Irenio Diotallevi: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nacque a Voltri, un quartiere periferico di [[Genova]] caratterizzato dalla presenza dei cantieri navali, da Ariosto, ingegereingegnere navale, e da Irene Ventura. Diotallevi studiò dapprima ingengeriaingegneria a [[Roma]] dove si laureò nel [[1932]]; in questa occasione conobbe [[Franco Marescotti]], collaboratore e amico fino alla morte di Diotallevi. Entrambe le personalità avevano tratti in comune, essi rifiutarono la lezione stilistica del monumentalismo eclettico di regime e non a caso nei loro progetti persistono echi della lezione [[architettura razionalista|razionalista]] tedesca. Tra il [[1932]] e [[1933]] compì un viaggio di studio in [[Germania]] per approfondire le conoscenze sulle avanguardie architettoniche e al ritorno dal viaggio portò con sé testi di [[Walter Gropius]] e [[Ludwig Hilberseimer]], dalle quali trasse gli elementi che avrebbero, successivamente, contraddistinto il suo operato. Nel [[1935]] conseguì la laurea in Architettura al [[Politecnico di Milano]]. Diotallevi e Marescotti decisero in seguito di trasferirsi definintivamentedefinitivamente a [[Milano]] in quanto era un luogo stimolante per i giovani architetti d'avanguardia.
 
Nel biennio [[1936]]-[[1937]] si occupò in maniera intensa, insieme a Marescotti, sul problema dell'abitazione e sulle formalità compositive ad essa collegate; il linguaggio progettuale richiamava la lezione stilistico-compositiva di Gropius e di [[Le Corbusier]]. Nei successivi anni progettò alcuni interventi di edilizia economica e popolare per il [[Lanerossi|Lanificio Rossi]] a [[Schio]]. Dal [[1937]], Diotallevi e Marescotti furono invitati a collaborare con la rivista [[Casabella]], allora diretta da [[Giuseppe Pagano]]. La collaborazione con la rivista fece sviluppare in maniera intensa diversi lavori sul tema dell'abitazione e dell'abitazione popolare in particolar modo. Nel [[1940]] insieme al fido Marescotti e a Pagano redasse il progetto per una città orizzontale. Il progetto, pubblicato sul numero 148 dell'aprile 1940, verteva sul problema della condizione abitativa di [[Milano]] e gli obiettivi erano quelli di una parziale sostituzione del tessuto edilizio preesistente e fatiscente in uno nuovo e regolarizzato da una maglia rettangolare 750 metri per 400 metri. Il riferimento ideologico del progetto urbanistico fu quello di [[Ludwig Hilberseimer]] del [[1932]] per un quartiere di case basse ad un piano. Nel [[1942]] redasse col Marescotti il progetto di una casa ideale.