Partito Nazionale Fascista: differenze tra le versioni

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L’ubicazione della sede del partito che era sbagliata essendoci in via della lungara 230 Villa Farnesina e non il palazzo della Farnesina
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m Annullata la modifica 139387959 di 79.49.21.66 (discussione) nessuna fonte aggiunta, Villa Farnesina non risulta essere stata la sede centrale del PNF, ruolo per il quale invece venne edificato appositamente il Palazzo della Farnesina
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|dissoluzione = 2 agosto [[1943]]
|confluito in = [[Partito Fascista Repubblicano]]
|sede = Via della Lungara 230, [[VillaPalazzo della Farnesina]], [[Roma]]
|abbreviazione = PNF
|ideologia = [[Fascismo]]<ref>{{cita|Mussolini e Gentile}}.</ref><ref name="A History of Fascism, 1914-1945" /><br/>[[Nazionalismo italiano]]<ref>{{cita libro|autore-capitolo=Roger Griffin|capitolo=Nationalism|curatore=Cyprian Blamires|titolo=World Fascism: A Historical Encyclopedia|volume=2|città=Santa Barbara, California|editore=ABC-CLIO|anno=2006|pp=451–453|lingua=en}}</ref><br />[[Nazionalismo rivoluzionario]]<ref>{{en}} Roger Griffin, «How fascist was Mussolini?», ''New Perspective'', vol. 6, no. 1, September 2000, pp. 31–35.</ref><ref>{{en}} Aristotle A. Kallis, «Perversions of Nationalism», in Guntram H. Herb, David H. Kaplan (a cura di), ''Nations and Nationalism: A Global Historical Overview'', Santa Barbara, Califoria, ABC-CLIO, 2008, p. 515.</ref><br />[[Militarismo]]<ref name="A History of Fascism, 1914-1945">{{cita|Payne}}.</ref><br>[[Conservatorismo nazionale]]<ref>{{cita|Payne|p. 106}}.</ref><ref name="Cyprian Blamires 2006. pp. 451-453">Roger Griffin, "Nationalism" in Cyprian Blamires, ed., ''World Fascism: A Historical Encyclopedia'', vol. 2 (Santa Barbara, California: ABC-CLIO, 2006), pp. 451–53.</ref><ref>{{Cita libro|autore=Riley, Dylan|titolo=The Civic Foundations of Fascism in Europe: Italy, Spain, and Romania, 1870–1945|url=https://books.google.com/books?id=Lc_KTSUOQPkC&pg=PA42|anno=2010|editore=Johns Hopkins University Press|isbn=978-0-8018-9427-5|p=42}}</ref><br/>[[Corporativismo]]<ref>{{en}} Robert Millward. ''Private and Public Enterprise in Europe: Energy, Telecommunications and Transport, 1830–1990''. Cambridge, Inghilterra: Cambridge University Press, 2005, p. 178.</ref><ref>{{en}} Cyprian Blamires, ''World Fascism: A Historical Encyclopedia, Volume 1'', Santa Barbara, California: ABC-CLIO, 2006, p. 535.</ref><br><ref name="Mark Antliff 2007. p. 171">Mark Antliff. ''Avant-Garde Fascism: The Mobilization of Myth, Art, and Culture in France, 1909–1939''. Duke University Press, 2007. p. 171.</ref><ref>{{Cita libro|autore=Walter Laqueur|titolo=Fascism: A Reader's Guide : Analyses, Interpretations, Bibliography|url=https://books.google.com/books?id=2s8OaLD7y_oC&pg=PA341|anno=1978|editore=U of California Press|p=341|isbn=978-0-520-03642-0}}</ref><ref name="Maria Sop Quine 1995. pp. 46-47">Maria Sop Quine. ''Population Politics in Twentieth Century Europe: Fascist Dictatorships and Liberal Democracies''. Routledge, 1995. pp. 46–47.</ref><br />[[Imperialismo]]<ref name="A History of Fascism, 1914-1945" /><br>[[Populismo]]<ref>{{Cita libro|titolo=The United States, the Soviet Union and the Geopolitical Implications of the Origins of the Cold War|nome=Nicolas|cognome=Lewkowicz|anno=2018|editore=Anthem Press|p=42}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Fascism Past and Present, West and East|editore=Columbia University Press|p=47|anno=2006|nome=Roger|cognome=Griffin}}</ref><br>[[Terza posizione (ideologia)|Terza posizione]]<ref>{{en}} Denis Mack Smith, ''Modern Italy: A Political History'', University of Michigan Press, 1979, pp. 284, 297.</ref><ref>{{en}} Denis Mack Smith, ''Mussolini'', New York: Vintage Books, 1983, p. 38.</ref><ref>{{cita|Payne|p. 99}}.</ref><br />[[Socialismo nazionale]]<ref>Arrigo Petacco, ''Il comunista in camicia nera: Nicola Bombacci tra Lenin e Mussolini'', Milano, Mondadori, 1997.</ref><br>[[Monarchismo]]<ref>Indro Montanelli, Mario Cervi, ''L'Italia in Camicia nera'', Rizzoli, 1976, p. 113.</ref> <small>(dal 1922)</small><br />[[Autarchia]]<ref>{{en}} Alexander J. De Grand, ''Italian Fascism: Its Origins and Development'', ed. 3, Lincoln, Nebraska: University of Nebraska Press, 2000, pp. 31–33.</ref> <small>(dal 1936)</small><ref>Il regime fascista intraprese la via autarchica come reazione alle [[sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni economiche all'Italia]]. In precedenza, il fascismo aveva sostenuto il [[liberismo]] (dal 1922 al 1927, con il ministro fascista di idee liberiste [[Alberto de' Stefani]]) e in seguito un maggior [[protezionismo]]</ref><br />[[Antisemitismo]]<ref name="Oliva2007">Gianni Oliva, ''L'ombra nera. Le stragi nazifasciste che non ricordiamo più'', Mondadori, Collana: Le scie, 2007.</ref> <small>(dal 1938)</small>
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Le sedi locali del partito erano denominate [[Casa del Fascio|case del Fascio]]. Dopo l'emanazione nel [[1926]] delle cosiddette [[leggi fascistissime]] il Partito Nazionale Fascista fu l'unico partito ammesso in Italia fino al 25 luglio [[1943]], e dotandosi di un proprio [[s:Statuto del Partito Nazionale Fascista|statuto]]. Il ''[[Gran Consiglio del Fascismo]]''<ref>legge n. 2693 del 9 dicembre [[1928]]</ref> divenne organo costituzionale del Regno: "organo supremo, che coordina e integra tutte le attività del regime sorto dalla [[rivoluzione fascista|rivoluzione]] dell'ottobre 1922". Il Gran Consiglio deliberava sulla lista dei deputati da sottoporre al corpo elettorale (poi sostituiti dai ''consiglieri nazionali'' della [[Camera dei fasci e delle corporazioni|Camera dei Fasci e delle Corporazioni]]); sugli statuti, gli ordinamenti e le direttive politiche del Partito Nazionale Fascista; sulla nomina e la revoca del Segretario, dei Vicesegretari, del Segretario amministrativo e dei membri del Direttorio nazionale del Partito Nazionale Fascista. Le iscrizioni al Partito aumentarono a dismisura quando, il 29 marzo 1928, si decise che gli iscritti al partito avrebbero avuto la precedenza nelle liste di collocamento (più antica era l'affiliazione, più si "scalavano" le graduatorie).<ref>[http://books.google.com/books?id=ID-0GmjIHwYC&lpg=PA277&ots=iKtFGnc2WD&dq=n.%201003%20decreto%2029%20marzo%201928&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q=n.%201003%20decreto%2029%20marzo%201928&f=false Francesco Luigi Ferrari, "Il Regime Fascista Italiano", Roma 1983, Edizioni di Storia e Letteratura]</ref>
 
