Stele

lastra di legno o di pietra eretta per scopi funerari o commemorativi

Per stele si intende genericamente un monolito oblungo elevato a scopo commemorativo e conseguentemente decorato, ad esempio con bassorilievi o epigrafi. Di altezza solitamente inferiore al metro, spesso le stele recano scolpita una delle facce con raffigurazioni più o meno schematiche della persona umana. L'azione di scolpire il monolito è di solito suggerita dalla originaria forma piatta.[1] Spesso le stele erano usate come cippo di confine. In altri casi, la stele è eretta in relazione ad una sepoltura ed è detta "stele funeraria"; se eretta per lo sciogimento di un voto, è detta "stele votiva".[2]

Stele n. 25 della necropoli del Petit-Chasseur (Sion, Svizzera)
Lato retrostante della stele C di Tres Zapotes (Messico)

Largo utilizzo di stele è riscontrabile in culture e luoghi diversissimi: ne realizzarono gli Egizi, così come altre popolazioni del Vicino Oriente antico, e se ne trovano nell'antica Grecia, in Sardegna, in Etiopia, in Cina (e in generale nell'Estremo Oriente, forse con qualche relazione con quelle d'Occidente). Del tutto indipendenti culturalmente risultano quelle mesoamericane (Olmechi e Maya).

Stele preistoriche modifica

Le stele preistoriche più significative sono quelle della valle del fiume Durance (Vaucluse) e sono ascrivibili alla cultura di Chassey (neolitico pieno europeo, diffuso nella Francia meridionale): in queste, lo stile è fortemente geometrico e le linee del volto si associano ad altre linee di valore non figurativo. A quelle della Vaucluse vengono spesso associate quelle dell'Hérault, che hanno una forma più tondeggiante e, presumibilmente, sono più tarde.[1]

Esistono esemplari di stele in Spagna e Portogallo, ma un'associazione unica è quella di Sion, dove sono state recuperate stele con decorazione geometrica e stele-menhir[1].

Il termine "stele" viene usato anche per riferirsi ai menhir antropomorfi armoricani e ai megaliti della seconda età del ferro in Armorica[1].

Stele etrusche modifica

Nella civiltà etrusca le numerose stele, da non confondere con i cippi, erano sostanzialmente usate come segnacoli. Quelle poste generalmente all'esterno delle tombe erano decorate ed ornate con epigrafi. Le stele erano anche utilizzate nell'agrimensura dove i confini dei terreni erano sacri ed inviolabili, tanto che chi le rimuoveva era passibile della pena di morte.

Stele fenicie modifica

Nella civiltà fenicia, le stele venivano usate in santuari e necropoli ed erano quindi di tipo votivo o funerario. Le stele pervenuteci sono poche e presentano la caratteristica dei prototipi rispetto alla vasta testimonianza di stele cartaginesi come dimostrato dai recenti ritrovamenti nell'isola di Cipro.

Stele puniche modifica

Nella civiltà punica, le stele erano di carattere votivo poste nei tofet ed accanto alle urne. Erano costituite da monoliti in pietra, con varie misure e decorazioni. Presentavano una base, un coronamento in alto a chiusura ed una nicchia ove era rappresentato spesso un idolo.

Note modifica

  1. ^ a b c d Leroi-Gourhan.
  2. ^ Stele, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia modifica

  • Werner Keller, La civiltà etrusca, Garzanti, 1971.
  • Maurizio Martinelli e AA.VV., Le città degli Etruschi, Bonechi, 1990.
  • André Leroi-Gourhan, Dizionario di preistoria, I, Torino, Einaudi, 1991, p. 590, ISBN 88-06-12544-3.
  • AA.VV., Le grandi scoperte dell'archeologia, III, De Agostini.

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