Lo stile nominale caratterizza i testi in cui si fa uso di poche forme verbali per privilegiare quello di sostantivi e aggettivi[1] (si tratta cioè dell'uso dei nomi che indicano dei processi o delle situazioni).

In virtù dello stile nominale è inoltre possibile ottenere risultati particolari in un testo letterario. Peraltro, questo stile è comune nella burocrazia e nei titoli dei giornali.[1]

Per esempio, anziché dire

Mi dispiace che i miei amici siano partiti.

sarà possibile dire

Mi dispiace per la partenza dei miei amici.

Oltre che mediante nominalizzazione totale, la rinuncia ai verbi può essere attuata ricorrendo all'ellissi; in tal caso, il verbo sarà semplicemente sottinteso.

Macabra uccisione di un anziano al dormitorio comunale.
(nominalizzazione totale)
Anziano ucciso a Senigallia al dormitorio comunale.
(con ellissi dell'articolo indeterminativo un e del verbo è stato)

Proseguendo, un enunciato che sia completamente privo di verbo si definisce frase nominale:[2]

Panico e intervento delle forze dell'ordine dopo l'omicidio al dormitorio comunale.

In ultimo, ad accompagnare lo stile nominale sono soprattutto i fenomeni di subordinazione implicita (ad esempio, tramite l'uso del gerundio o del participio).[3]

Note modifica

  1. ^ a b stile nominale in "Enciclopedia dell'Italiano", su treccani.it. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  2. ^ nominali, enunciati in "Enciclopedia dell'Italiano", su treccani.it. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  3. ^ Gyula Herczeg, «Stile nominale nella prosa italiana contemporanea», in Acta Linguistica Academiae Scientiarum Hungaricae, vol. 4, n. 1/2 (1954), pp. 171-192, Akadémiai Kiadó, su jstor.org.

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