedell|data=2003-06|titolo=Concepts of special educational need|rivista=Journal of Research in Special Educational Needs|volume=3|numero=2|pp=104–108|lingua=en|accesso=2024-03-16|doi=10.1111/1471-3802.00002|url=https://nasenjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/1471-3802.00002}}</ref>.
 
{{Chiarire|Possono essere considerati come paradigma di lettura della complessità e della varietà delle [[Disturbi specifici di apprendimento|difficoltà di apprendimento]].<ref>{{cita|P.Gaspari,2014,p.193}}.</ref> |Vedasi discussione}}
 
{{Chiarire|Tale visione richiede di ampliare lo sguardo verso le esigenze formative di ogni individuo, andando oltre ai soli [[deficit]] certificabili e prendendo in considerazione ogni funzionamento che anche per il singolo soggetto diventa problematico<ref>{{Cita libro|cognome=Ianes, Dario|cognome2=Macchia, Macchia|titolo=La didattica per i bisogni educativi speciali: strategie e buone prassi di sostegno inclusivo|url=https://www.worldcat.org/oclc/799755222|accesso=24 novembre 2020|data=2008|editore=Centro studi Erickson|oclc=799755222|ISBN=978-88-6137-293-1}}</ref>. |Vedasi discussione}}
 
{{Chiarire|Per rispondere ai BES si ricorre al [[Piano didattico personalizzato]] (PDP), strumento utile per progettare modalità operative, strategie, sistemi e criteri di apprendimento per ciascun allievo.<ref>{{Cita|P. Gaspari, 2014, p.42}}.</ref>|2=IL PDP non è l'unico strumento}}
 
Il [[Ministero dell'istruzione e del merito]] definisce i BES come una particolare espressione da parte di alcuni alunni o studenti, generata da un ostacolo nell’apprendimento e nello sviluppo, determinato da fattori organici e/o biologici oppure familiari, sociali, ambientali, contestuali o una combinazione di questi. Gli alunni o studenti con BES necessitano pertanto di interventi appropriati sia alla loro situazione di difficoltà che ai fattori biopsicosociali che la originano e/o mantengono<ref>{{Cita web|url=https://www.miur.gov.it/web/guest/inclusione-e-intercultura|titolo=Inclusione e integrazione}}</ref>.
Line 16 ⟶ 7:
==Definizione==
 
Il termine ''bisogni educativi speciali'' venne introdotto nel 1978 nel [[Regno Unito]] con la pubblicazione del ''Warnock'' ''Report'', seguita nel 1980 dalla pubblicazione del White Paper, con cui si proponeva un nuovo sistema di classificazione degli alunni con importanti difficoltà di apprendimento, evidenziando il bisogno di un maggiore supporto da parte del sistema scolastico. I bisogni educativi avrebbero dovuto essere quantificati in base al grado di deficit relativo a quattro dimensioni fondamentali dello sviluppo:
 
* abilità nella comunicazione e nella interazione sociale;
Line 43 ⟶ 34:
In particolare, con l'ISCED del 1997 si evidenziava come il termine ''bisogni educativi speciali'' avesse oramai sostituito ''educazione speciale''. Con quest'ultimo termine si faceva riferimento alle ''scuole speciali'' in cui si iscrivevano i bambini portatori di gravi disabilità. Si evidenziava inoltre come il termine ''bisogni educativi speciali'' si riferisse a tutti i bambini con difficoltà nell'apprendimento, per motivi altri e diversi rispetto alla disabilità<ref>{{Cita web|url=https://uis.unesco.org/sites/default/files/documents/international-standard-classification-of-education-1997-en_0.pdf|titolo=ISCED 1997}}</ref>.
 
In [[Italia]] si comincia a parlare di Bisogni educativi speciali a partire dal 1998{{Senza fonte}}, ma sarà necessario attendere finola alDirettiva 2012del per27 unadicembre sua2012 {{Chiarire|ufficializzazione ministeriale|???}}per conun lasuo Direttivariconoscimento del 27 dicembreistituzionale.
 
