Tavole astrologiche di Grand

Le Tavole astrologiche di Grand (o Tavole zodiacali di Grand) sono quattro tavole in avorio di elefante, progettate per essere unite a due a due a formare un dittico con una copertura scorrevole; sul dittico è incisa una rappresentazione del cielo astrale greco-romano, con influenze egizie. Furono ritrovate nel sito archeologico di Grand e risalgono al II secolo.

Tavole di Grand nel Musée d'archéologie nationale di Saint-Germain-en-Laye

Decorazione modifica

 
Ricostruzione delle tavole

I dittici hanno una dimensione di 29 x 19 cm, e le incisioni furono riempite di colori: le analisi hanno confermato la presenza di rosso vermiglio, nero di galena, giallo orpimento, e che le stelle erano ricoperte di una foglia d'oro.

La decorazione è caratterizzata da fasce concentriche con diverse rappresentazioni astrali:

  • prima fascia: i dodici segni dello zodiaco greco-romano;
  • seconda fascia: lettere greche che indicano il dominio dei pianeti;
  • terza fascia: divinità egizie che simboleggiano i 3 decani di ciascun segno zodiacale;
  • quarta fascia: nomi in copto dei 36 decani corrispondenti ai 12 segni zodiacali.

Agli angoli, 4 creature alate, in stile egizio, personificano i venti del cielo stellato.

Storia modifica

Nel 1967 e nel 1968, nel pozzo «Jean Duvaux» furono rinvenute quattro tavolette d'avorio che formano due dittici: un dittico è conservato nel Museo dipartimentale dei Vosgi a Épinal, l'altro nel Musée d'archéologie nationale di Saint-Germain-en-Laye.[1]

Le tavolette sembrano essere state rotte intenzionalmente (sono stati ritrovati 188 pezzi) e testimoniano la tradizione egizia del tardo periodo tolemaico o del primo periodo romano[2] e le influenze orientali che si diffusero in Gallia, soprattutto a partire dalla fine del II secolo.[3] I nomi dei decani sono trascritti in copto antico con caratteri greci.

Queste tavolette, riservate agli specialisti, venivano utilizzate per stabilire gli oroscopi e per l'astrologia medica. Venivano utilizzati anche per i riti magici, che nell'antichità erano approcci complementari.[4]

Note modifica

  1. ^ Dechezleprêtre 2010, pp. 86-91.
  2. ^ Jean-Claude Goyon (Table ronde du 18 mars 1992), «L'origine égyptienne des tablettes décanales de Grand (Vosges)», in Les tablettes astrologiques de Grand (Vosges) et l'astrologie en Gaule romaine, De Boccard, 1993, pp. 63-76.
  3. ^ Jean-Pierre Martin (Table ronde du 18 mars 1992), «L'astrologie dans l'occident romain: les conditions de pénétration», in Les tablettes astrologiques de Grand (Vosges) et l'astrologie en Gaule romaine, De Boccard, 1993, pp. 13-29.
  4. ^ Dechezleprêtre 2010, p. 87.

Bibliografia modifica

  • Thierry Dechezleprêtre (a cura di), Sur les traces d'Apollon : Grand la Gallo-romaine, Paris/Épinal, Conseil général des Vosges / