Governatore provinciale romano: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Repubblica romana}}
 
A partire dal [[Repubblica romana|periodo repubblicano]], i ''[[Comitia centuriata]]'' avevano il compito di nominare i pretori (il primo, chiamato poi anche ''urbanus'' o della città di Roma; il secondo, chiamato ''[[praetor peregrinus|peregrinus]]'', con giurisdizione sulle controversie tra ''[[cittadinanza romana|cives]]'' e ''[[peregrini]]'' e tra peregrini). Quando i territori dello stato si estesero oltre i confini dell'[[Italia romana|Italia]], vennero creati nuovi pretori. I primi due pretori (oltre a quelli urbani della città di Roma) vennero creati nel [[237 a.C.]], ed utilizzati per l'amministrazione di [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]] e [[Sardegna e Corsica|Sardegna]]; più tardi ne vennero creati altri due, inseguitoin seguito alla formazione delle due [[Spagna romana|province spagnole]] (nel [[197 a.C.]]). E così, in questo periodo, ogni anno erano eletti sei pretori, due dei quali restavano in città, mentre gli altri quattro erano inviati ad amministrare le province. Il Senato stabiliva quali fossero le province a loro spettanti, distribuite per sorteggio. Dopo la perdita delle funzioni giudiziarie a Roma, spesso un pretore otteneva l'amministrazione di una provincia con il titolo di ''[[propraetor|propretore]]'' e, talvolta, anche di ''[[proconsole]]''. [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] portò il numero dei pretori a otto; [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] lo elevò successivamente a dieci, poi dodici, quattordici, fino a sedici.
 
Il livello di autorità del governatore veniva determinato dal suo grado di ''[[imperium]]''. La maggior parte delle province era governata da un [[promagistratura (storia romana)|promagistrato]] (il [[propretore]]), che l'anno precedente aveva servito come ''praetor''. Le province sottoposte al governo di un ''propraetor'' erano di solito le più tranquilli, dove scarse risultavano le possibilità di rivolta o di invasione, anche se in alcuni casi ai ''propraetores'' era affidato il comando di province "sotto attacco".