Il Tabor di Draga (denominazione storica Taber, detto anche erroneamente castello di Draga, in sloveno Tabor nad Botačem, grad nad Botačem o Draški tabor) si trova in Slovenia nel comune di Erpelle-Cosina, su uno sperone roccioso sopra l'abitato di Botazzo, nella val Rosandra. Il ricovero è stato spesso confuso con il castello medievale di Vinchimberch presso Becca (Beka), di natura ed epoca completamente diversi.

Tabor di Draga
Tabor nad Botačem, grad nad Botačem o Draški tabor
Ubicazione
Stato attualeBandiera della Slovenia Slovenia
Coordinate45°36′53.77″N 13°53′20.76″E / 45.614936°N 13.889101°E45.614936; 13.889101
Mappa di localizzazione: Slovenia
Tabor di Draga
Informazioni generali
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Storia modifica

La struttura costruita nei pressi dell'abitato di Draga, sopra Botazzo è la più recente della val Rosandra. La costruzione si collega inequivocabilmente al fenomeno delle incursioni turchesche. Succedutesi a partire dal 1469, queste erano condotte con l'ausilio di cavalleria leggera e senza artiglieria, rivolte all'ottenimento di un facile bottino. Questo modo di operare rendeva quasi impossibile una difesa efficace del territorio, costringendo gli abitanti a provvedere con propri mezzi. Quindi fu tollerata la costruzione di fortilizi a protezione dei beni e delle persone, conosciuti già all'epoca con la denominazione di “tabor” o “taber”. La struttura fu costruita dagli abitanti della zona a proprie spese e custodita e gestita da loro stessi. In essa trovavano riparo i beni materiali della comunità, quali il vino e l'olio oltre agli animali e ovviamente alle persone.

Nonostante la sua natura di tabor, ovvero struttura deposito, fu interessato anche da qualche avvenimento militare. Nel 1511, dopo la presa del castello di Moccò, similmente a quanto successo alle altre strutture fortificate, per evitare che il tabor subisse danni i custodi consegnarono le chiavi alle milizie imperiali, in quanto era più importante l'integrità del fortilizio che la sovranità del territorio. Nonostante il tentativo di Nicolò Rauber di acquisire diritti sul territorio e sul fortilizio, questo per decisione imperiale fu restituito al vescovo che a sua volta lo rese agli abitanti di Draga in quanto costruito a loro spese e custodito sempre da loro. Il tabor non venne mai effettivamente distrutto, ma semplicemente abbandonato in quanto non più utile.

La struttura modifica

Il semplice ricovero è realizzato sfruttando uno sperone calcareo posto a picco nella gola della Rosandra, in posizione isolata e celata, adatta quindi alla natura della struttura. La struttura è raggiungibile esclusivamente da nord, essendo le restanti pareti della roccia verticali o quasi. In corrispondenza dell'ingresso fu realizzato un modesto fossato, i lati settentrionale ed orientale, più esposti in caso di attacco, sono difesi da un alto muro, nel quale furono realizzate diverse feritorie e una bocca di fuoco. Il resto del perimetro non presenta ulteriori difese, lo spazio interno del forte è regolarizzato con terrazzamenti e piccoli ricoveri.

Bibliografia modifica

  • Fulvio Colombo, Il »taber« di Draga e la genesi delle strutture erette a difesa delle incursioni turche nei dintorni di Trieste alla fine del quattrocento, in »Archeografo Triestino«, CX, 2002, pp. 285–322.
  • Maurizio Radacich, Val Rosandra/Dolina Glinščice: guida alla sua storia e ai suoi piccoli segreti, edizioni Italo Svevo, Trieste 2009.

Voci correlate modifica