Carlo I d'Inghilterra: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = britannico
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[Sovrani d'Inghilterra|re d'Inghilterra]], [[Sovrani di Scozia|Scozia]], [[Sovranisovrani irlandesi|Irlanda]] e [[Sovrani di Francia|Francia]]<ref>Il titolo di [[re di Francia]] era solamente nominale. Lo adottarono tutti i sovrani inglesi a partire da [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]], che avviò la [[guerra dei cent'anni]], fino al [[XIX secolo]]. (vedi [[Rivendicazioni inglesi sul trono di Francia]]).</ref> dal 27 marzo 1625 fino alla sua morte, avvenuta per [[decapitazione]] il 30 gennaio 1649<ref>o il 9 febbraio dello stesso anno, secondo il [[calendario gregoriano]]</ref><ref name=prosperi3>[[Adriano Prosperi]] e [[Paolo Viola]], ''Dalla Rivoluzione inglese alla Rivoluzione francese'', Einaudi, Torino, 2000, ISBN 978-88-06-15509-4, p. 3.</ref>
}}
 
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Altra causa di attrito con una parte della società [[Inghilterra|inglese]] fu la sua politica religiosa: perseverando nel "[[Arminianesimo|sentiero intermedio]]" della [[Chiesa anglicana]], fu ostile alle tendenze [[Riforma protestante|riformate]] di molti dei suoi sudditi inglesi e [[Scozia|scozzesi]] e da questi accusato di essere a sua volta troppo vicino al [[Chiesa cattolica|cattolicesimo romano]], al punto da volerlo restaurare. Sposò infatti la principessa cattolica [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria di Francia]], ed ebbe come stretto collaboratore [[William Laud]], nominato da lui stesso [[arcivescovo di Canterbury]] ed esponente della corrente anglicana più filocattolica.
 
Le tensioni politiche e religiose accumulate nel corso degli anni esplosero nella [[guerra civile inglese]]: contro di lui si scontrarono le forze del Parlamento, che si opponevano ai suoi tentativi di accrescere il suo potere in senso [[Autocraziaautocrazia|assolutistico]], e i [[puritani]], che erano ostili alle sue politiche religiose. La guerra si concluse con una disfatta per Carlo, che fu catturato, processato, condannato e giustiziato con l'accusa di [[alto tradimento]]. La monarchia venne abolita e venne fondata al suo posto una [[repubblica]], che però, morto il principale leader della rivoluzione, [[Oliver Cromwell]], entrò rapidamente in crisi, consentendo a [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]], figlio di Carlo I, di restaurare la monarchia.
 
Carlo I è stato il primo monarca della storia a venire condannato a morte da un tribunale, attraverso una regolare sentenza emessa in nome della legge<ref name=prosperi3/>. Viene venerato come santo dalla Chiesa anglicana, che lo ricorda il 30 gennaio.
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=== L'infanzia e la giovinezza ===
[[File:Charles I (young).jpg|thumb|left|Ritratto di Carlo I nel 1610 circa, opera di [[Robert Peake il Vecchio|Robert Peake]]]]
Carlo, secondo figlio di [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I Stuart]] e di [[Anna di Danimarca]], nacque nel palazzo di Dunfermline il 19 novembre [[1600]]<ref>{{cita|Cust, 2005|p. 2|Cust, 2005}}.</ref><ref name="Weir p. 252">{{cita|Weir, 1996|p. 252|Weir, 1996}}.</ref>. Alla cerimonia protestante svoltasi nella Cappella Reale del [[Palazzo di Holyrood]] a [[Edimburgo]] il 23 dicembre 1600, il piccolo principe venne battezzato da David Lindsay, vescovo di Ross, e creato contemporaneamente [[Duca d'Albany]], marchese di Ormond, conte di Rosslord Ardmannoch<ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 4-5|Gregg, 1981}}.</ref>.
 
Debole e malaticcio, a tre anni era ancora incapace di parlare<ref>{{cita|Petrie, 1968|p. 202}}.</ref>. Quando, dopo la morte di [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]], Giacomo divenne re d'Inghilterra, il bambino fu in principio lasciato in [[Scozia]], a causa della sua salute, e raggiunse l'Inghilterra solo l'anno successivo, quando, grazie alle cure di Lady Carey e di [[Alexander Seton, I conte di Dunfermline|Lord Fyvie]], a cui era stato affidato, imparò a camminare e a parlare, pur conservando per tutta la vita una certa esitazione nell'espressione orale<ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 12|Gregg, 1981}}.</ref>.
 
Carlo, al contrario del fratello maggiore [[Enrico Federico Stuart|Enrico]], [[principe di Galles]], non era ben visto a causa dei suoi problemi di [[rachitismo]] e per questo il secondogenito adorava Enrico e cercava di emularlo<ref>Il primogenito di un sovrano era sempre frutto di maggiori attenzioni e apprezzamenti, sia da parte della famiglia sia della corte, rispetto agli altri fratelli. Enrico, per le sue doti fisiche e il suo carattere, era preferito a Carlo, apparentemente debole.</ref>. Nel [[1605]], come era usanza per il secondogenito del re, fu intitolato [[duca di York]], in Inghilterra<ref>{{Cita|Gardiner|p. 67 §2}}.</ref>. In quello stesso anno venne cooptato come cavaliere nell'[[Ordine del Bagno]] e gli fu affidato come tutore il presbiteriano scozzese [[Thomas Murray (presbiteriano)|Thomas Murray]], colcon il quale Carlo ebbe modo di approfondire le lettere classiche, le lingue, la matematica e la religione<ref>{{cita|Carlton, 1995|p. 16}}.</ref>. Nel [[1611]] ottenne il titolo di cavaliere dell'[[Ordine della Giarrettiera]]<ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 22|Gregg, 1981}}.</ref>. All'inizio di novembre del [[1612]] suo fratello maggiore morì di [[febbre tifoide]] e Carlo, che aveva compiuto dodici anni appena due settimane prima, si ritrovò improvvisamente principe ereditario, assumendo il titolo di principe di Galles e, quattro anni dopo, nel novembre [[1616]]<ref1616ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 47|Gregg, 1981}}.</ref>, quello di [[Cheshire|conte di Chester]].
 
=== Principe di Galles ed erede al trono ===
==== Il panorama internazionale ====
[[File:Charles I (Prince of Wales).jpg|thumb|Ritratto di Carlo I in giovane età, opera di [[Daniel Mytens]]]]
Dopo il matrimonio della sorella [[Elisabetta Stuart (1596-1662)|Elisabetta]], che si sposò con [[Federico V del Palatinato]] e si trasferì a [[Heidelberg]]<ref>{{cita|Hibbert, 1968|p. 24|Hibbert, 1968}}.</ref>, Carlo rimase l'unico figlio della coppia reale in Inghilterra. Nel [[1617]] l'asburgico arciduca [[Ferdinando II d'Asburgo|Ferdinando d'Austria]], cattolico, venne eletto [[Sovrani di Boemia|re di Boemia]]. L'anno successivo i boemi si ribellarono, [[Defenestrazione di Praga (1618)|defenestrando i governatori cattolici inviati sul posto]]. Nell'agosto del 1619 la dieta boema prescelse quale proprio monarca proprio Federico V, che era a capo dell'[[Unione evangelica|Unione Protestante]], mentre Ferdinando venne eletto [[imperatore del Sacro Romano Impero]] dalla dieta imperiale. L'accettazione della corona boema di Federico al posto dell'imperatore segnò l'inizio dei tumulti che portarono poi allo scoppio della [[Guerra dei trent'anni]]. Il conflitto, originariamente confinato in [[Boemia]], si espanse poi in tutto il continente europeo, polarizzando difatti i conflitti ancora presenti tra cattolici e protestanti<ref>{{cita|Hibbert, 1968|p. 49|Hibbert, 1968}}.</ref><ref>{{cita|Howat, 1974|pp. 26-28|Howat, 1974}}.</ref>. Nel 1620 il cognato di Carlo, Federico V, venne sconfitto nella [[battaglia della Montagna Bianca]] presso [[Praga]] e le sue terre ereditarie nel [[Elettorato del Palatinato|Palatinato]] vennero invase dalle forze degli Asburgo dai [[Paesi Bassi spagnoli]]<ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 63|Gregg, 1981}}.</ref><ref>{{cita|Howat, 1974|pp. 27-28|Howat, 1974}}.</ref><ref>{{cita|Kenyon, 1978|p. 79|Kenyon, 1978}}.</ref>.
 
