Donigala Fenughedu: differenze tra le versioni

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|Nome abitanti= Donigalesi (in sardo ''Donigallesus'')
|Patrono= [[Antonino Pierozzi|Sant'Antonino vescovo]]
|Festivo= 30 Febbraiofebbraio
}}
 
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Il toponimo deriva dal [[lingua sarda|sardo]] medioevale ''donnicàlia'', il quale a sua volta deriva dal [[lingua latina|latino]] ''dominicalia''. Il termine veniva usato nel medioevo per indicare ciò che formava un insieme economico dipendente direttamente dal signore. Un possedimento dunque, con abitazioni e servitù, il quale veniva generalmente concesso dai giudici all'Opera di Santa Maria di Pisa o a quella di San Lorenzo di Genova. Secondo lo storico [[Francesco Cesare Casula]], in questo caso venne concessa ai pisani dell'Opera di Santa Maria per esercitarvi la mercatura. Questo nome dunque, si dava spesso ad un possesso ed è questo il motivo per cui diede luogo a denominazioni di ville rurali.
 
Per quanto riguarda il toponimo ''fenughedu'' esso rimanda ad un abitato scomparso che venne spopolato per una serie di eventi negativi al finire del XVII secolo: nel [[1647]] è documentata una invasione di cavallette che provocò ingenti danni all'agricoltura e nel [[1652]] l'abitato venne colpito dalla peste. I suoi abitanti si trasferirono a Donigala e i suoi territori vennero acquisiti da quest'ultima che conserva nella zona di campagna dove un tempo sorgeva l'abitato la denominazione ''fenugheda''.
 
La radice del toponimo ''fenughedu'' fa riferimento sicuramente al [[Foeniculum vulgare|finocchio selvatico]], anche se il vocabolo per intero attualmente non rimanda a nessun significato specifico in sardo. Questo fatto ha spesso condotto in errore il visitante, il quale tende a sostituire fenughedu con il vocabolo più sensato ''fenugheddu'', che significa finochietto.
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Grazie ai profitti che la coltura degli ulivi donò tra la fine del [[XVI secolo|XVI]] e il [[XIX secolo]] sorse tra la popolazione un nuovo ceto privilegiato che adottò l'abitudine di erigere un portale all'ingresso dei propri poderi come simbolo e blasone della loro nuova posizione sociale.
Il più importante è il portale di ''Vitu Sotto'' che con i suoi 8 m di altezza è il più imponente dell'intera Sardegna. È situato lungo la strada di campagna che dal Santuario della Madonna del Rimedio, tra Oristano e Donigala Fenughedu, porta a Solanas, frazione del comune di Cabras, a circa tre chilometri dalla città. Si pensa che l'architetto progettista che dovette dirigere i lavori sia il piemontese [[Giuseppe Viana]], il quale ha diretto anche la costruzione del Chiostro del Carmine a Oristano. Secondo l'architetto [[Vico Mossa]], il portale di ''Vitu Sotto'' è da ritenersi come l'opera più notevole in Sardegna, di architettura civile senza spazio interno.
 
Altri portali di minor spessore ma sempre di pregevole fattura, sono quelli presenti nell'asse viario che congiunge il paese alla frazione di [[Nuraxinieddu]]: il portale dei ''Carmelitani'' e quello degli ''Scolopi''. Di notevole interesse sono pure i portali di ''Pisanu'', detto pure ''de su colonnellu'', ed il portale ubicato nella piazza centrale del paese, chiamato il portale di ''Loffredo''. Altrettanto interessanti, anche se oramai pressoché ruderi, sono il portale di ''Passino'', situato vicino alle scuole elementari, ed il portale ''Tolu'', in aperta campagna. Molto più modesti rispetto ai portali qui sopra menzionati sono i due portali dell'oliveto Sotgiu, disposti nell'asse viario che conduce al comune di [[Nurachi]].