{{Chiarire|Dario Ianes definisce i Bisogni educativi speciali come “una qualsiasi forma di difficoltà evolutiva in ambito educativo che si manifesta in un funzionamento problematico dell’alunno in interazione con l’ambiente”. Tale difficoltà, che necessita di educazione speciale individualizzata, si traduce per il soggetto anche in termini di danno, ostacolo o stigma sociale.|Ridondanza}}
 
{{Chiarire|Infatti, se da un lato i Bisogni educativi speciali possono favorire processi comprensione e integrazione, dall’altro è necessario prestare grande attenzione per evitare processi di classificazione e categorizzazione che generano di conseguenza stigmatizzazione, esclusione e marginalizzazione. Come sostiene Patrizia Gaspari il concetto di bisogno è riduttivo rispetto all’ampiezza del concetto di persona in quanto essere in divenire rispetto alle sue potenzialità, attese, pensieri e desideri.|Poco chiaro. Non si comprende bene la relazione tra le due affermazioni, legate dalla parola "infatti".}}
 
{{Senza fonte|Si individua una stretta connessione con la pedagogia speciale, “scienza della diversità” che richiede di valorizzare l’unicità di ogni singolo individuo e le sue capacità.}}
 
==Normativa e prassi in Italia per l'inclusione degli alunni e degli studenti con bisogni educativi speciali==
Line 87 ⟶ 72:
# comprendere le situazioni non normate dalle leggi 104/92, 17/99 e 170/10, come ad esempio i DES non DSA e quelli individuati dal punto 3 prima detto;
# promuovere una nuova prospettiva con cui il docente dovrà porsi nei confronti dell’alunno e dello studente con difficoltà non certificati ex lege 104/92 e 170/10: da una posizione statica/esterna limitata alla mera verifica delle difficoltà del discente nel conseguimento degli obiettivi di apprendimento — a una e più dinamica/interna nella quale il corpo docente deve essere più direttamente coinvolto nel fornire risposta alle necessità educative degli alunni e degli studenti non certificati ex lege 104/92 e 170/10<ref name=":1" />.
 
{{Chiarire|La direttiva del ministro Francesco Profumo, identifica gli strumenti per la cura educativa degli alunni: nel caso di alunni con disabilità (sensoriale, motoria o psichica) certificata, si applicano le provvidenze derivanti dalla legge 104/92, tra cui l'assegnazione dell'insegnante di sostegno.|Erano già applicate prima della direttiva}}
 
{{Chiarire|Nel caso invece di disturbi evolutivi specifici, si deve attivare il canale previsto dalle leggi 53/2003 e 170/2010, che prevedono la predisposizione di piani di studio personalizzati per quegli studenti che presentano un disturbo caratterizzato da profili di specificità pur in presenza di capacità cognitive nella norma. Tra questi disturbi ritroviamo i disturbi specifici di apprendimento (DSA), il disturbo specifico di linguaggio e il disturbo non verbale, lieve disturbo dello spettro autistico qualora non rientri nella categoria della disabilità, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) e il funzionamento cognitivo limite (o borderline).|Erano già applicate anche queste}}
 
{{Chiarire|La novità che la norma introduce sta nell'applicazione dei benefici derivanti dalle due leggi citate non solo agli studenti con una relazione clinica di disturbo specifico dell'apprendimento, ma anche a coloro che presentano uno degli altri disturbi evolutivi nominati|Non sono queste le novità della direttiva. Vedi sopra}}.
 
{{Chiarire|Il principale tra i benefici previsti è la stesura di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che preveda strategie didattiche calate sui bisogni dello studente e la possibilità di utilizzo di strumenti didattici compensativi o di forme di dispensa|Era già previsto e attuato ex lege 170/2010}}.
 
Tuttavia la direttiva individua {{Chiarire|un altro potente strumento|opinione personale}} nella didattica {{Chiarire|che sia denominatore comune per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno|enfasi impropria}}: una didattica inclusiva più che una didattica speciale<ref>{{Cita|Nota Direttiva del 27/12/2012, p. 4}}.</ref> e pertanto provvede all'attivazione di corsi/master dedicati agli insegnanti.
 
=== Misure, strumenti e azioni a supporto degli alunni e studenti con bisogni educativi speciali ===
====Strumenti compensativi====
 
In Italia, la normativa vigente sancisce l’obbligo per le istituzioni scolastiche di garantire “l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche” (Legge n. 170/2010).
{{Chiarire|Gli insegnanti, per effetto della libertà d’insegnamento, sono liberi nell’individuazione delle modalità d’insegnamento più idonee alle necessità degli allievi, quindi anche nella scelta degli strumenti compensativi e dispensativi.|Non è esattamente così. La fonte che conferma questa affermazione?}}
 
In Italia, la normativa vigente sancisce l’obbligo per le istituzioni scolastiche di garantire “l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche” (Legge n. 170/2010).
 
