Subiaco

comune italiano
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Subiaco è un comune italiano di 8 588 abitanti[2] della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.

Subiaco
comune
Subiaco – Stemma
Subiaco – Bandiera
Subiaco – Veduta
Subiaco – Veduta
Vista della rocca con il castello
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Città metropolitana Roma
Amministrazione
SindacoDomenico Petrini (lista civica Ora Subiaco) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate41°56′N 13°06′E / 41.933333°N 13.1°E41.933333; 13.1 (Subiaco)
Altitudine408 m s.l.m.
Superficie63,23 km²
Abitanti8 588[2] (31-3-2021)
Densità135,82 ab./km²
FrazioniMonte Livata - Campo dell'Osso, Vignola, La Torre - Ponte Lucidi[1]
Comuni confinantiAffile, Agosta, Arcinazzo Romano, Camerata Nuova, Canterano, Cervara di Roma, Jenne, Rocca Santo Stefano, Vallepietra
Altre informazioni
Cod. postale00028
Prefisso0774
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT058103
Cod. catastaleI992
TargaRM
Cl. sismicazona 2B (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona D, 2 034 GG[4]
Nome abitantisublacensi
Patronosan Benedetto, santa Chelidonia
Giorno festivo21 marzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Subiaco
Subiaco
Subiaco – Mappa
Subiaco – Mappa
Posizione del comune di Subiaco nella città metropolitana di Roma Capitale
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Il territorio è vario con aree montuose ed aree in pianura. Viene attraversato dall'Aniene e interessa alcune vette dei Monti Simbruini (monte Calvo, 1.591 m e monte Livata, 1.429 m). Comprende un vasto bosco di faggi su un altopiano che si sviluppa su un'area di 3000 ettari compreso nel parco naturale regionale Monti Simbruini.

Clima modifica

La stazione meteorologica di Subiaco Santa Scolastica è la più vicina territorialmente e da quella si hanno tutte le informazioni relative al clima di Subiaco.

Storia modifica

 
Ponte di San Francesco sull'Aniene

Sono stati identificati resti della residenza dell'imperatore Nerone, attorno alla quale si sviluppò il centro, costituita da un complesso di edifici a diverso livello in posizione elevata sulla riva destra dell'Aniene, presso una serie di laghi artificiali; è stato messo in luce un cospicuo nucleo a due piani con grande nicchia absidata e vasti ambienti comunicanti.

Un ponte-diga di notevoli dimensioni, che collegava le due sponde e serviva da sbarramento per le acque, detto pons marmoreus, è oggi interamente scomparso; restano solo tracce delle fondazioni.

Nella villa, di appartenenza imperiale fino al III secolo d.C., sono stati rinvenuti una testa femminile dormiente e il ritratto di un efebo, ora entrambi a Roma (presso il Museo Nazionale Romano).

Le origini dell'attuale abbazia benedettina risalgono agli inizi del VI secolo, allorché san Benedetto da Norcia, dopo l'esperimento di vita eremitica condotto in un antro presso l'antica villa ivi costruita da Nerone, fondò nella zona del sublacense tredici monasteri per dare ospitalità ai suoi primi discepoli, provenienti in parte dalla nobiltà romana.

In seguito (XII secolo) per iniziativa degli abati fu costruito il santuario-monastero del Sacro Speco, eretto sopra l'originaria memoria del Santo.

Dei tredici monasteri fondati da san Benedetto è rimasto solo l'attuale monastero di Santa Scolastica inizialmente dedicato a San Silvestro, che vanta il titolo di Protocenobio della Congregazione Sublacense dell'Ordine benedettino. Gli altri andarono distrutti o furono abbandonati.

Nel IX secolo il monastero di Santa Scolastica subì due devastazioni da parte dei saraceni: l'una nell'828-829, l'altra probabilmente nell'876-877, anche se per questo periodo storico le ricostruzioni non sono univoche.

