Codice civile (Italia): differenze tra le versioni

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Il '''codice civile italiano''' è un corpo organico di disposizioni di [[diritto civile]], ma non solo, poiché contiene anche norme di [[diritto processuale civile]] di rilievo generale (es. libro VI - titolo IV) ed alcune norme incriminatrici (es. libro V - titolo XI). Costituisce, insieme alla [[Costituzione della Repubblica Italiana]] ed alle leggi speciali una delle [[fonti del diritto]] civile.
 
== I precedenti ==
Se si eccettuano le leggi civili romane, che costituirono le prime collezioni di diritto d'[[Europa]] (in particolare il ''[[Corpus iuris civilis]]'' giustinianeo) ed arrivarono ad influenzare quelle dei primi dell'[[Secolo XIX|Ottocento]], la codificazione del [[diritto civile]] moderno in [[Italia]] è stata influenzata in modo decisivo dalla codificazione [[Francia|francese]].<br> Negli anni del dominio [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] in Italia fu vigente un codice civile che era la traduzione italiana del ''[[codice napoleonico|code Napoléon]]''; successivamente, dopo la caduta dell'impero[[Impero napoleonico|Impero]] e la [[restaurazioneRestaurazione]], quasi tutti gli [[stati europei]] emanarono codici civili, in gran parte modellati sull'esempio del ''Code Napoléon''.
 
===Il ''Code Napoléon'' e il codiceCodice del 1865===
Il ''Code civil des français'', o ''Code Napoléon'', costituisce in effetti la base del [[Codice Civile (1865)|Codice civile italiano del [[1865]] (detto Codice [[Giuseppe Pisanelli|Pisanelli]], dal nome del Ministro[[ministro guardasigilliGuardasigilli]] di allora): anzi, vi fu una parte (sebbene minoritaria) della [[dottrina]] dell'epoca che era favorevole al recepimento in via diretta del ''Code Napolèon'' come Codice Civile italiano (era famoso lo [[slogan]] di Giuseppe Montanelli: ''«Viva il Regno d’Italiad'Italia! Viva Vittorio Emanuele re d’Italiad'Italia! Viva il Codice Napoleone!»'').<br>
Il primo codice civile della [[Penisola Italianaitaliana]] è il Codice Civile Albertino emanato da [[Carlo Alberto]] con l'[[editto]] del [[20 giugno 1837]] [[Carlo Alberto1837]]. L'editto promulgapromulgava il codice civile per gli Stati di sua maestà il [[re di Sardegna]], perché entrientrasse in vigore il I[[1º gennaio]] del [[1838]]. La versione di [[Codice Civile (1865)|codice civile unitario]] fu elaborato negli anni successivi all'[[unità d'Italia]] sulla base del Codice di Carlo Alberto, ed entrò in vigore nel [[1865]]. Anche questo conteneva una normativa in grandissima parte simile al ''code Napoléon''; eed aveva la stessa struttura del modello al quale si ispirava: era diviso in tre libri, intitolati il primo "Delle persone", il secondo "Dei beni, della proprietà e delle sue modificazioni", il terzo "Dei modi di acquistare e di trasmettere la proprietà e gli altri diritti sulle cose".
 
===Il Codice di commercio per la Colonia Eritrea===
Fu elaborata anche una variante del Codice Pisanelli, poi varata per le colonie d'[[Africa]] da [[Vittorio Scialoja]], con Regio decreto [[28 giugno]] [[1909]], che approvaapprovava il testo del codice di commercio per la colonia [[Eritrea]].
 
==Il Codice civile del 1942==
Il codice civile oggi vigente in Italia (approvato con [[Regio decreto]] [[16 marzo]] [[1942]], n.262), che ha sostituito quello del [[1865]], è il Codice emanato nel [[1942]] e contiene differenze rilevanti rispetto al modello della tradizione francese e italiana dell'Ottocento. Esso risente, oltre che di tale tradizione, anche dell'influenza di un altro modello di codice civile, più recente, che ha avuto un'importanza straordinaria per l'evoluzione della scienza giuridica italiana della prima metà del nostro[[Secolo secoloXIX|Novecento]]: si tratta del ''[[Bürgerliches Gesetzbuch]]'' del [[1900]].
 
Il codice civile del 1942 ha una particolarità unica tra i coevi codici civili europei: contiene sia la disciplina del [[diritto civile]] sia la disciplina del [[diritto commerciale]], che in precedenza erano dettate in due codici diversi.
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===I lavori preparatori===
 
I lavori per la redazione del codice civile presero il via all'indomani della Prima[[prima guerra mondiale]]. Il testo entrato in vigore nel 1942 è il risultato del lavoro di una serie di commissioni e sottocommissioni formate da [[Docente universitario|professori universitari]], [[Magistrato|magistrati]], [[Avvocato|avvocati]] e funzionari, coordinate da [[Filippo Vassalli]]. <ref>Principale collaboratore del Vassalli fu [[Rosario Nicolò]], insieme ai magistrati [[Vincenzo Azzariti]] e [[Dino Mandrioli]].</ref> All'interno del codice confluirono gli articolati originariamente destinati al codice di commercio, opera di commissioni e sottocommissioni coordinate da [[Alberto Asquini]].
 
