Sphodros coylei

specie di aracnidi

Sphodros coylei GERTSCH & PLATNICK, 1980 è un ragno appartenente al genere Sphodros della Famiglia Atypidae.

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Sphodros coylei
Immagine di Sphodros coylei mancante
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Chelicerata
Classe Arachnida
Ordine Araneae
Sottordine Mygalomorphae
Superfamiglia Atypoidea
Famiglia Atypidae
Genere Sphodros
Specie S. coylei
Nomenclatura binomiale
Sphodros coylei
GERTSCH & PLATNICK, 1980

Il nome deriva dal greco σφοδρός, sphodròs, cioè forte, eccedente, poderoso, ad indicare l'abnorme grandezza dei cheliceri in proporzione alla lunghezza del corpo.

Il nome proprio deriva dall'aracnologo Coyle della Western Carolina University, della Carolina del Nord, che ha raccolto tutti gli esemplari che hanno consentito l'identificazione della specie[1].

Caratteristiche modifica

Questa specie può essere distinta dalle altre del genere per la presenza di finte suture su entrambi i metatarsi e i tarsi delle zampe e per la tibia del pedipalpo non rigonfia nei maschi; le femmine hanno per peculiarità il primo paio di sigilla sternali allargato e approssimato e il secondo paio ridotto a bande ristrette[1].

Maschi modifica

I maschi di questa specie hanno una lunghezza del corpo, compresi i cheliceri, di 8,5 millimetri; il cefalotorace, di forma ovale, 3 x 2,7 millimetri, è di colore dal marrone scuro al nero; è liscio, leggermente ruvido solo sui margini, glabro, tranne che per finissimi peli sul tubercolo oculare. La pars cephalica è subtriangolare, elevata soprattutto nei pressi dei tubercoli oculari; la pars thoracica è più bassa, con margine posteriore diritto. Lo sterno è di dimensioni 1,8 x 2 millimetri, il labium, invece, è 0,3 x 0,6. I cheliceri sono lunghi il doppio che larghi, lisci alla base e con peli neri e grandi setole all'apice; hanno dodici denti disuguali sul margine anteriore. L'opistosoma è di forma ovale, 3,3 x 2,3 millimetri, è ricoperto di fini peli neri. Le filiere sono sei: le due anteriori laterali sono lunghe 0,35 millimetri, le due mediane posteriori 0,6 e le due posteriori laterali, trisegmentate, sono lunghe in totale 1,35 millimetri[1].

Femmine modifica

Le femmine, invece, hanno una lunghezza del corpo, compresi i cheliceri, di 26,65 millimetri; il cefalotorace, di forma ovale, 8,65 x 7,05 millimetri, è di colore bruno chiaro con i margini più scuri; la pars cephalica è elevata, particolarmente intorno ai tubercoli oculari; la pars thoracica ha cinque parti sollevate fra sei profonde scanalature. Lo sterno è di dimensioni 4,7 x 5,1 millimetri, coperto di lunghi peli neri e il labium, invece, è 1,4 x 2,1. I cheliceri sono lunghi il doppio che larghi, con una banda stretta di peli prossimalmente e hanno undici denti larghi sul margine anteriore. L'opistosoma è di forma ovale, 11,75 x 7.9 millimetri, è ricoperto di fine peluria nera e setole più lunghe. Le filiere sono sei: le due anteriori laterali sono lunghe 0,75 millimetri, le due mediane posteriori 1,35 e le due posteriori laterali, trisegmentate, sono lunghe in totale 4,55 millimetri. L'epigino ha i tubicini della spermateca su ogni lato con circa cinque spirali, è ristretto dorsalmente[1].

Comportamento modifica

Come tutti i ragni del genere Sphodros, anche questa specie vive in un tubo setoso parallelo al terreno, per una ventina di centimetri circa seppellito e per altri 8 centimetri fuoriuscente. Il ragno resta in agguato sul fondo del tubo: quando una preda passa sulla parte esterna, le vibrazioni della tela setosa allertano il ragno che scatta e la trafigge, per poi rompere la sua stessa tela, portarsi la preda nella parte interna e cibarsene.[2].

Habitat modifica

Predilige boschi umidi e foreste temperate[1].

Distribuzione modifica

Questa specie è nota solo da alcuni esemplari rinvenuti nei dintorni della città di Clemson, nella Contea di Pickens, della Carolina del Sud[1].

Note modifica

  1. ^ a b c d e f A revision of the American spiders of the family Atypidae (Araneae, Mygalomorphae) (PDF), su digitallibrary.amnh.org. URL consultato il 7 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2007).
  2. ^ Murphy & Murphy 2000

Bibliografia modifica

  • Frances e John Murphy, An Introduction to the Spiders of South East Asia, Kuala Lumpur, Malaysian Nature Society, 2000.

Collegamenti esterni modifica

  Portale Artropodi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di artropodi