==== L'amicizia con Buckingham e il progetto matrimoniale con la Spagna ====
Il giovane nuovo principe di Galles fu profondamente influenzato dal cortigiano favorito del padre, [[George Villiers, I duca di Buckingham]]<ref>{{cita|Cust, 2005|p. 4|Cust, 2005}}.</ref><ref>{{cita|Hibbert, 1968|pp. 30-32|Hibbert, 1968}}.</ref>, che lo condusse con sé in [[Spagna]] nel [[1623]] allo scopo di trattare il suo matrimonio con l'[[infante|infanta]] [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna]], figlia del re [[Filippo III di Spagna|Filippo III d'Asburgo]], con l'intento di riportare la pace sul continente e rendere ancora una volta l'Inghilterra protagonista di questa operazione<ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 78-82|Gregg, 1981}}.</ref>. La missione si concluse in un nulla di fatto<ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 87-89|Gregg, 1981}}.</ref>, dal momento che gli spagnoli, su pressione anche di papa Urbano VIII, richiesero la conversione al cattolicesimo del principe di Galles quale condizione per chiedere la mano dell'infanta<ref>{{cita|Petrie, 1968|p. 87}}.</ref>. Inoltre era esplosa una ''querelle'' personale tra il duca di Buckingham e il conte di Olivares, primo ministro spagnolo, e pertanto il giovane Carlo era stato costretto a condurre inutilmente l'ultima parte dei negoziati da solo<ref>{{Cita|Cust, 2005|pp. 34-35}}.</ref>. Dopo il loro ritorno dalla Spagna, sia Carlo (sebbene riluttante) sia il duca di Buckingham proposero a Giacomo I di dichiarare guerra alla Spagna (la [[Guerra dei trent'anni]] era allora in pieno svolgimento)<ref>{{cita|Carlton, 1995|p. 47}}.</ref><ref>{{cita|Cust, 2005|pp. 36-38|Cust, 2005}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 94|Gregg, 1981}}.</ref><ref>{{cita|Sharpe, 1992|p. 6|Sharpe, 1992}}.</ref>.
 
Con l'incoraggiamento dei suoi consiglieri protestanti, Giacomo convocò il Parlamento per richiedere finanziamenti allo sforzo bellico e, nello stesso tempo, ottenere l'approvazione del matrimonio tra Carlo ed [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria di Francia]], sorella del re [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]]. Il Parlamento votò queste sue decisioni, ma espresse molte critiche nei confronti del precedente tentativo di stringere un'alleanza matrimoniale con la Spagna. Per Giacomo, che stava incominciando a dare segni di declino senile, controllare il Parlamento si dimostrò particolarmente difficile: lo stesso problema che avrebbe afflitto Carlo durante il suo regno. Nel corso dell'ultimo anno di vita del padre, fu lui, di fatto, assieme al duca di Buckingham, a detenere il potere<ref>{{cita|Trevelyan, 1922|p. 130|Trevelyan, 1922}}.</ref>.
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[[File:Charles I of England.jpg|thumb|left|Carlo I ritratto da [[Antoon van Dyck]], nel celebre ritratto ''[[Ritratto di Carlo I a caccia|Le Roi à la chasse]]'']]
==== Incoronazione e matrimonio ====
Carlo ascese al trono nel marzo [[1625]]. Più bello ed elegante del padre, ma anche più intransigente, mancava di senso dell'umorismo, cosa che in un re la popolazione aveva sempre mostrato di apprezzare. Il 1º maggio dello stesso anno si sposò per procura con [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta]]<ref>{{Cita|Gardiner|p. 71 §2}}.</ref>, più giovane di lui di nove anni. Il suo primo Parlamento, di cui egli aprì la sessione in maggio, era contrario al suo matrimonio con la principessa cattolica, temendo che Carlo avrebbe eliminato le pesanti limitazioni a cui i cattolici erano sottoposti e minato la posizione ufficiale conquistata dalla parte protestante. Sebbene avesse promesso al Parlamento che non avrebbe attenuato le leggi restrittive contro i cattolici, Carlo promise l'esatto contrario nell'accordo segreto di matrimonio che aveva stretto con il re di Francia. La coppia si sposò il 13 giugno [[1625]] a [[Canterbury]]<ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 126|Gregg, 1981}}.</ref><ref>{{cita|Trevelyan, 1922|p. 133|Trevelyan, 1922}}.</ref>, e Carlo fu incoronato dall'arcivescovo [[George Abbot]] il 2 febbraio [[1626]], ma senza che la moglie partecipasse per questioni religiose<ref name="Weir p. 252"/><ref>{{cita|Carlton, 1995|p. 76|Carlton, 1995}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 156|Gregg, 1981}}.</ref>. La coppia ebbe nove figli, di cui tre maschi e tre femmine sopravvissero all'infanzia.
 
La sfiducia nei confronti della politica religiosa di Carlo accrebbe notevolmente a causa di una controversia sorta intorno all'ecclesiastico Richard Montague<ref>Si accenna alla questione teologica sorta ada opera di Montague in {{Cita|Gardiner|p. 72 §1}}.</ref>. Questi aveva argomentato in un pamphlet contro gli insegnamenti di [[Giovanni Calvino|Calvino]], provocando l'immediata ostilità dei Puritani<ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 130-131|Gregg, 1981}}.</ref>. Un membro puritano della [[Camera dei comuni (Regno Unito)|Camera dei comuni]], [[John Pym]], attaccò il libello di Montague durante un dibattito, a cui questi rispose con un altro pamphlet intitolato ''[[Appello Caesarem (Richard Montague)|Appello Caesarem]]'' ("Mi appello a Cesare"), allusione all'[[Caesarem appello|appello al Princeps]] contro le persecuzioni dei [[Giudaismo|Giudei]] fatto da [[Paolo di Tarso|san Paolo]]. Carlo offrì all'ecclesiastico la sua protezione, aumentando l'ostilità dei Puritani nei suoi confronti<ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 131|Gregg, 1981}}.</ref>.
 
==== Politica estera ====
La principale preoccupazione di Carlo durante i suoi primi anni di regno fu la politica estera. [[Federico V del Palatinato|Federico V Wittelsbach]], il marito della sorella [[Elisabetta Stuart (1596-1662)|Elisabetta Stuart]], uno dei protagonisti della prima fase della [[guerra dei trent'anni]], aveva perso i suoi possedimenti di [[Boemia]] e del [[Elettorato del Palatinato|Palatinato]] e ci si attendeva da Carlo che soccorresse il cognato entrando in guerra contro il re di Spagna, per poter fare pressione sull'Imperatore (i due rami degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] erano alleati durante il conflitto). Carlo annunciò al Parlamento che l'Inghilterra avrebbe liberato il Palatinato entrando in guerra<ref group="N">Federico V aveva sposato la sorella di Carlo, [[Elisabetta Stuart (1596-1662)|Elisabetta]]. Non riuscì mai a riottenere i suoi possedimenti e morì esule.</ref>.
[[File:Michiel J. van Miereveld - George Villiers, Duke of Buckingham - Google Art Project.jpg|miniatura|[[Michiel van Mierevelt]], ''George Villiers, Duke of Buckingham'', 1625-1626]]
Per finanziare la guerra sulla terraferma, il re diede l'incarico a Buckingham, che aveva il titolo di Lord dell'[[Ammiragliato (Regno Unito)|Ammiragliato]], di intercettare e catturare navi spagnole cariche d'oro provenienti dalle [[Indie occidentali|Indie]]. La Camera dei Comuni concesse al re un finanziamento per l'ingente cifra di 140 000 sterline<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 146|Kishlansky, 1999}}.</ref>. Inoltre, la Camera dei Comuni concesse al re la riscossione di alcune importanti tasse solo per un anno, sebbene ai precedenti sovrani, sinfin dal [[1414]], tale diritto fosse sempre stato concesso a vita. In questa maniera, la Camera dei Comuni sperava di poter controllare il potere di Carlo costringendolo a rinnovare la concessione ogni anno.
I sostenitori di Carlo I nella [[Camera dei lord]], guidati da Buckingham, rifiutarono di approvare il provvedimento, e così, sebbene nessuna concessione ufficiale gli fosse stata data, Carlo continuò a esigere le tasse.
 
