Conte da Carrara: differenze tra le versioni

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Nello stesso anno lo si ritrova in guerra contro [[Luigi II d'Angiò]], pretendente al [[regno di Napoli|trono di Napoli]] e favorevole all'[[antipapa Giovanni XXIII]]; prese parte alla [[battaglia di Roccasecca]], ma fu imprigionato con i figli. Nel [[1413]], ancora al servizio di Ladislao, raggiunse lo Sforza che si batteva contro [[Paolo Orsini]], altro sostenitore di Giovanni XXIII; scacciato con le sue truppe dalla zona di [[Orvieto]], lo assediarono a [[Arcevia|Roccacontrada]] dove aveva riparato.
 
Sempre nel [[1413]] Ladislao lo nominò conte di [[Ascoli Piceno|Ascoli]]. Dopo il decesso del sovrano, avvenuto l'anno successivo, passò al servizio della vedova [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]] che gli riconfermò il [[feudo]]. Negli anni successivosuccessivi lo si ritrova ancora contro Braccio da Montone al fianco di Muzio Attendolo Sforza (con cui rinsaldò l'alleanza facendo sposare Ardizzone con sua figlia Antonia Sforza). Nel [[1417]] prese parte alla liberazione di [[Roma]] e nel [[1419]] cacciò i Bracceschi da [[Assisi]]; in segno di riconoscenza, [[papa Martino V]] gli confermò la carica di [[vicario]] pontificio di Ascoli, conferitagli sin dal [[1416]].
 
Negli anni successivi, dopo che i rapporti tra Martino V e Giovanna II si erano incrinati, Conte cercò di mantenere un atteggiamento di equidistanza fra i due e per questo molto ambiguo. Nel [[1421]] consegnò suo figlio Ardizzone in ostaggio a Braccio da Montone, passato frattanto al servizio della regina. Subito contattò il papa assicurandogli di essere stato costretto a fare ciò, ma non si dichiarò chiaramente ostile a Braccio; questo suscitò la minaccia di [[scomunica]] da parte del pontefice.