Sternotherus depressus
Sternotherus depressus Tinkle & Webb, 1955 è una tartaruga della famiglia Kinosternidae.
Tartaruga del muschio appiattita | |
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Stato di conservazione | |
Critico[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Classe | Reptilia |
Sottoclasse | Anapsida |
Ordine | Testudines |
Famiglia | Kinosternidae |
Genere | Sternotherus |
Specie | S. depressus |
Nomenclatura binomiale | |
Sternotherus depressus Tinkle & Webb, 1955 | |
Areale | |
Distribuzione e habitat modifica
In natura questa tartaruga è presente solo nel Black Warrior River, fiume dell'Alabama. Vive in torrenti e piccoli fiumi con acqua limpida, fondale roccioso, vegetazione secca e abbondante popolazione di lumache (di cui si ciba).
Si stima che il 56% dell'habitat storico sia stato degradato a tal punto da aver perso la popolazione di S. depressus , che il 37% contenga pochi superstiti e che solo il 7% sia rimasto abbastanza inalterato.
Descrizione modifica
Tartarughe di piccole dimensioni, il carapace raggiunge solitamente una lunghezza inferiore agli 11 cm.
Comportamento modifica
Tartarughe quasi del tutto acquatiche. Spesso scava buche sotto tronchi o cespugli lungo la riva. È principalmente diurna.
Alimentazione modifica
Si nutre principalmente di lumache e vongole (introdotte dall'uomo) ma anche di larve e insetti.
Riproduzione modifica
Gli esemplari di sesso maschile raggiungono la maturità sessuale tra il 4º e il 6º anno di vita, quelli di sesso femminile tra il 6º e l'8º.
La femmina depone solitamente fino a 3 uova per due volte l'anno.
Note modifica
- ^ (EN) Tortoise & Freshwater Turtle Specialist Group 1996, Sternotherus depressus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
Altri progetti modifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sternotherus depressus
- Wikispecies contiene informazioni su Sternotherus depressus
Collegamenti esterni modifica
- Scheda di allevamento Archiviato il 25 gennaio 2011 in Internet Archive. Tartarughe.info