Le vicende relative all'elaborazione del codice civile del 1942 sono state ricostruite solo in anni recenti. Grazie soprattutto agli archivi di F. Vassalli e di Asquini, è stato possibile rintracciare i nomi dei giuristi che, pur non avendo preso parte alla redazione delle singole norme, furono chiamati a esprimere pareri spesso recepiti nella formulazione finale (ad esempio, [[Piero Calamandrei]]). È stata messa in luce anche l'importanza del contributo di alcuni giuristi, come [[Giuseppe Osti]], promotore della responsabilità oggettiva del debitore, di alti funzionari che nel Dopoguerra[[dopoguerra]] avranno un ruolo in politcapolitica come [[Giuseppe Medici]], e perfino dello stesso [[Dino Grandi]], guardasigilli dal [[1939]] al [[1943]]. È stata fatta anche chiarezza su alcuni aspetti finora rimasti oscuri, come i ripetuti tentativi di "''[[Fascismo|fascistizzare"]]'' il codice, in gran parte andati a vuoto, e sulle tormentate vicende che hanno portato all'unificazione del diritto privato.
 
===La "defascistizzazione" del codice===
I codici oggi in vigore in Italia, fatta eccezione per il codice di procedura penale approvato nel [[1988]] e più volte riformato, risalgono all'epoca della [[Regime fascista|dittatura fascista]]. I codici civile e di procedura civile risentono meno dell'influsso fascista, anche per via delle numerose riforme, rispetto al codice penale del [[1930]]. È indubbio, tuttavia, che l'opera di codificazione era una forma di monumento giuridico da lasciare ai posteri, come era stato anche il ''code Napoléon''. <ref>Dopo un'iniziale stagione polemica nell'immediato Dopoguerradopoguerra, apparve chiara la natura eminentemente tecnica delle nuove norme civilistiche. Gli stessi giuristi che avevano contribuito alla codificazione riuscirono facilmente a dimostrare come fossero riusciti a resistere alle ingerenze di coloro i quali avrebbero voluto che essa avesse una connotazione marcatamente politica. </ref>
 
Naturalmente sono state espunte le parti più apertamente fasciste come i riferimenti alle norme [[Corporativismo|corporative]] e le disposizioni [[Razzismo|razziste]], e un importantissimo ''lavoro di lima'' è stato fatto dalla [[Corte costituzionale della Repubblica italiana|Corte Costituzionale]].
 
===Le riforme===
Numerosi interventi legislativi sommati aad accordi internazionali e normativa comunitaria hanno variamente modificato e integrato il codice, o si sono semplicemente aggiunti, tanto che ormai una cospicua disciplina civilistica è da rintracciarsi nelle leggi speciali. Ulteriori riforme hanno poi sostituito intere parti del codice civile (si pensi alla riforma del [[diritto di famiglia]] del [[1975]]), Infine, è nata una nuova esigenza di codificazione di parti prima sparse in diverse normative, ma che completano le disposizioni codicistiche civili: si pensi al [[Codice del consumo]], approvato con D. L.vo n. 206 del 2005.
 
Il codice civile italiano rappresenta una prima struttura, un primo sistema di legificazione che è stato mutuato non solo dal codice napoleonico, ma dal codice tedesco e financo da quello austriaco.
Alcuni dicono che si tratti di un codice ancora rurale, non adatto quindi ad esprimere compiutamente le esigenze di un mondo che sta affermandosi come quello moderno, sotto le spinte del diritto di matrice anglosassone ([[common law]]). Tuttavia, alcune signficative riforme, come quella del [[diritto societario]] del [[2003]] hanno contribuito a modernizzare il codice, introducendo quelle necessità di speditezza dei traffici giuridici che un codice tutto sommato statico e di principi generali come il nostro non possedeva. <ref>La disciplina della società per azioni aveva già subito importanti interventi innovativi, in particolare con la cosiddetta "miniriforma" del 1974.</ref>
 
Di grande importanza sono le [[Disposizioni sulla legge in generale]], che precedono il codice civile.
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*Libro Terzo - ''Della Proprietà'', artt. 810-1172 - contiene la disciplina della [[Proprietà (diritto)|proprietà]] e degli altri [[diritto reale|diritti reali]];
*Libro Quarto - ''Delle Obbligazioni'', artt. 1173-2059 - contiene la disciplina delle [[obbligazione (diritto)|obbligazioni]] e delle loro fonti, cioè principalmente dei [[contratto|contratti]] e dei [[fatto illecito|fatti illeciti]] (la cosiddetta [[Responsabilità civile]]);
*Libro Quinto - ''Del Lavoro'', artt.2060-2642 - contiene la disciplina dell'[[impresa]] in generale, del [[lavoro|lavoro subordinato e autonomo]], delle [[Società (diritto)|società]] aventi scopo di lucro e della [[concorrenza]];
*Libro Sesto - ''Della Tutela dei Diritti'', artt. 2643-2969 - contiene la disciplina della [[trascrizione (diritto)|trascrizione]], delle [[prova (diritto)|prove]], della [[responsabilità patrimoniale]] del debitore e delle cause di [[prelazione]], della [[prescrizione]].
 
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| Titolo VII
| Del pagamento dell’indell'in[[debito]] (Artt. 2033-2040)
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| Titolo VIII
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| Titolo V
| Delle [[Società (diritto)|società]] (Artt. 2247-2511)
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| Titolo VI