La guerra contro la Spagna ebbe un esito negativo a causa della scarsa esperienza di Buckingham nel condurre operazioni militari<ref>Il duca non aveva alcuna esperienza in campo bellico o nel comando della marina, come ricordano numerosi suoi avversari politici (Kishlansky).</ref>. Nonostante le proteste del Parlamento, Carlo si rifiutò di cacciare il suo consigliere e amico; ben presto il sovrano suscitò nuove polemiche imponendo, senza una consultazione parlamentare. un "prestito forzoso" per finanziare la guerra. Annunciando una possibile e imminente invasione da parte della Spagna, Carlo riuscì nell'impresa di raccolta del denaro, che servì a finanziare un altro fallimento di Buckingham. Il duca, a capo di una flotta, sbarcò nell'[[Isola di Ré]] (di fronte alla località francese di [[La Rochelle]], forte in mano agli [[Ugonotti]] in guerra contro il [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|cardinale Richelieu]]), da dove sperava di creare una base per assalire i porti di Francia e Spagna. Le truppe di supporto che erano state promesse non giunsero mai e Buckingham fu costretto a ritirarsi<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 150|Kishlansky, 1999}}.</ref>. Nel [[1628]] il Parlamento approvò la ''[[Petition of Right]]'', carta di diritti che recava impedimenti civili al sovrano<ref>La ''Petition of Right'' (lett. "Petizione sul diritto") è riassumibile in quattro punti che impedivano: arresti arbitrari, tasse non approvate dal Parlamento, obbligo di alloggiare truppe, imposizione della legge marziale.</ref>, una petizione che il sovrano controfirmò, seppur di malavoglia. Il 23 agosto [[1628]], il duca di Buckingham, circondato ormai soltanto da nemici, fu assassinato<ref>Il duca venne ucciso mentre si trovava a [[Portsmouth]]; ad assassinarlo fu un certo John Felton. (Petrie)</ref>.
 
=== Il governo personale (1629-1640) ===
{{Vedi anche|Governo personale di Carlo I}}
[[File:Royal Monogram of King Charles I of Great Britain.svg|thumb|destra|Il monogramma personale di re Carlo I]]
NelA gennaio del [[1629]] Carlo diede inizio alla seconda sessione del Parlamento che era stato sciolto l'anno precedente, perché si occupasse dei discussi diritti di ''tonnage and poundage'', una tassa che imponeva un pagamento che andava nelle casse del sovrano a chi esportasse o importasse merci estere<ref>{{Cita|Bendiscioli|p. 177 §2}}.</ref>. Molti deputati contestavano l'operato di un altro deputato, Rolle, che aveva fatto confiscare i suoi beni mobili per non pagare le tasse<ref>{{Cita|Quintrell, 2013|p. 42}}.</ref>; secondo numerosi membri del Parlamento, questo significava andare contro la ''Petition of Right'', che impediva la confisca di beni, mobili e immobili, senza il beneplacito del Parlamento. Quando lo [[Speaker della Camera dei comuni (Regno Unito)|''speaker'' della Camera dei Comuni]], sir [[John Finch]], eseguendo gli ordini del re, decretò il rinvio del Parlamento di qualche mese, numerosi deputati lo aggredirono verbalmente, altri chiusero l'aula e obbligarono Finch a non aggiornare la seduta. Un deputato a questo punto lesse ad alta voce in Parlamento una lettera con tre punti che condannavano la politica del sovrano sull'[[arminianesimo]] e sulla riscossione delle imposte su ''tonnage and poundage''<ref>{{Cita|Cust, 2005|p. 118}}; {{Cita|Gregg, 1981|p. 186}}</ref>; si dichiarò che chi pagava le imposte senza l'autorizzazione del Parlamento era da considerare come un nemico e traditore della patria.
 
Dopo aver minacciato di governare senza le indisciplinate sedute del Parlamento<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 156|Kishlansky, 1999}}.</ref>, Carlo decise di scioglierlo definitivamente. Poco tempo più tardi, diede inizio alle trattative di pace con la [[Francia]] del [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|cardinale Richelieu]] e la [[Spagna]] del [[Gaspar de Guzmán y Pimentel|conte-duca di Olivares]]<ref>{{Cita|Gregg, 1981|pp. 187-197}}; {{Cita|Carlton, 1995|pp. 169-171}}</ref>. Il periodo di undici anni che seguì lo scioglimento del Parlamento è conosciuto come la "tirannia degli undici anni" o come ''Personal Rule''; Carlo I governò da quel momento senza l'appoggio parlamentare, da re assoluto<ref>{{Cita|Carlton, 1995|pp. 153-154}}; {{Cita|Sharpe, 1992|p. xv}}</ref>.
 
==== Le difficoltà economiche ====
Stipulata la pace con Francia e Spagna e sciolto il Parlamento, Carlo dovette dedicarsi al risanamento del bilancio. Dal momento che l'aumento delle tasse doveva avvenire attraverso il Parlamento, il monarca dovette procedere per vie traverse al fine di aumentare le entrate nell'erario<ref>{{Cita|Ago-Vidotto, 2006|p. 116}}.</ref>. Decise di affiancare nell'impresa [[Richard Weston, I conte di Portland]], che nominò [[Lord gran tesoriere|Lord Gran Tesoriere]]<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|pp. 160, 161|Kishlansky, 1999}}.</ref>. La prima misura adottata da Carlo fu, nel 1630, la reintroduzione di un'antica legge, non più in vigore da oltre un secolo, la ''Distraint of Knighthood'', in base alla quale si multavano tutti i gentiluomini che, invitati, non si erano presentati per essere eletti cavalieri durante l'incoronazione del sovrano<ref>{{Cita|Quintrell, 2013|p. 60}}.</ref>. Era infatti usanza che, all'incoronazione del re, fossero scelti alcuni possidenti terrieri, tra chi possedeva terre di valore pari almeno a quaranta sterline<ref name="k161">{{cita|Kishlansky, 1999|p. 161|Kishlansky, 1999}}.</ref>, per essere nominati cavalieri del regio esercito. Coloro che non si fossero presentati per ricevere l'onore dovevano pagare una multa equivalente. Nel [[1635]] le casse reali ricevettero, solo dalla riscossione delle tasse della nomina a cavaliere, oltre 170 000 sterline<ref name="k161" />.
 