Oltre a ciò, le istituzioni scolastiche dovrebbero curare anche l’acquisizione, da parte dello studente con DSA, delle competenze per un efficiente utilizzo degli stessi, come si legge nell’articolo 4, comma 4 del Decreto Ministeriale n. 5669/2011.
Line 135 ⟶ 108:
 
L’adozione delle misure dispensative, dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell’alunno o dello studente in questione<ref name=":4">{{Cita web|url=https://www.miur.gov.it/dsa#:~:text=Le%20misure%20dispensative%20sono%20invece,che%20non%20migliorano%20l'apprendimento.|titolo=Disturbi Specifici di Apprendimento|sito=miur.it}}</ref>.
 
{{Chiarire|Le misure dispensative sono interventi didattici che permettono agli alunni con bisogni educativi speciali di non svolgere alcuni compiti o di essere esentati da questi. A seconda della necessità o del disturbo si può dispensare suddetti alunni da alcune delle seguenti attività:
 
* Lettura ad alta voce e scrittura sotto dettatura, scrittura alla lavagna e copiatura da questa;
* Letture di brani troppo lunghi per le loro capacità;
* Uso del vocabolario e scrittura e lettura di numeri romani;
* Studio mnemonico di regole di grammatica, tabelline e definizioni;
* Tempi più lunghi per le verifiche e lo studio;
* Interrogazioni programmate
* Assegnazione di compiti a casa in misura ridotta
* Possibilità di uso di testi ridotti nel numero di pagine, ma non nel contenuto [senza fonte].|Oltre che senza fonte, molti termini appaiono impropri e l'intera affermazione è scritta in un italiano un po' incerto}}
 
Solo per gli alunni individuati con BES secondo la direttiva MIUR 27/12/2012 senza certificazione non è prevista la dispensa dalla forma scritta della lingua straniera, mentre per gli alunni con certificazione di DSA o disabilità è possibile solo in determinati casi e se prevista dal PDP. <ref>{{Cita web|url=https://www.orizzontescuola.it/alunni-dsa-dispensaesonero-insegnamento-lingue-straniere-casi-condizioni-esami-stato/|titolo=Alunni con DSA: dispensa/esonero dalle lingue straniere}}</ref>
Line 170 ⟶ 132:
 
I docenti e gli operatori scolastici hanno pertanto il compito di pianificare, organizzare e realizzare un ambiente di apprendimento inclusivo, considerando sia i fattori di rischio che quelli di protezione, seguendo l'approccio [[Modello biopsicosociale|biopsicosociale]] alla base della classificazione ICF dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
 
{{Chiarire|L’approccio biopsicosociale, in linea con l’idea secondo cui la disabilità non è insita nel soggetto ma dipende dal contesto, tende a spostare il focus dei bisogni educativi speciali dall’alunno all’ambiente sostituendo l’originale dicitura con “barriere all’apprendimento e alla partecipazione” (Index per l'inclusione). Lo sguardo è posto sul ruolo dei docenti e sull’importanza di progetti ed interventi educativi appropriati. Infatti, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) identifica tali soggetti come bisognosi di “risorse pubbliche e/o private a supporto della loro educazione, resa possibile progettando interventi educativo-didattici potenziati, differenziati e personalizzati capaci di garantire percorsi formativi sotto il segno delle pari opportunità”.|Poco chiaro}}.
 
==== Piano Didattico Personalizzato (PDP) ====
Line 188 ⟶ 148:
Oltre a quanto sopra riportato, nel PDP sono anche esplicitati i dati relativi all’alunno, la descrizione del funzionamento delle abilità strumentali e del processo di apprendimento e, per ogni materia, le modalità con cui l’insegnante intende procedere al fine di raggiungere gli obiettivi della propria materia, segnalando inoltre le strategie e le metodologie didattiche<ref name=":5" />.
 
Nella circolare ministeriale n. 8 del marzo 2013 si specifica: “[…] è compito doveroso dei Consigli di Classe o dei team dei docenti nelle scuole indicare in quali altri casi (oltre i DSA) sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative e dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale e inclusiva di tutti gli alunni”.<ref name="F. Zambotti 2015, p.26">{{Cita|F. Zambotti (a cura di), 2015,p.26}}.</ref> La circolare ministeriale mette in evidenza che la personalizzazione deve essere “opportuna e necessaria”, {{Senza fonte|quindi la scuola deve avere chiaro il tipo di intervento che intende mettere in atto con un alunno per supportare le sue difficoltà e per poter fare una valutazione di adeguatezza.}}
 
{{Senza fonte|Il PDP è pertanto uno strumento di pianificazione dotato di coerenza interna tra gli obiettivi prefissati e le modalità d’intervento previste.}}
 
