Sphodros niger

specie di aracnidi

Sphodros niger (Hentz, 1842) è un ragno appartenente alla famiglia Atypidae.

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Sphodros niger
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumChelicerata
ClasseArachnida
OrdineAraneae
SottordineMygalomorphae
SuperfamigliaAtypoidea
FamigliaAtypidae
GenereSphodros
SpecieS. niger
Nomenclatura binomiale
Sphodros niger
(Hentz, 1842)
Sinonimi

Atypus niger
Hentz, 1842
Atypus milberti
Gertsch, 1936
(identificazione erronea)[1]

Etimologia

modifica

Il nome deriva dal greco σφοδρός, sphodròs, cioè forte, eccedente, poderoso, ad indicare l'abnorme grandezza dei cheliceri in proporzione alla lunghezza del corpo.

Il nome proprio deriva dall'aggettivo latino niger, che significa nero, ad indicare il colore molto scuro e tendente al nero di questa specie[1].

Caratteristiche

modifica

Questa specie può essere facilmente distinta dalle altre del genere per la colorazione pressoché nera dei maschi e per le dimensioni piccole ma compatte; i pedipalpi nei maschi hanno il conduttore che ruota al suo apice e termina con un processo spinale molto acuto. Lo sterno delle femmine è ampio con dei sigilla di forma ben definita, il primo paio dei quali è sul margine anteriore. infine l'epigino ha i tubicini della spermateca con meno spirali in confronto alle altre specie di questo genere[1].

I maschi di questa specie hanno una lunghezza del corpo, compresi i cheliceri, di 10,5 millimetri; il cefalotorace, di forma ovale, 3,9 x 4,05 millimetri, è di colore bruno rossiccio scuro molto marcato, tendente al nero; è leggermente ruvido e tutto macchiettato, glabro, tranne che per pochi peli sul tubercolo oculare. La pars cephalica è fortemente innalzata in avanti; la pars thoracica è alquanto bassa, moderatamente arrotondata sui lati e troncata sul retro. Lo sterno è di dimensioni 4,65 x 5,3 millimetri, il labium, invece, è 0,5 x 0,9. I cheliceri sono lunghi il doppio che larghi, apicalmente stretti e hanno undici denti disuguali sul margine anteriore. L'opistosoma è di forma ovale, 4,5 x 3 millimetri, è ricoperto uniformemente con peli neri subprocumbenti, eccetto lo scutum che è liscio. Le filiere sono sei, all'incirca proporzionate a quelle di S. rufipes[1].

Femmine

modifica

Le femmine, invece, hanno una lunghezza del corpo, compresi i cheliceri, di 22 millimetri; il cefalotorace, di forma sferica, 6,5 x 6,5 millimetri, è di colore bruno rossiccio con linee nere sulla testa; la pars cephalica è più larga che lunga, meno innalzata che nel maschio; la pars thoracica è priva di margini posteriormente ed ha pleuriti strette. Lo sterno è di dimensioni 4,2 x 5,2 millimetri, coperto di peli neri suberetti e il labium, invece, è 1 x 1,7. I cheliceri sono lunghi il doppio che larghi e hanno dieci denti uguali sul margine anteriore. L'opistosoma è di forma ovale, 10 x 7 millimetri, è ricoperto di finissimi peli. Le filiere sono sei: le due anteriori laterali sono lunghe 1,35 millimetri, le due mediane posteriori 1,30 e le due posteriori laterali, trisegmentate, sono lunghe in totale 3,7 millimetri. L'epigino ha i tubicini della spermateca appaiati su ogni lato con spirali sottili[1].

Comportamento

modifica

Come tutti i ragni del genere Sphodros, anche questa specie vive in un tubo setoso parallelo al terreno, per una ventina di centimetri circa seppellito e per altri 8 centimetri fuoriuscente. Il ragno resta in agguato sul fondo del tubo: quando una preda passa sulla parte esterna, le vibrazioni della tela setosa allertano il ragno che scatta e la trafigge, per poi rompere la sua stessa tela, portarsi la preda nella parte interna e cibarsene.[2].

Habitat

modifica

Predilige boschi umidi e foreste temperate[1].

Distribuzione

modifica

L'areale di questa specie è limitato ad alcuni stati centrorientali degli Stati Uniti e all'Ontario:

  1. ^ a b c d e f g A revision of the American spiders of the family Atypidae (Araneae, Mygalomorphae) (PDF), su digitallibrary.amnh.org. URL consultato il 7 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2007).
  2. ^ Murphy & Murphy 2000

Bibliografia

modifica
  • Frances e John Murphy, An Introduction to the Spiders of South East Asia, Kuala Lumpur, Malaysian Nature Society, 2000.

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  Portale Artropodi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di artropodi