Nel [[1634]] il re impose (con un ''[[writ]]'') una riscossione della ''[[Ship money]]'', una tassa in denaro in favore della marina militare per la difesa delle coste e delle navi mercantili<ref>{{cita|Carlton, 1995|p. 191|Carlton, 1995}}; {{cita|Quintrell, 2013|pp. 62-63}}.</ref>. Nonostante l'Inghilterra non fosse in guerra, era di primaria importanza la costituzione di una flotta imponente ed efficace: in quegli anni gli scontri navali tra olandesi e spagnoli erano molto frequenti, così come le incursioni dei pirati sulle coste inglesi. Il re impose che tutte le città portuali fornissero una nave da guerra o che ne pagassero il corrispettivo in denaro<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 163|Kishlansky, 1999}}.</ref>; l'anno dopo l'ordine si estese a tutte le città del regno, anche alle località dell'entroterra. Le lamentele non mancarono da ogni parte sociale; tuttavia si riuscì a riscuotere una grande somma di denaro, impiegata per il potenziamento e l'ampliamento della flotta militare. Molti lamentavano che sotto i regni di [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo I]] ed [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]] la tassa fosse stata applicata solo in casi di guerra; ma in breve tempo le Corti si espressero a favore del re e della legge, che non trovò più ostacoli e fruttò alle casse ottocentomila sterline<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 164|Kishlansky, 1999}}.</ref>.
 
==== La politica religiosa: William Laud ====
[[File:William Laud.jpg|thumb|upright|left|L'[[arcivescovo]] [[William Laud]] ritratto da [[Antoon van Dyck]]]]
Carlo tentò di portare la [[Chiesa anglicana|Chiesa d'Inghilterra]], in prevalenza [[calvinismo|calvinista]], verso una visione più tradizionale e sacramentale.<ref>{{cita|Cust, 2005|pp. 97-103|Cust, 2005}}.</ref> Si affiancò in questa operazione [[William Laud]], che aveva nominato [[arcivescovo di Canterbury]] nel [[1633]]<ref group="N">Laud aveva avuto una certa influenza sotto il regno di Giacomo I e nel 1628 fu nominato da Carlo I [[Diocesi di Londra|vescovo di Londra]]. ''Cfr''. {{Cita|Bayne|pp. 186-188}}.</ref><ref>{{cita|Cust, 2005|p. 133|Cust, 2005}}.</ref>. Laud, con l'intento di riportare alla Chiesa ordine, autorità e prestigio, promosse una serie di riforme, che risultarono in gran parte impopolari<ref>{{cita|Coward, 2003|p. 176|Coward, 2003}}.</ref><ref>{{cita|Kenyon, 1978|pp. 113-115|Kenyon, 1978}}.</ref><ref>{{cita|Loades, 1974|p. 393|Loades, 1974}}.</ref><ref>{{cita|Sharpe, 1992|p. 382|Sharpe, 1992}}.</ref>. Per arrivare a una maggiore unità, Laud allontanò tutti gli ecclesiastici non conformisti e le ultime organizzazioni a carattere [[puritani|puritano]]. Inoltre l'arcivescovo era contrario allo spirito [[riformismo|riformista]] molto diffuso tra i sacerdoti inglesi e scozzesi e riteneva che andasse completamente abolito il calvinismo a favore di una liturgia [[anglicanesimo|anglicana]] che fosse totalmente conforme a quanto era scritto nel ''[[Libro delle preghiere comuni]]''<ref>{{cita|Coward, 2003|pp. 174-175|Coward, 2003}}.</ref><ref>{{cita|Cust, 2005|pp. 133-147|Cust, 2005}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 267, 273|Gregg, 1981|}}.</ref><ref>{{cita|Sharpe, 1992|pp=284–292, 328–345, 351–359|Sharpe, 1992}}.</ref>. Laud era inoltre un seguace attivo della dottrina arminiana promossa da [[Jacobus Arminius]]. Per punire coloro che si opponevano alle sue decisioni, Laud si servì di due dei maggiori e più temuti organi ecclesiastici dell'epoca, la ''Court of High Commission'' e la ''Court of Star Chamber'', che avevano il compito di raccogliere testimonianze e punire severamente i colpevoli, anche tramite tortura. Talvolta la ''Star Chamber'' riceveva anche la possibilità di condannare a morte ed eseguire le condanne<ref>{{cita|Coward, 2003|pp. 175-176|Coward, 2003}}.</ref>. Numerosi ecclesiastici e laici furono trascinati a giudizio, spesso trovati colpevoli e condannati alla prigionia se non alla morte. Le ammissioni di colpevolezza erano estorte molte volte con la tortura. Gran parte degli avversari di Laud preferirono partire per l'esilio piuttosto che rimanere in patria perseguitati e malvisti. Fu durante il periodo di "riordino" religioso di Laud che partirono i primi gruppi massicci di coloni per la [[Nuova Inghilterra]]<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 173|Kishlansky, 1999}}.</ref>. I primi anni del governo personale di Carlo furono caratterizzati dalla pace e da un efficace pareggio del bilancio. Tuttavia ci furono numerosi casi di personaggi che rifiutarono le leggi imposte dal sovrano e le restrizioni religiose di Laud: nel [[1634]] partì una nave, la ''Griffin'', carica di dissidenti religiosi, tra cui la celebre teologa puritana [[Anne Hutchinson]].
 
=== L'intervento in Scozia ===
I problemi più gravi incontrati da Carlo e da Laud in campo religioso si presentarono in [[Scozia]]. Quando Carlo partì nel [[1633]] per un viaggio in terra scozzese, dove doveva essere incoronato<ref>{{Cita|Sharpe, 1992|pp. 774-776}}.</ref>, Laud lo accompagnò e constatò lo stato in cui verteva la [[Chiesa di Scozia]]. I sacerdoti erano di scarsa cultura e le terre erano spesso controllate da laici; inoltre il cerimoniale adottato non era uguale per tutte le chiese<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 174|Kishlansky, 1999}}.</ref>. Giacomo I era già intervenuto in numerose questioni religiose scozzesi ma non era venuto a capo di nessuna. Si decise così di mettere ordine anche nella Chiesa scozzese, cercando anche qui di imporre la struttura episcopale della Chiesa anglicana<ref>{{Cita|Bendiscioli|p. 178 §1}}.</ref>. L'opposizione e il malcontento furono di notevole entità: vennero rifiutate tutte le decisioni di Laud<ref>{{cita|Cust, 2005|pp. 133-14|Cust, 2005}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 267, 273|Gregg, 1981}}.</ref><ref>{{cita|Sharpe, 1992|pp. 284–292, 328–345, 351–359|Sharpe, 1992}}.</ref>. Nel [[1637]] si arrivò alla conclusione di abolire il governo scozzese presieduto dai vescovi a favore di un governo presbiteriano: il re accolse questa decisione come un affronto alla sua autorità. A [[Edimburgo]], infatti, un gruppo di aristocratici, commercianti, ecclesiastici e membri del popolo formarono un comitato di opposizione alla politica promossa dal re e da Laud, che prese il nome di ''Convenzione'' (''Covenant''), affermando che nessuna modifica in campo religioso potesse essere accettata senza l'autorizzazione del Parlamento e delle ''Kirk'' presbiteriane<ref>{{Cita|Carlton, 1995|pp. 189-197}}.</ref>.
 
Quando nel [[1639]] scoppiarono le cosiddette [[Guerre dei Vescovi]]<ref>{{Cita|Sharpe, 1992|pp. 792-794}}.</ref>, Carlo cercò di raccogliere tasse e di approntare un esercito ma non ottenne nulla di ciò che aveva sperato. La guerra si concluse con una umiliante firma di pace con l'accordo di [[Berwick Castle|Berwick]], per mezzo del quale la Scozia ottenne libertà civili e religiose<ref>{{cita|Carlton, 1995|pp. 197-199|Carlton, 1995}}.</ref><ref>{{cita|Cust, 2005|pp. 230-231|Cust, 2005}}.</ref><ref>{{cita|Sharpe, 1992|pp. 792-794|Sharpe, 1992}}.</ref>. La disfatta di Carlo nella gestione militare degli affari scozzesi comportò una crisi finanziaria tale da mettere fine al periodo in cui il sovrano aveva potuto imporre il suo governo assoluto. Nel 1640 Carlo fu costretto a riunire il Parlamento per cercare di ottenere denaro<ref>{{cita|Cust, 2005|p. 251|Cust, 2005}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 294|Gregg, 1981|}}.</ref>.
 
== Parlamento "Corto" e "Lungo" ==
[[File:Charles I with M. de St Antoine (1633); Anthony Van Dyck.jpg|thumb|left|''[[Ritratto di Carlo I con M. de Saint-Antonie suo maestro di equitazione]]'', opera di [[Antoon van Dyck]]]]
Nel [[1640]] l'esercito della Convenzione ottenne importanti successi militari: gli scozzesi sconfissero le armate inglesi e arrivarono a conquistare la città di [[Newcastle upon Tyne|Newcastle]] e le contee di [[Northumberland]] e del [[Durham]]<ref>{{Cita|Cust, 2005|pp. 262-263}}.</ref> ed erano pronti a marciare su [[York]].
Senza alcuna alternativa, Carlo convocò il Parlamento nell'aprile del [[1640]]<ref>{{Cita|Morgan|p. 274}}.</ref>. Pur di ottenere denaro per le operazioni militari, il re concesse l'annullamento della ''ship money''. Ma quando il Parlamento mosse accuse verso alcuni comportamenti tenuti dal sovrano durante gli undici anni di governo assoluto e bloccò temporaneamente i sussidi, Carlo lo sciolse nel mese di maggio, dopo sole tre settimane di attività<ref name=":0">{{Cita|Morgan|p. 274}} e {{Cita|Gardiner|p. 78 §1}}</ref>. Per questo motivo questa convocazione parlamentare prese il nome di ''Parlamento Corto,'' conosciuto anche colcon il nome di ''Parlamento breve'' (''Short Parliament'')<ref name=":0" />.
 
Nel frattempo, Carlo tentò di sconfiggere gli scozzesi, ma subì solamente pesanti sconfitte; fu così costretto a firmare ancora una volta un'umiliante pace con il trattato di Ripon (ottobre 1640), che mise fine nell'ottobre, alla Seconda Guerra dei Vescovi<ref>{{Cita|Gregg, 1981|p. 315}}.</ref>. Decise, quindi, di convocare il ''[[Magnum Concilium]]'', un'antica assemblea che riuniva tutti i pari del regno. Era la prima volta da secoli. In seguito a riunioni con i pari del regno, Carlo I decise di convocare una seconda volta il Parlamento: ebbe inizio il cosiddetto ''Parlamento Lungo''.
 
[[File:King Charles I and his adherents.jpg|thumb|Stampa raffigurante Carlo I e i suoi sostenitori, che presero il nome di [[Cavalier (realista)|Cavaliers]]]]
 
Il Parlamento Lungo, costituito il 3 novembre 1640, si dimostrò subito non favorevole al sovrano<ref>{{Cita|Gregg, 1981|p. 323}}.</ref>. Se da una parte la [[Camera dei lord]] si era schierata in difesa del re, il nuovo gruppo dirigente del Parlamento, guidato da [[John Pym]], e la Chiesa si trovarono in disaccordo con la linea politica di Carlo e fecero il possibile per ostacolare il re e i suoi consiglieri, in particolare il conte di Strafford<ref>{{Cita|Gregg, 1981|p. 327}}.</ref>. A febbraio, temendo che il re potesse sciogliere il Parlamento una nuova volta, fu presentata una legge che escludeva il controllo regio sul Parlamento. Questa nuova legge, chiamata ''Atto Triennale'', prevedeva che il Parlamento si riunisse obbligatoriamente ogni tre anni, che non potesse sciogliersi prima di cinquanta giorni e che fossero i deputati a scegliere i loro ''speakersspeaker''<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|pp. 191-192|Kishlansky, 1999}}.</ref>. Carlo si vide costretto a firmare. Nel periodo che seguì il re dovette procedere a una totale rivisitazione dei suoi progetti politici: la legge ''ship money'' fu abolita, assieme alla tassa sul rifiuto del cavalierato; William Laud e il [[Thomas Wentworth, I conte di Strafford|conte di Strafford]] furono giustiziati, il primo solo nel 1645, il secondo già nel 1641; l'operato della ''Star Chamber'' e dell'[[Alta Commissione]] furono interrotti<ref>{{Cita|Gregg, 1981|p. 335}}.</ref>. Nonostante questo, Carlo riuscì a ripianare i rapporti con la Scozia riconoscendo la [[Presbiterianesimo|religione presbiteriana]] come ufficiale: il suo viaggio nelle città di [[Edimburgo]] e [[Glasgow]] fu trionfale<ref name="cita-Starkey-2006-p112">{{Cita|Starkey, 2006|p. 112}}.</ref>. Se nel Parlamento e tra il popolo di Londra era circondato da nemici, Carlo aveva trovato negli scozzesi un potente alleato.
 
Mentre il re faceva ritorno a Londra dal suo viaggio in Scozia, le Camere redassero nel novembre [[1641]] la ''[[Grande Rimostranza]]'', una lista degli errori imperdonabili commessi da Carlo e dai suoi ministri e collaboratori sinfin dagli inizi del suo regno<ref name="cita-Starkey-2006-p112"/>. Il Parlamento si spaccò in due diverse fazioni, l'una a sostegno del re, l'altra contro. Il 23 novembre la Grande Rimostranza fu approvata con una strettissima maggioranza dal Parlamento<ref>{{Cita|Starkey, 2006|p. 113}}.</ref>. Subito dopo, il re mise al sicuro in tutta fretta la famiglia reale e lasciò [[Londra]]. Le forze del Parlamento presero possesso della città. La situazione militare sui confini irlandesi era intanto divenuta insopportabile; era necessario approntare in fretta un esercito che mettesse a tacere la rivolta irlandese. Tuttavia si decise di non affidare il comando dell'esercito al sovrano, che avrebbe potuto farne uso in seguito contro il Parlamento. Carlo protestò ma venne approvata una legge, l'''Ordinanza della Milizia'' che escludeva la possibilità di affidare l'esercito al re<ref>{{Cita|Carlton, 1995|p. 237}}.</ref>.
 
Quando vennero scoperte lettere della moglie di Carlo, [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria di Borbone]], che facevano intendere una possibile alleanza con i paesi cattolici del continente, si decise di accusare e arrestare la cattolica regina<ref>Enrichetta Maria tenne una fitta corrispondenza epistolare con la corte francese durante tutto il periodo di permanenza in Inghilterra. (Petrie)</ref>. Carlo non poteva tollerarlo: il 4 gennaio, con al seguito un gruppo di soldati fece irruzione nel Parlamento per arrestarne cinque membri particolarmente coinvolti<ref>{{Cita|Carlton, 1995|p. 232}}.</ref>. Quando fu all'interno e chiese allo ''speaker'' di indicargli i cinque traditori, questo rispose: «Non ho occhi per vedere né lingua per parlare, tranne quelli che questa Camera mi concederà»<ref>{{Cita|Robertson, 2005|p. 62}}.</ref>. Questa fu l'ultima goccia: il sovrano fu costretto a lasciare definitivamente la capitale, favorevole al Parlamento<ref>{{Cita|Ago-Vidotto, 2006|p. 117}}.</ref>, e a recarsi nelle regioni del nord per radunare un esercito; contemporaneamente, la regina partì per [[Parigi]].
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Il clima era teso in tutto il Paese; la popolazione si era divisa tra sostenitori del re e sostenitori del Parlamento. Carlo I controllava con il suo esercito, finanziato in modo particolare dall'aristocrazia, la parte nord e ovest dell'Inghilterra, le cui maggiori città erano [[Nottingham]] e [[Oxford]], mentre il Parlamento teneva [[Londra]] e le regioni a sud-est<ref>{{cita|Cust, 2005|p. 352|Cust, 2005}}; {{cita|Hibbert, 1968|p. 182|Hibbert, 1968}}; {{cita|Loades, 1974|p. 422|Loades, 1974}}; {{cita|Loades, 1974|pp. 423-424|Loades, 1974}}.</ref>.
 