Per essere efficace, a prescindere dai contenuti, il PDP dovrebbe contenere indicazioni:
Line 197 ⟶ 155:
* coerenti: evitare contraddizioni interne o difformità tra le discipline e gli insegnamenti.
* concrete e verificabili: tutti i protagonisti educanti devono poter riconoscere se quanto previsto nel PDP sia stato effettivamente messo in pratica.<ref name="F. Zambotti 2015, p.26" />
 
{{Chiarire|La scadenza per la presentazione dei PDP in riferimento agli studenti con disturbi specifici di apprendimento è, in genere, il giorno 30 novembre.|Ridondanza}}
 
{{Chiarire|La compilazione è a cura della scuola, ma è prevista la collaborazione della famiglia.|Ridondanza con quanto espresso nel capoverso successivo}}
 
Nella predisposizione della documentazione da parte della scuola è fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici<ref name=":5" />.
Line 206 ⟶ 160:
D’accordo con i familiari, gli insegnanti possono interfacciarsi anche con i clinici che hanno redatto la valutazione neuropsicologica o con altri professionisti che hanno in carico lo studente; queste figure possono infatti dare un prezioso contributo nel tradurre la diagnosi, riportare osservazioni in contesti anche diversi da quello scolastico e quindi dare utili indicazioni operative da attuare a scuola. Tutto questo deve avvenire in un rispetto reciproco dei ruoli: non bisognerà andare in contraddizione con le indicazioni dei clinici, ma saranno gli insegnanti i responsabili della proposta da presentare alla famiglia e quindi della stesura del PDP<ref name=":5" />.
 
Il Piano didattico personalizzato viene sottoscritto dal Dirigente Scolastico, da tutti i docenti di classe e dai genitori; {{Chiarire|in ogni caso non è ostativo per la sua applicazione il diniego della famiglia dello studente.|Tutt'altro! Si tratta di una grave inesattezza. Vedasi capoverso successivo}}
{{Chiarire|Un PDP per un alunno con Bisogni educativi speciali generalmente contiene:
 
Dati relativi all’alunno;
Descrizione del funzionamento e delle abilità strumentali;
Caratteristiche del processo di apprendimento;
Strategie per lo studio;
Obiettivi disciplinari;
Strategie metodologiche e didattiche;
Strumenti compensativi e dispensativi;
Criteri e modalità di verifica e valutazione.|Ridondanza}}
 
Il Piano didattico personalizzato viene sottoscritto dal Dirigente Scolastico, da tutti i docenti di classe e dai genitori; {{Chiarire|in ogni caso non è ostativo per la sua applicazione il diniego della famiglia dello studente.|Tutt'altro! Si tratta di una grave inesattezza. Vedasi capoverso successivo}}
 
Se i genitori rifiutano qualsiasi personalizzazione formalizzata, come PEI o PDP, bisogna prenderne atto. Quello che può e deve fare la scuola, è definire degli interventi di recupero in caso di valutazione negativa degli apprendimenti, come indicato dal DL 62/17 art. 3 comma 2<ref>{{Cita web|url=https://www.normativainclusione.it/faq/cosa-possiamo-fare-se-la-famiglia-non-accetta-il-pdp/#:~:text=Se%20i%20genitori%20rifiutano%20qualsiasi,3%20c.|titolo=Cosa possiamo fare se la famiglia non accetta il PDP?}}</ref>.
 
Quello per l’alunno con disturbi specifici di apprendimento contiene anche la scolarità pregressa, i riferimenti normativi, le indicazioni fornite nella diagnosi, l’ambiente educativo: cioè chi segue il ragazzo di pomeriggio. La scuola decide se far riunire i docenti per la compilazione congiunta dello stesso o farlo compilare da ogni docente per la sua disciplina. I genitori saranno convocati per comunicare le decisioni, ma è la scuola che decide se farli partecipare durante la compilazione (Linee Guida 6.5).
 
{{Chiarire|Il Piano didattico personalizzato non è un obbligo per il Consiglio di Classe, ma una scelta volontaria per migliorare i processi inclusivi.|è obbligatorio per gli alunni e studenti con diagnosi di DSA}}
 
===La valutazione===
Line 291 ⟶ 232:
* [[Approccio bidirezionale]]: paesi in cui esistono due diversi sistemi educativi. Gli alunni disabili vengono inseriti in scuole o [[classi speciali]] e quelli con Bisogni educativi speciali non seguono la programmazione prevista dalla normativa per le classi normali. Questi paesi hanno una legislazione specifica, con norme diverse dalla scuola ordinaria. In [[Svizzera]] e in [[Belgio]], il sistema scolastico differenziato è molto diffuso.
===In Germania===
 