Nel X secolo ricevette donazioni da diversi papi (Giovanni X, Leone VII, Giovanni XII, Benedetto VII, Gregorio V) che ingrandirono il territorio dell'abbazia.

 
Panorama in una foto del 1880

Sempre con il favore pontificio, l'abbazia conobbe un periodo di grande splendore nei secoli XI e XII diventando feudo assai ambito per la sua potenza economica e politica. Fu probabilmente il primo luogo in Italia ad essere dotato di una pressa per la stampa di libri, fondata dai tedeschi Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz nel 1465, all'interno dell'abbazia.

Le continue lotte con le famiglie feudali portarono tuttavia alla sua decadenza. Eretta in commenda da papa Callisto III (1456), fu affidata al cardinale Giovanni Torquemada (Juan de Torquemada), zio del famoso inquisitore. Nel 1467 passò poi a Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI e, successivamente, ai Colonna (1492), ai Borghese (1608) e ai Barberini (1633).

Nel 1753, papa Benedetto XIV privò gli abati commendatari della giurisdizione temporale, lasciando però quella ecclesiastica e spirituale. Soppressa dai francesi (all'inizio del XIX secolo), restaurata poco dopo da papa Pio VII, l'abbazia fu reintegrata nei suoi privilegi di abbazia nullius da papa Benedetto XV (1915).

Francesco Bulgarini, nel 1848 parla di contadini montagnoli «ciociari» in riferimento a dei mezzadri provenienti stagionalmente, dal circondario di Subiaco, a Tivoli, per coltivare granturco[5]. Nel 1867 Subiaco fu testimone della Campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma voluta da Giuseppe Garibaldi. Nel mese di ottobre vi furono uccisi in uno scontro con i pontifici il capitano garibaldino milanese Emilio Blenio ed alcuni suoi compagni[6]. I resti dei garibaldini furono traslati a cura della Società Reduci Patrie Battaglie da Subiaco nell'Ara-Ossario di Mentana come risulta da documenti conservati in archivio. Da Subiaco inoltre proveniva anche uno dei Mille, Luigi Pistoia (1831-1892), al quale è intitolata una piazzetta (piazzetta Luigi Pistoia).

Il 27 Luglio 2021 è stata insignita del titolo di Città dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone del comune di Subiaco sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 30 ottobre 1954.[7]

«Partito: al 1º di rosso, al vento di carnagione, uscente da una nuvola d'argento, posta nel canton destro del capo, e soffiante verso una pianta di giglio curva a sinistra nodrita su terreno erboso, il tutto al naturale; col capo d'argento, carico di tre stelle d'oro; al 2º d'azzurro, al monte dal quale scaturisce un fiume che forma successivamente tre laghi digradanti nella campagna, il tutto al naturale.»

Nella prima partizione è riprodotto il blasone della famiglia Braschi di Cesena[8], che fu concesso alla città da papa Pio VI (Giovanni Angelo Braschi). La seconda partizione riprende l'etimologia di Subiaco, derivante dal latino Sublaqueum con riferimento alla villa di Nerone e ai tre laghi ai piedi dei Monti Simbruini, creati artificialmente dall'imperatore sbarrando il corso del fiume Aniene. Attualmente il Comune utilizza convenzionalmente un emblema che raffigura solo parte dello stemma ufficialmente riconosciuto, i tre laghetti, accompagnato dall'iscrizione latina Sub lacum.[9][10] Il gonfalone in uso è interzato in palo di verde, di bianco e di rosso anche se quello ufficialmente concesso è un drappo partito di blu e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

 
Monastero di Santa Scolastica.
 
Rocca abbaziale.
 