Nonostante i negoziati, venne dichiarata la guerra. Il 23 ottobre [[1642]] avvenne, nei pressi della cittadina di Edgehill, il primo scontro armato tra i due eserciti. A capo dell'esercito regio c'era [[Ruperto del Palatinato|Rupert]], nipote di Carlo, mentre il Lord Generale del Parlamento era il [[conte di Essex]]. La [[battaglia di Edgehill]] non ebbe vincitori: se da una parte la cavalleria del re mise in fuga inizialmente la fanteria parlamentare, poi questa riuscì a contenere i successivi assalti, dando inizio a una situazione di stallo<ref group="N">Tutte le battaglie della rivoluzione inglese videro contrapposte le truppe regie, fedeli a Carlo I (e poi a Carlo II) e quelle parlamentari: l'esercito regio basava la sua forza sul tradizionale intervento della cavalleria - accompagnando a questa una concezione della stessa di stampo prettamente feudale: gli aristocratici erano infatti "soldati a cavallo", che intervenivano per smembrare la fanteria avversaria. Gli uomini del Parlamento invece, in gran parte di medio-bassa estrazione sociale, furono arruolati in gran parte come fanti con picche o moschetti: erano le "teste rotonde", così definiti per il taglio molto corto dei capelli (Kishlansky); tuttavia l'impiego di un'efficace cavalleria "borghese" nelle file del parlamento (i temibili "Ironsides"), dotata degli stessi equipaggiamenti della controparte eppure estremamente versatile, doveva ribaltare la concezione stessa della cavalleria: da cosa dei nobili, il monopolio militare del cavallo diverrà appannaggio dello Stato, garante di equipaggiamento e mobilità sociale.</ref><ref>{{cita|Carlton, 1995|p. 248|Carlton, 1995}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 368|Gregg, 1981}}.</ref>. Dopo questo inconcludente scontro ebbero luogo una serie di battaglie a favore di Carlo: l'esercito regio vinse a [[battaglia di Chalgrove Field|Chalgrove Field]] (18 giugno [[1643]]), a [[Battaglia di Lansdowne|Lansdowne]] (5 luglio) e presso [[battaglia di Roundway Down|Roundway Down]] (13 luglio). Il 2 luglio [[1644]] però, le sorti della guerra virarono a favore del Parlamento. Con la [[battaglia di Marston Moor]], l'esercito parlamentare guidato dal [[colonnello]] di cavalleria [[Oliver Cromwell]] sbaragliò le truppe del re<ref>{{Cita|Gregg 1981|pp. 382-386}}.</ref>. Grazie alla vittoria, il Parlamento estese il suo controllo fino alla città di [[York]]. Per l'inverno, le truppe di entrambi gli schieramenti si ritirarono<ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 382-386|Gregg, 1981}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 388-389|Gregg, 1981}}.</ref>.
 
[[File:Charles I (1630s).jpg|thumb|left|Carlo I in armatura ritratto da [[Antoon van Dyck]]]]
 
Con l'arrivo dell'estate gli scontri ripresero. Il 14 giugno [[1645]] ebbe luogo quella che è considerata una delle maggiori battaglie della guerra, la [[battaglia di Naseby]]: le truppe del re furono annientate<ref>{{Cita|Cust, 2005|pp. 403-405}}; {{Cita|Gregg, 1981|pp. 396-397}}</ref>. Carlo dovette fuggire e riparare a Oxford, che fu messa in stato d'assedio e conquistata, costringendo il re a un'altra fuga. Sconfitto, Carlo decise di mettersi nelle mani dei suoi vecchi alleati, gli scozzesi<ref>{{cita|Cust, 2005|pp. 404-405|Cust, 2005}}; {{cita|Gregg, 1981|p. 396|Gregg, 1981}}.</ref>. Questi, dopo qualche tempo di trattativa con il Parlamento, decisero di cedere, dietro ingente compenso, il re ai suoi nemici. Il re fu scortato nel villaggio di [[Oatlands (Surrey)|Oatlands]] e poi trasferito a Londra, presso il palazzo di [[Hampton Court]]<ref>{{Cita|Carlton, 1995|pp. 312-314}}.</ref>. Di qui, dove era riconosciuto ancora come sovrano e dove in apparenza trattava in tutta tranquillità, preferì tentare di fuggire. Inizialmente si era pensato a un ricongiungimento con la moglie Enrichetta Maria, fuggita in [[Francia]] alla corte del nipote [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], ma poi fu deciso di riparare nell'[[isola di Wight]], al largo della costa meridionale inglese, dove alloggiò nel [[castello di Carisbrooke]]<ref>{{Cita|Noonan, 1999|p. 81}}.</ref>.
 
Vicino al Parlamento ma comunque distante dal centro del potere, Carlo poteva incominciare i delicati negoziati con i suoi avversari. Il sovrano rinunciò a tutte le proposte del Parlamento<ref>Il Parlamento gli aveva proposto di ritornare in segreto sul trono, rinunciando ad alcuni privilegi; oppure a ritirarsi in favore del figlio minore, [[Enrico Stuart|Enrico]].</ref> e decise di allearsi nuovamente con gli scozzesi, promettendo in cambio di imporre come religione ufficiale in Inghilterra il [[presbiterianesimo]] per tre anni di prova<ref>Questa promessa fatta dal re agli scozzesi prese il nome di "Impegno"</ref>. Scoppiò così la Seconda guerra civile: diecimila soldati scozzesi penetrarono in territorio inglese guidati dal generale [[James Hamilton, I duca di Hamilton|James Hamilton]]<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|pp. 232-235|Kishlansky, 1999}}.</ref>. Contemporaneamente all'invasione scozzese, le regioni di [[Kent]], [[Essex]] e [[Cumberland (Regno Unito)|Cumberland]] si ribellarono al potere parlamentare. Poco dopo anche il [[Galles]] si rivoltò alle truppe del Parlamento. Gli scozzesi non seppero tuttavia approfittare di questi vantaggi e il 17 agosto [[1648]] si scontrarono con l'esercito parlamentare nella [[battaglia di Preston (1648)|battaglia di Preston]]<ref>{{cita|Carlton, 1995|pp. 329-330|Carlton, 1995}}.</ref><ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 424|Gregg, 1981}}.</ref>. Fu una disfatta totale: vennero catturati migliaia di scozzesi e fu preso anche il generale Hamilton, che venne trasferito a Londra e, dopo un processo sommario, fu condannato a morte con l'accusa di [[alto tradimento]]. Dopo la battaglia, tutte le città realiste si arresero, con l'eccezione di [[Colchester]], che venne espugnata con la forza, poco tempo dopo.
 
== L'accusa di tradimento e la condanna a morte ==
=== Il processo ===
[[File:The execution of King Charles I from NPG.jpg|thumb|Disegno tedesco raffigurante l'esecuzione capitale di Carlo I]]
Carlo venne trasferito dall'isola di Wight al [[Hurst Castle|castello di Hurst]] e poi in [[castello di Windsor|quello di Windsor]]<ref>{{cita|Carlton, 1995|pp=335–337}}; {{cita|Gregg, 1981|pp=429–430}}; {{cita|Hibbert, 1968|pp=253–254}}.</ref>. NelA gennaio del [[1649]] la [[Camera dei comuni (Regno Unito)|Camera dei comuni]] approvò una legge con la quale si istituiva una commissione con il compito di processare il sovrano. Dopo la prima guerra civile, il Parlamento avrebbe accettato Carlo come re conferendogli poteri e privilegi più limitati e dando maggiori incarichi alle Camere. Il re aveva rifiutato sdegnosamente qualsiasi proposta e aveva dato inizio alla seconda guerra civile, vista come un inutile spargimento di sangue fra connazionali: non aveva quindi più nessuna possibilità di tornare a regnare sui Tre regni<ref group="N">Inghilterra, Scozia e Irlanda non erano ancora uniti nel [[Regno Unito]] ma erano tre entità territoriali e culturali ben distinte tra loro.</ref>.
 
