Alchimia: differenze tra le versioni

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{{q|gli alchimisti indiani iniziarono quasi esclusivamente a dedicarsi alla preparazione di medicine metalliche o minerali. Ciò che in precedenza era un'operazione d'introversione che dava valore solo ai risultati raggiunti attraverso il coinvolgimento personale (alchimia), cedeva il passo necessariamente a un atteggiamento di estroversione che implicava l'impegno a rimanere il più possibile distaccato dall'esperimento per conseguire risultati oggettivi (atteggiamento scientifico)|Gianluca Magi, op. cit., p. 68.}}
 
Il padre dell'alchimia indiana è considerato [[Nāgārjuna|Śrīman Nāgārjuna]] Siddha]] (XIII secolo, o anteriore),<ref>{{cita libro|nome=David Gordon|cognome= White|url=https://books.google.it/books?id=shhnIlXY6G4C&pg=PA13&lpg=PA13&dq=Kaksaputa+Tantra&source=bl&ots=rMSUGDsUDm&sig=KqTcE23kPJMQsi9cMSPErbRkAVo&hl=it&sa=X&ei=nwOyT4j9LYHP4QTX67WgCQ&ved=0CFYQ6AEwBA#v=onepage&q=Kaksaputa%20Tantra&f=false|titolo= Il corpo alchemico|editore= Edizioni Mediterranee|anno= 2003}}. Secondo White, la ''Suśruta Saṃhitā'' sarebbe opera di altro autore, testo al quale un altro Nāgārjuna, vissuto nel IX secolo, avrebbe aggiunto un'appendice (cfr. p. 90).</ref> figura semileggendaria, ritenuto l'autore di alcuni testi alchemici quali il trattato di magia ''Kakṣapuṭa Tantra'', quello sul mercurio ''Rasendramangalam'' e il ''Susruta Samhita''.<ref>{{cita pubblicazione|nome=Dominik|cognome= Wujastyk|titolo=An Alchemical Ghost: The Rasaratnākara by Nāgārjuna|rivista= Ambix|anno= 1984|volume= 31.2|pp=70-83|lingua=inglese}}</ref> Il migliore esempio di un testo basato su questa scienza è il ''Vaishashik Darshana'' di [[Kaṇāda]], che si ritiene abbia introdotto in oriente la teoria atomica.<ref>{{cita libro|nome=Arturo|cognome= Schwarz|titolo=Introduzione all'alchimia indiana|città= Bari|editore=Laterza|anno=1984| ISBN=88-420-2489-9}}</ref>
 
=== Alchimia nell'antico Egitto ===