.{{Senza fonte|La Germania, da sempre contraria all’integrazione di alunni con disabilità e bisogni educativi speciali nelle classi, ha da poco iniziato a creare leggi per l’inclusione in alcuni Laender. In Germania, infatti, non è lo Stato centrale a decidere per l’istruzione, ma i singoli Laender in autonomia. Questi possono decidere se inserire i ragazzi con disturbi specifici di apprendimento e Bisogni educativi speciali in scuole speciali o in classi normali, mediante una normativa locale. Nei Laender dove la scuola di passaggio non è prevista, un alunno con pessimi voti non potrà mai accedere all’università, ma solo a facoltà parauniversitarie che preparano al lavoro (Fachoberschule). La scelta della scuola non è, infatti, delegata alla famiglia o all’alunno, ma decisa dal consiglio di classe. Chi intende iscriversi ad un Gymnasium (liceo) non può, se la sua pagella presenta voti al di sotto del 2 (dove 1 rappresenta l’eccellenza e 5 l’insufficienza).}}
 
La legge tedesca permette l’inclusione degli alunni con Bisogni educativi speciali nelle [[Istruzione obbligatoria|scuole dell’obbligo]] di tutti gli [[Stati federati della Germania|stati federati]]<ref>{{de}}[https://www.schulministerium.nrw/12062018-mbook-gemeinsames-lernen-mit-einem-digitalen-schulbuch-inklusion-im-fachunterricht Gemeinsames Lernen - mit einem digitalen Schulbuch Inklusion im Fachunterricht Geschichte gestalten]</ref>, ma l’opinione pubblica ostacola l’attuazione del modello inclusivo in alcuni Laender. Grazie alla sottoscrizione della [[Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità|Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità]] del 2006, un numero sempre maggiore di alunni con Bisogni educativi speciali frequenta una scuola regolare. Nella regione del Nordrhein-Westfalen, dal 2010 è in atto un percorso che dovrebbe creare negli anni il sistema inclusivo della regione. Il ministro dell’istruzione sta lavorando su una doppia strategia d’inclusione<ref>{{cita web|url=http://www.brd.nrw.de/presse/reden/12-03-15-Gru__wort_RP_Inklusion.pdf|titolo=Copia archiviata|accesso=5 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140806121511/http://www.brd.nrw.de/presse/reden/12-03-15-Gru__wort_RP_Inklusion.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e, nella conferenza tenuta nel 2012 da Anne Luetkes (Regierungspraesidentin), spiega questo percorso con le tappe previste per giungere alla piena inclusione:
Line 298 ⟶ 237:
* Didattica differenziata per [[Competenze chiave|competenze]]
* Modifiche nel programma di formazione generale di tutti insegnanti
 
Una delle criticità che è da subito emersa è la mancanza di personale docente qualificato e formato nella didattica speciale. A questo scopo la regione ha avviato un percorso di formazione per persone che avevano avuto già esperienza nelle scuole speciali. Nonostante la buona volontà di alcuni ministri dell’istruzione dei vari Laender, in Germania la parola inclusione non riesce ad entrare a far parte del vocabolario della scuola normale dell’obbligo{{Senza fonte}}.
 
===In Gran Bretagna===
{{Senza fonte|In Inghilterra e Galles in ogni scuola un membro dello staff scolastico è nominato coordinatore per i bisogni educativi speciali con un ampio carico di responsabilità, tra cui: l’offerta di supervisione, il monitoraggio dei progressi degli alunni, i rapporti con i genitori e con le agenzie di sostegno esterno, il supporto al personale insegnante della scuola.
 
Lo staff della scuola lavora sempre più con gli insegnanti per sviluppare approcci e strategie didattiche all’interno della scuola, piuttosto che direttamente con gli alunni in difficoltà.
 
La formazione iniziale rivolta agli insegnanti fornisce loro le competenze necessarie per l’educazione di alunni con bisogni educativi speciali. Lo Statuto di insegnante qualificato prevede il conseguimento di una conoscenza generale relativa alle procedure per l’identificazione, la valutazione e l’accoglienza degli alunni disabili nelle classi ordinarie. Inoltre, per tutti gli ambiti educativi degli alunni con Bisogni educativi speciali, è possibile una formazione complementare volontaria. Numerosi insegnanti frequentano corsi riconosciuti, spesso a livello di laurea o di diploma (ad es. in relazione ai problemi dell’autismo o a specifiche difficoltà di apprendimento), e quasi tutti seguano corsi brevi, non accreditati.}}
 
==Note==