Sigmund Freud: differenze tra le versioni

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===L'apparato psichico===
==== L'inconscio ====
Il contributo più significativo di Freud al pensiero moderno fu l'elaborazione del concetto di [[inconscio]]. Secondo una versione diffusa della storia della psicologia, durante il XIX secolo la tendenza dominante nel pensiero occidentale era il [[positivismo]], che credeva nella possibilità degli individui di controllare la conoscenza reale di se stessi e del mondo esterno, e nella capacità di esercitare un controllo razionale su entrambi. Freud, invece, suggerì che questa pretesa di controllo fosse in realtà un'illusione; che persino ciò che pensiamo sfugge al controllo e alla comprensione totale, e le ragioni dei nostri comportamenti spesso non hanno niente a che fare con i nostri pensieri coscienti. L'inconscio, istanza dimensionale, rappresenta quasi la maggior parte delle azioni che, un'essere sociale, può compiere.
 
Il concetto di inconscio è stato rivoluzionario in quanto sostiene che la consapevolezza è allocata nei vari strati di cui è composta la mente e che ci sono pensieri non immediatamente disponibili in quanto "sotto la superficie" (livello cosciente). Tuttavia, come lo psicologo Jacques Van Rillaer, fra gli altri, ha sottolineato, "contrariamente a quanto crede il grande pubblico, l'inconscio non è stato scoperto da Freud. Nel [[1890]], quando ancora non si parlava di psicoanalisi, William James, nel suo monumentale trattato di psicologia, esaminava il modo in cui [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]], [[Eduard von Hartmann]], [[Pierre Janet]], [[Alfred Binet]] e altri avevano utilizzato il termine "inconscio" e "subconscio".<ref>''Le livre noir de la psychanalyse: Vivre, penser et aller mieux sans Freud'', a cura di Catherine Meyer, Arènes, Paris 2005, p. 217.</ref>