William Hazlitt: differenze tra le versioni

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Molti di questi saggi di "Table-Talk" mostrano l'interesse di Hazlitt per il genio e la creatività artistica. Ci sono esempi specifici di critica letteraria o artistica (ad esempio "On a Landscape of Nicholas Poussin" ("Su un paesaggio di Nicholas Poussin") [1821] e "On Milton's Sonnets" ("Sui sonetti di Milton") [1822]) ma anche numerose indagini sulla psicologia della creatività e del genio ("On Genius and Common Sense" ("Sul genio e sul senso comune") [1821], "Whether Genius Is Conscious of Its Powers" ("Se il genio è conscio dei suoi poteri") [1823], e altri). Nella sua maniera di esplorare un'idea per antitesi (ad esempio, "On the Past and the Future" ("Sul passato e sul futuro") [1821], "On the Picturesque and Ideal" ("Sul pittoresco e sull'ideale") [1821]),<ref>Vedi Wardle, p. 282.</ref> mette le massime conquiste dell'abilità meccanica umana in contrasto con la natura della creatività artistica in "The Indian Jugglers" ("I giocolieri indiani") [1821].
 
La fascinazione di Hazlitt per gli estremi della capacità umana in qualsiasi campo lo condussero a scrivere "The Fight" ("La lotta", pubblicato in ''[[The New Monthly Magazine|New Monthly Magazine]]'' del febbraio 1822).<ref>[http://books.google.com/books?id=_7cCAAAAIAAJ&dq=The%20New%20Monthly%20Magazine%201822&pg=PA102#v=onepage&q&f=false ''The New Monthly Magazine'', vol. 3 (gennziogennaio-giugno, 1822), pp. 102-112], su Google Books.</ref> Questo saggio non apparve mai nella serie di Table-Talk o da qualsiasi altra parte durante la vita dell'autore. Un resoconto diretto, personale della lotta per una preda, fu controverso ai suoi tempi in quanto dipingeva un argomento troppo "basso".<ref>Cyrus Redding, vice direttore del ''New Monthly Magazine'', era scandalizzato: "Era un argomento totalmente canagliesco... che gettava vergogna sulla nostra letteratura agli occhi delle altre nazioni", scrisse in seguito. Citato da Wardle, p. 302.</ref> Scritto in un momento cupo della sua vita - il divorzio di Hazlitt era incombente, ed egli era tutt'altro che sicuro di essere in grado di sposare Sarah Walker - l'articolo mostra appena una traccia della sua agonia. Ben diversamente da qualsiasi altro saggio di Hazlitt, si rivelò essere uno di quelli suoi più popolari e fu frequentemente ristampato dopo la sua morte.
 
Un altro articolo scritto in questo periodo, "On the Pleasure of Hating" ("Sul piacere di odiare", [[1823]]; incluso in ''The Plain Speaker''), è un puro sfogo di bile, un distillato di tutta l'amarezza della sua vita fino a quel momento. Esso conclude, "...Non ho ragione per odiare e disprezzare me stesso? Sì davvero; e principalmente per non avere odiato e disprezzato abbastanza il mondo".<ref>''Works'', vol. 12, p. 136. Vedi anche Maclean (pp. 500-502), che considera questo "il più potente" dei saggi di Hazlitt del periodo.</ref>