Lo stickering, da non confondersi con la sticker art, che non ha fini di lucro o promozionali, è una strategia di marketing che consiste nell'affiggere enormi quantità di adesivi di piccole dimensioni (sticker), raffiguranti il logo di un'azienda o di un prodotto, in spazi pubblici e di grande affluenza.

Adesivi nella città di Berlino.

Caratteristiche e diffusione del fenomeno modifica

Negli ultimi tempi questo fenomeno, posto in essere oltre che da aziende private anche da attivisti e artisti che promuovono le loro idee e le loro opere a costi molto contenuti, ha registrato un vertiginoso aumento nelle principali città italiane.

È una forma di comunicazione rapida e incentrata sull'immagine, il cui obiettivo è quello di ottenere una grande visibilità e di indurre l'osservatore a ricordare il disegno, il logo, l'icona o il messaggio da esso veicolato, portandolo in alcuni casi, se egli è particolarmente curioso, a informarsi ulteriormente sul significato che lo sticker rappresenta.[1]

Contributo del fenomeno al degrado urbano modifica

L'attività pubblicitaria svolta attraverso la tecnica dello stickering ha assunto in alcune città, come Roma, proporzioni notevoli[2], tanto da contribuire in maniera sostanziosa al degrado urbano di molte zone.[3] [4] Il fenomeno viene trascurato dagli amministratori cui movimenti di cittadini rivolgono critiche di lassismo, in considerazione del fatto che le affissioni abusive sarebbero perseguibili risalendo al concessionario attraverso il numero di telefono stampato sugli adesivi.[5][4] Intere zone vengono letteralmente ricoperte da migliaia di adesivi, spesso riconducibili ad attività di sgombero cantine o manutenzione di saracinesche, affissi sui portoni, cancelli, cassonetti e arredi urbani, determinando un impatto visivo degradante.[2]

Note modifica

  1. ^ Stickering: tattiche di affissione, su guerrillamarketing.it. URL consultato il 23 agosto 2013.
  2. ^ a b Adesivi e degrado, su Il Messaggero.it. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ Dal degrado al decoro: lavavetri, parcheggiatori abusivi ed autopromozioni, su Beppe Grillo. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2013).
  4. ^ a b Dagli adesivi alle discariche abusive: il business (illegale) di traslochi e sgomberi, su romatoday.it. URL consultato il 23 agosto 2013.
  5. ^ Eliminare il degrado costa 20mila euro, su degradoesquilino.com, 18 dicembre 2008. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2013).

Voci correlate modifica

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