Allegoria (Uffizi): differenze tra le versioni

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Lo stesso personaggio si vede poi in primo piano mentre è già caduto a terra e dalla giubba aperta esce il solito serpente che gli cinge la vita e lo guarda minaccioso. Dalla sua bocca escono le parole "<small>NULLA DETERIOR PESTIS Q. FAMILIARIS INIMICUS</small>", che vanno a finire vicino all'uomo vestito di rosso.
 
Il soggetto è stato variamente interpretato: come la storia del [[Laocoonte]] o come allegoria di due fratelli nemici (a cui farebbe pensare l'iscrizione) o, più probabilmente, come ipotizzò [[Luciano Berti]], è da mettere in relazione con le lotte civili legate alla presa del potere e caduta di [[Savonarola]] a Firenze, come farebbe pensare l'evidente sfondo che, nell'arte antica, non è mai una semplice decorazione. Un'altra interpretazione lega la tavoletta ai dissidi interni tra i cugini della famiglia [[Medici]], [[Piero il Fatuo]] e [[Lorenzo il Popolano]], sopèrattuttosoprattutto riguardo al momento della seconda cacciata e della calata di [[Carlo VIII di Francia]].
 
L'uomo vestito di rosso sarebbe il Dio Onnipotente o Giove e l'uomo sembra avvcinarsiavvicinarsi a lui, quindi al [[paganesimo]], con le gambe legate dal serprenteserpente, simbolo del diavolo, che lo farà poi inciampare.
 
==Voci correlate==