Quasi due anni esatti dopo, il 28 marzo [[1930]], si decretò che per poter svolgere gli incarichi scolastici di alto livello (presidi e rettori) bisognava essere tesserati almeno da cinque anni. Il 3 marzo del [[1931]] le iscrizioni furono sospese per circa un anno; questo dato fa intuire che molte furono le adesioni al Partito Fascista dettate esclusivamente da interesse:<ref>{{cita|Gambino|p. 99}}.</ref><ref>[http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/12/16/news/una-citta-fascista-solo-per-interesse-ma-tiepida-e-divisa-1.2861494 ''Una città fascista solo per interesse (ma tiepida e divisa)''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140326013622/http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/12/16/news/una-citta-fascista-solo-per-interesse-ma-tiepida-e-divisa-1.2861494 |date=26 marzo 2014 }}, ''[[Corriere delle Alpi]]'', 16 dicembre 2011</ref> contro di esse si mosse il segretario [[Giovanni Giuriati]], [[Scandalo Belloni|attivista anti-corruzione]] che, forse proprio per questa spinta "moralizzatrice", venne destituito dal Duce dopo pochi mesi<ref>Marco Palla, ''Mussolini e il fascismo'', Giunti, Firenze, 1993, pagg. 64-65</ref>. Un ruolo educativo fu proprio dall'Istituto Fascista di Cultura, attualmente Università Popolare degli studi di Milano, che fu convertita da Università Popolare di Milano a Scuola Fascista, che durante tutto il periodo diede formazione e cultura fascista.
 
Nel 1930 furono creati i [[Fasci giovanili di combattimento]]. Gli anni Trenta furono caratterizzati dalla segreteria di [[Achille Starace]], "fedelissimo" di Mussolini e uno dei pochi gerarchi fascisti provenienti dal sud Italia, che lanciò una campagna di fascistizzazione del paese fatta di cerimonie oceaniche e creazione di organizzazioni volte a inquadrare il paese e il cittadino in ogni sua manifestazione (sia pubblica sia privata). Al fine di irregimentare anche i movimenti giovanili Starace portò sotto il controllo diretto del partito sia l'[[Opera nazionale Balilla]] (ONB) sia i Fasci Giovanili, che furono sciolti e fatti confluire nella nuova [[Gioventù Italiana del Littorio]] (GIL).