Monna dell'Orso, sul Monte Livata.
  • Monastero di Santa Scolastica. Comprende una chiesa gotica (che ha la dignità di basilica minore[11]) con campanile romanico e fu trasformata nel 1771-1776 dall'architetto Giacomo Quarenghi in forme neoclassiche. Il monastero si articola intorno a tre chiostri:
  • Monastero di San Benedetto, o "del Sacro Speco", costruito vicino ad una parete di roccia. Costituito da un complesso di ambienti, chiesette e cappelle, talvolta ricavate dalla roccia, conserva decorazioni a fresco di varie epoche e un ritratto di san Francesco (1223).
  • Chiesa di San Francesco, del 1327, con altari lignei e pregevoli pitture dei secoli XV e XVI;
  • Chiesa di Sant'Andrea Apostolo, costruita su progetto di Pietro Camporese in forme neoclassiche, devastata dalle bombe nella seconda guerra mondiale e ripristinata da Florestano Di Fausto, con 6 campane: il "campanone", un si2 fuso nel 1760, la seconda campana, re3 fisso (dentro la chiesa), la terza, un fa3 (a distesa), la quarta, un si3 che sembra un do4 (a distesa) e le ultime 2 campane, mi4 e fa4 (fisse), tutte e 2 antiche.
  • Chiesa di Santa Maria della Valle. Insieme alla cattedrale di Santa Scolastica e al palazzo di papa Pio VI forma un complesso architettonico neoclassico. Ha 4 campane: la campana grande, un fa#3, la seconda, un sib3, la terza, un re4 e la piccola, un mi4.

Architetture civili modifica

Siti archeologici modifica

Aree naturali modifica

Cultura modifica

Istruzione modifica

Musei modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere modifica

Secondo i dati ISTAT[14] al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 695 persone (7,66%). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

 
Subiaco in una pubblicazione del 1864

Dialetti modifica

Il dialetto parlato a Subiaco è il dialetto laziale centro-settentrionale.

Economia modifica

Sul Monte Livata si trova la stazione sciistica più vicina alla città di Roma per la pratica degli sport invernali (sci alpino, telemark, sci di fondo, snowboard, racchette da neve) e quindi è di importanza economica sul piano turistico.

Amministrazione modifica

Gemellaggi modifica

Altre informazioni amministrative modifica

Sport modifica

Atletica leggera modifica

  • Gruppo Marciatori Simbruini.[15]
  • Trail Monti Simbruini

Calcio modifica

  • A.S.D. Polisportiva Vis Subiaco che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato maschile di Promozione.[16]

Canoa modifica

  • Canoanium Club Subiaco

Note modifica

  1. ^ Comune di Subiaco - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2021 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ F. Bulgarini, Notizie storiche, antiquarie, statistiche ed agronomiche intorno all'antichissima città di Tivoli e suo territorio, Tipografia G.B. Zampi, Tivoli, 1848, pp. 194-195.
  6. ^ Dell'episodio scrive nel suo volume mons. Giustiniani, abate dell'epoca a Subiaco. Testimonianze e notizie nel Museo nazionale della campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma, direttore scientifico il prof. Francesco Guidotti (Mentana, Roma).
  7. ^ Subiaco, decreto 1954-10-30 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 4 giugno 2022.
  8. ^ Stemma della famiglia Braschi: di rosso, alla pianta di giglio di tre gambi posti in sbarra, fioriti e fogliati al naturale, movente da una terrazza di verde, accantonata a destra da Aquilone, soffiante sulla pianta con soffio d'argento posto in banda; il capo d'argento, caricato di tre stelle di otto punte d’oro.
  9. ^ Subiaco: qual è lo stemma comunale?, su settedisera.com, 2 ottobre 2018. URL consultato il 4 giugno 2022.
  10. ^ Subiaco; sarà consultazione pubblica dei cittadini sullo stemma del Comune, su confinelive.it, 17 febbraio 2018. URL consultato il 4 giugno 2022.
  11. ^ (EN) Catholic.og Basilicas in Italy
  12. ^ SUBIACO (RM) - RESTAURI NELLA VILLA DI NERONE, su archeologialazio.beniculturali.it, 15 febbraio 2016. URL consultato il 7 dicembre 2023.
  13. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  14. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 18 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).
  15. ^ La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)
  16. ^ La squadra sul sito Tuttocampo

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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