Seconda guerra mondiale: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Eventi precedenti la seconda guerra mondiale in Europa}}
 
Il [[trattato di Versailles]] del 1919, conclusivo della Grande Guerra (detta anche Prima Guerra Mondiale), impose punizioni estremamente dure per gli sconfitti tedeschi, tra cui: cessione dell'[[Alsazia-Lorena]] alla Francia e di vaste zone orientali alla [[Polonia]], concessione d'autonomia alla città portuale di [[Danzica]], passaggio della regione dello [[Jutland Meridionale|Schleswig]] alla [[Danimarca]], smantellamento dell'aviazione, divieto di possedere mezzi corazzati in un esercito di non più di {{formatnum:100000}} effettivi, consegna della flotta e pagamento di un risarcimento di 132 miliardi di marchi in oro. Condizioni estremamente punitive per una nazione che alla fine delle ostilità aveva truppe ancora attestate sul territorio francese, e che contribuirono a creare il mito secondo cui a far perdere la guerra all'[[Impero tedesco]] sarebbero stati pochi "traditori" interni non nazionalisti (la cosiddetta "[[Dolchstoßlegende|pugnalata alle spalle]]"). Questo mito e la pessima situazione economica della [[Repubblica di Weimar]] data dalle conseguenze del [[Martedì nero|crollo della borsa statunitense]] del 1929, fu importante per l'affermarsi del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]] di [[Adolf Hitler]]: dopo la vittoria nelle [[Elezioni parlamentari in Germania del marzo 1933|elezioni federali tedesche del 1933]], un parlamento controllato dai nazisti [[Decreto dei pieni poteri|concesse]] al leader nazista poteri dittatoriali e l'anno dopo, con la morte dell'ormai anziano [[Capi di Stato del Reich|''Reichspräsident'']] [[Paul von Hindenburg]], Hitler assunse la carica di ''[[Führer]]''.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1987-0922-503, Wien, Einmarsch deutscher Truppen, Spähpanzer.jpg|miniatura|Truppe tedesche entrano a Vienna durante l'[[Anschluss]] ]]
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Successivo obiettivo dei tedeschi divenne la Polonia. Il trattato del 1919 aveva separato dal resto della Germania la regione della [[Prussia Orientale]], circondata da territorio polacco; Hitler reclamò allora la restituzione della città di [[Danzica]] e del territorio a essa vicina, il "[[Corridoio di Danzica|corridoio polacco]]". Dopo Monaco, gli anglo-francesi erano ormai disillusi sulle reali intenzioni espansionistiche della Germania e fornirono immediato supporto alla Polonia perché si opponesse ai voleri di Hitler. Si contava sull'appoggio dell'Unione Sovietica per impedire un'invasione tedesca della Polonia, ma [[Berlino]] rispose con un abile colpo diplomatico: il 24 agosto 1939 il ministro degli esteri sovietico [[Vjačeslav Michajlovič Molotov]] e quello tedesco [[Joachim von Ribbentrop]] firmarono un [[patto di non aggressione]] tra le due nazioni della durata di dieci anni, il [[patto Molotov-Ribbentrop]]; un protocollo segreto dell'accordo divise l'Europa orientale in due sfere d'influenza, lasciando mano libera all'URSS sulle repubbliche baltiche e in [[Finlandia]] e prevedendo una spartizione della Polonia, dando modo a Hitler di lanciare l'offensiva senza dover temere una guerra su due fronti. Il 1º settembre, alle 04:45 del mattino, le truppe tedesche attraversarono la frontiera polacca; due giorni dopo Francia e Regno Unito dichiararono guerra alla Germania, dando inizio alla seconda guerra mondiale.
 
 
== La guerra ==