Nella storia inglese vari monarchi avevano abdicato o erano stati deposti con la forza, ma nessuno mai era stato giustiziato pubblicamente. La Corte di Giustizia stabilì che 135 commissari dovessero processare e, se trovato colpevole, condannare re Carlo I<ref>{{cita|Gregg, 1981|p. 433|Gregg, 1981}}.</ref>. L'accusa fu condotta da [[John Cooke]], nominato ''Solicitor General''<ref>{{cita|Gregg, 1981|pp. 435-436|Gregg, 1981}}.</ref><ref>{{cita|Robertson, 2005|pp. 143-144|Robertson, 2005}}.</ref>.
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=== La morte del re ===
[[File:DelarocheCromwell.jpg|thumb|left|''Oliver Cromwell presso la bara di Carlo I'', opera di [[Paul Delaroche|Hippolyte Delaroche]]]]
Il 30 gennaio [[1649]] Carlo I venne condotto fuori da Whitehall e portato su una piattaforma costruita per l'occasione e decapitato. Si dice che Carlo indossò, prima di essere giustiziato, due camicie di cotone, per evitare che il popolo, vedendolo tremare di freddo, pensasse che tremava di paura andando incontro alla morte<ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 210|Kishlansky, 1999}}.</ref>. Dopo aver detto una preghiera piegò la testa: il boia gliela recise con un solo colpo ben piazzato. Le sue ultime parole furono: «Passo da un mondo corruttibile a uno incorruttibile, dove c'è pace, tutta la pace possibile»<ref name="p204" /><ref>{{cita|Kishlansky, 1999|p. 209|Kishlansky, 1999}}.</ref>.
 
[[Philip Henry (chierico)|Philip Henry]], che era presente e annotò i vari momenti dell'esecuzione, afferma che numerose persone si avviarono verso il cesto dov'era la testa del re per intingere dei fazzoletti bianchi nel sangue di Carlo, dando così inizio al culto del [[re]] [[martirio (cristianesimo)|martire]]. Tuttavia nessun altro cronista dell'epoca ha tramandato questo aneddoto, nemmeno [[Samuel Pepys]]<ref group="N">Philp Henry rese pubblico il suo scritto durante il periodo della restaurazione; si pensa quindi sia stato scritto dal chierico per accattivarsi le simpatie didel re [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]].</ref>.
 
È ancor oggi aperto il dibattito su chi sia stato il [[boia]] che eseguì la decollazione di Carlo. Le fonti dell'epoca infatti negano che si sia trattato di [[Richard Brandon]], il boia ufficiale della città di Londra, considerando inoltre che quel giorno era assente sul posto<ref>{{cita|Edwards|p. 173|1999}}.</ref>. Numerose sono le attribuzioni anche se il vero responsabile non fu mai individuato. [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]], quando diventò re, nel [[1660]] condannò undici uomini per l'omicidio del padre ma non riuscì nemmeno allora a scoprire l'identità del boia. Studi compiuti nel [[1813]] hanno concluso che l'esecutore doveva essere esperto nel suo lavoro<ref>{{cita|Robertson, 2005|p. 333|Robertson, 2005}}.</ref>.
 
[[Oliver Cromwell]], uno dei maggiori antagonisti del re, permise che la testa del sovrano fosse ricucita al corpo e che fossero eseguiti, in forma privata, i funerali<ref name="Gregg p. 445">{{cita|Gregg, 1981|p. 445|Gregg, 1981}}.</ref>. Il 7 febbraio [[1649]] un ristretto gruppo di fedeli seppellì il corpo di Carlo nella cappella del [[castello di Windsor|Palazzo di Windsor]]<ref name="Gregg p. 445"/><ref>{{cita|Edwards, 1999|p. 188|Edwards, 1999}}.</ref>. Carlo II pensò successivamente alla costruzione di un grande mausoleo per onorare il padre, ma non riuscì mai a realizzarlo<ref>{{cita|Kishlansky, Morrill, 2008||Kishlansky, Morrill, 2008}}.</ref>. Dopo la morte di Carlo il potere passò definitivamente nelle mani del Parlamento Lungo e in seguito in quelle di Oliver Cromwell, che venne eletto [[Lord protettore]]. Solo nel 1660 il figlio maggiore di Carlo, [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]], riuscirà a tornare sul trono d'Inghilterra.
 
Poco tempo dopo la decapitazione del sovrano apparve un libriccino, subito ritenuto essere una [[monografia]] di Carlo. Il libro, dal titolo greco Εἰκὼν Βασιλική ''Eikṑn Basilikḕ'' ("Ritratto regale"), conteneva un'esaltazione della figura del sovrano e della sua politica. Uno dei più fedeli seguaci del re, William Levett, che lo aveva seguito sinofino al giorno dell'esecuzione capitale, testimoniò di aver visto Carlo scrivere il libro<ref>La testimonianza è raccolta nel volume in lingua inglese ''The Life of Charles the First, the Royal Martyr'' di Charles Wheeler Coit edito nel 1926, ma ristampato nel 2006.</ref>. I membri del Parlamento, irritati e spaventati per la diffusione del libro, commissionarono al poeta e scrittore [[John Milton]] la stesura di un libro che andasse contro il contenuto della monografia, intitolato, sempre in lingua greca, Εἰκονοκλαστής ''Eikonoklastḕs'' ("Iconoclasta")<ref>{{Cita|Gregg, 1981|p. 445}}.</ref>.
 
== Carlo I e l'arte ==
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Dopo la caduta di [[Richard Cromwell]] e del [[Commonwealth]] e il ritorno sul trono di Carlo II, la figura di Carlo I fu completamente riabilitata. Il nuovo sovrano decise di ricordare il padre istituendo un giorno per la sua commemorazione; fu scelto il 30 gennaio, data in cui Carlo era stato decapitato davanti al [[palazzo di Whitehall]]<ref name=":1">{{Cita|Charles I}}.</ref>. Il giorno fu inserito nel ''Libro delle preghiere comuni'' e Carlo I fu venerato come [[santo]] e [[martirio (cristianesimo)|martire]] della [[Chiesa anglicana|Chiesa anglicana d'Inghilterra]]<ref name="Mitchell2012">{{Cita libro|cognome=Mitchell|nome=Jolyon|titolo=Martyrdom: A Very Short Introduction|data=29 novembre 2012|editore=Oxford University Press|isbn=978-0-19-164244-9|p=99|citazione=In 1660 the convocations of Canterbury and York canonized King Charles.}}</ref>, e la sua festa fu considerata giorno solenne fino al 1859, quando la solennità divenne una festa minore nel calendario liturgico<ref name=":1" />.
 
Ci sono numerose chiese anglicane ed episcopali dedicate a ''Carlo re e martire'' in tutto il territorio di Inghilterra, [[Canada]], [[Australia]] e [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Nel [[1894]] fu istituita una [[Organizzazione|società]] in memoria di Carlo I, la ''Society of King Charles the Martyr'' (''Società di re Carlo il Martire''), su iniziativa della signora Greville-Negent in collaborazione con Fr. James Fish, rettore della chiesa londinese St Margaret Pattens<ref>{{Cita pubblicazione| cognome= Simpson| nome = James| data = 26 febbraio 1995| titolo = King Charles the Martyr's Small, Devoted Following| url = http://www.episcopalarchives.org/cgi-bin/the_living_church/TLCarticle.pl?volume=210&issue=9&article_id=10| pubblicazione = The Living Church| editore = The Living Church Foundation| volume = 210| numero = 9| pp = 9-10| accesso = 28 ottobre 2015}}</ref>. Gli obiettivi della Società sono di ristabilire il culto di Carlo e di reintrodurre nel ''Libro delle preghiere comuni'' il 30 gennaio in memoria del re come giorno di festa della Chiesa anglicana.
 
