Storie di san Bernardino

Le Storie di san Bernardino sono un ciclo di otto tavolette dipinte a tempera, datate 1473 e conservate oggi nella Galleria nazionale dell'Umbria a Perugia. Riferite prudentemente a un "Maestro" o "Bottega del 1473", vi parteciparono alcuni dei migliori pittori umbri dell'epoca, come Perugino, Pinturicchio, Piermatteo d'Amelia e forse Sante di Apollonio del Celandro.

La serie completa
San Bernardino risana una fanciulla
Miracolo del bambino nato morto
Liberazione di un prigioniero

Storia modifica

Nel 1473 i Francescani di Perugia commissionarono la decorazione di due ante che coprivano una nicchia con la statua del santo nell'oratorio di San Bernardino. All'epoca l'ordine era impegnato nella diffusione del messaggio religioso e politico del santo senese, recentemente canonizzato nel 1450, e la serie doveva raffigurarne i miracoli.

All'impresa parteciparono almeno cinque mani, tra cui sono stati fatti anche nomi di pittori molto prestigiosi, che però si attennero a un medesimo stile, il cui progetto viene in genere attribuito al Perugino, allora molto giovane e solo da un anno diventato maestro a tutti gli effetti con l'iscrizione alla compagnia di San Luca a Firenze (1472).

La serie venne smantellata in epoca imprecisata e venne rinvenuta nella sagrestia della chiesa di San Francesco al Prato a Perugia. L'aspetto e collocazione originaria delle serie è ancora oggi oggetto di diatribe tra gli studiosi.

Descrizione modifica

Le otto tavolette dovevano essere organizzate in due sportelli, coronati da un "celetto" col monogramma di Cristo. All'interno della nicchia era conservato un gonfalone con l'effigie del santo, dipinto da Benedetto Bonfigli nel 1465. La serie si divideva in miracoli operati per intercessione del santo quando era in vita e post mortem.

Le scene sono:

Stile modifica

Innegabile è l'influenza di Piero della Francesca, allora attivo a Urbino, nelle ariose architetture degli sfondi. Le figure sono piccole e occupano la fascia inferiore, mentre vera protagonista della scena è la fastosa architettura, che prevale sulle figure scandendo solennemente lo spazio in maniera regolare.

La luce è chiara e nitida, i colori tenui, le ombre schiarite, sul modello di Piero, mentre la purezza architettonica rivela una meditazione sulla scuola urbinate. L'autore delle architetture è incertamente identificato nel Perugino stesso o nel generico Maestro del 1473, mentre le figure sono opera di diversi pittori, tra cui vi fu sicuramente il Perugino (San Bernardino risana una fanciulla) e forse Piermatteo d'Amelia. Al Pinturicchio sono invece attribuiti la Guarigione del cieco, San Bernardino richiama alla vita un uomo trovato morto sotto un albero e la Liberazione del prigioniero, per l'elegante atteggiarsi delle figure nei panneggi spigolosi.

Le decorazioni policrome che rivestono le partiture architettoniche e le acutezze goticheggianti di alcune figure sono legate all'eredità locale.

Altre immagini modifica

Bibliografia modifica

  • Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
  • Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0

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