Carlo è considerato da molti un martire per essere stato decapitato dai membri del Parlamento senza giustificazioni fondate (la colpa fu dedotta infatti dal suo rifiuto di rispondere) e per la sua strenua difesa, durante tutto il suo regno, della vera religione anglicana<ref>{{cita|Cust, 2005|p. 461|Cust, 2005}}.</ref>.
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== Discendenza ==
Il matrimonio tra Carlo Stuart ed Enrichetta Maria vide la nascita di nove figli, due dei quali morirono poco dopo il parto o nella prima [[infanzia]]. Altri due (Carlo e Giacomo) sarebbero diventati sovrani d'Inghilterra e Scozia<ref>{{Cita|Weir, 1996|pp. 252-254}}.</ref>.
*Carlo Giacomo (*†13 marzo [[1629]]), duca di Cornovaglia.
*[[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]] (*[[1630]] †[[1685]]†1685), sposa nel [[1663]] [[Caterina di Braganza]] (*1638 †1705) senza discendenti legittimi. Ebbe molte amanti e numerosi figli illegittimi, tra cui il più celebre fu [[James Scott, I duca di Monmouth]].
*[[Maria Enrichetta Stuart|Maria Enrichetta]] (*[[1631]] †[[1660]]†1660), principessa reale e principessa d'Orange. Sposa nel [[1648]] [[Guglielmo II d'Orange]]. Con discendenza.
*[[Giacomo II d'Inghilterra|Giacomo II]] (*[[1633]] †[[1701]]†1701), sposa nel [[1659]] [[Anna Hyde]]. Con discendenza. La moglie morì nel [[1671]]. Si risposa nel [[1673]] con la cattolica [[Maria Beatrice d'Este (1658-1718)|Maria Beatrice d'Este]]. Con discendenza.
*[[Elisabetta Stuart (1635-1650)|Elisabetta]] (*[[1635]] †[[1650]]†1650).
*[[Anna Stuart (1637-1640)|Anna]] (*[[1637]] †[[1640]]†1640).
*Caterina (*†29 gennaio [[1639]]).
*[[Enrico Stuart|Enrico]] (*[[1640]] †[[1660]]†1660), duca di Gloucester.
*[[Enrichetta d'Inghilterra|Enrichetta Anna]] (*[[1644]] †[[1670]]†1670), sposa nel [[1661]] [[Filippo I di Borbone-Orléans]]. Con discendenza. Fu attraverso la figlia [[Anna Maria di Borbone-Orléans|Anna Maria]], andata in sposa a [[Vittorio Amedeo II di Savoia]], che il titolo di Re d'Inghilterra, Irlanda e Scozia, secondo la [[linea di successione della Casa degli Stuart]], passò a [[Carlo Emanuele IV di Savoia]], pronipote e successore di Vittorio Amedeo II.
 
== Ascendenza ==
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=== Titoli ===
Nel corso della sua vita, Carlo fu insignito dei seguenti titoli e appellativi<ref name="cita-Weir-1996-p252">{{Cita|Weir, 1996|p. 252}}.</ref>:
* 19 novembre [[1600]] – 27 marzo [[1625]]: [[Principe]] (o ''Lord'') Carlo.
* 23 dicembre [[1600]] – 27 marzo [[1625]]: Il [[duca d'Albany]].
* 6 gennaio [[1605]] – 27 marzo [[1625]]: Il [[duca di York]].
* 4 novembre [[1616]] - 27 marzo [[1625]]: Il [[principe di Galles]].
* 27 marzo [[1625]] - 30 gennaio [[1649]]: ''Sua Maestà'' il [[Re]].
 
=== Appellativo ===
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* {{Cita libro|autore=Herbert L. Byrd Jr.|titolo=Proclamation 1625: America's Enslavement of the Irish|url=https://books.google.it/books?id=A1T-CwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso=13 novembre 2016|anno=2016|editore=FriesenPress|città=Victoria|cid=Byrd Jr., 2016|ISBN=978-1-4602-8564-0}}
* {{cita libro| Didier | Bodart | Van Dyck | 1997 | Giunti | Prato}}
* {{cita libro| Mario | Borsa | La fine di Carlo I | 1936 | Mondadori | Verona}}
* {{cita libro |Charles Carlton|anno=1995 |titolo=Charles I: The Personal Monarch |url=https://archive.org/details/charlesipersonal0000carl_d7a2 |edizione=seconda edizione|città=Londra |editore=Routledge |isbn=0-415-12141-8|lingua=en|cid=Carlton, 1995}}
* {{cita libro|autore=Richard Cust|anno=2005|titolo=Charles I: A Political Life, Harlow: Pearson Education|url=https://archive.org/details/charlesipolitica00cust|isbn=0-582-07034-1|lingua=en|cid=Cust, 2005}}
* {{Cita libro|autore=S.R. Gardiner|curatore=Stephen Leslie|titolo=Charles I|url=https://archive.org/details/dictionarynatio30stepgoog|accesso=29 ottobre 2016|collana=Dictionary of national biography|anno=1887|editore=Smith, Elder, & Co - MacMillan and Co|città=Londra - New York|lingua=En|pp=67-84|volume=10|oclc=2763972|cid=Gardiner}}
* {{cita libro|autore=Pauline Gregg|anno=1981|titolo=King Charles I|città=Londra|editore=Dent|isbn=0-460-04437-0|lingua=en|cid=Gregg, 1981}}
* {{Cita libro|autore=Christopher Hibbert|titolo=Charles I|url=https://archive.org/details/charlesxiiofswed00hatt|anno=1968|editore=Weidenfeld & Nicolson|città=Londra|lingua=en|cid=Hibbert, 1968|oclc=36850}}
* {{cita libro| David | Hillam | Kings, Queens, Bones and Bastards: Who's who in the English Monarchy from Egbert to Elizabeth II | 1998 | Sutton | Gloucestershire|lingua= en |isbn= 0-7509-2340-7}}
* {{cita libro|autore=Justus Müller Hofstede|titolo=Van Dyck|anno=2004|editore=Rizzoli/Skira|città=Milano|cid=Müller Hofstede, 2004|SBN=IT\ICCU\FOG\0128606}}
* {{cita libro| Mark | Kishlansky | L'età degli Stuart | 1999 | Il Mulino | Bologna|isbn= 88-15-07216-0 |cid=Kishlansky, 1999}}
* {{Cita libro|autore=Kenneth O. Morgan|titolo=Storia dell'Inghilterra da Cesare ai giorni nostri|ed=8|anno=2001|editore=Bompiani|città=Milano|cid=Morgan|isbn=88-452-4639-6}}
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|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani del Regno Unito|Re d'Irlanda]]
|periodo = [[1625]] - [[1649]]
|precedente = [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]]
|successivo = [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]]
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|periodo = [[1616]] - [[1625]]
|precedente = [[Enrico Federico Stuart|Enrico Federico, principe di Galles]]
|successivo = [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo, principe di Galles]]<br />Poi sovrano colcon il nome di Carlo II
|immagine = Prince of Wales's feathers Badge.svg
}}
Riga 411:
|periodo= [[1612]] - [[1625]]
|precedente = [[Enrico Federico Stuart|Enrico Federico, duca di Cornovaglia]]
|successivo = [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo, duca di Cornovaglia]]<br />Poi sovrano colcon il nome di Carlo II
}}
{{Box successione
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|periodo = [[1612]] - [[1625]]
|precedente = [[Enrico Federico Stuart|Enrico Federico, duca di Rothesay]]
|successivo = [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo, duca di Rothesay]]<br />Poi sovrano colcon il nome di Carlo II
|immagine = Coat of Arms of the Duke of Rothesay.svg
}}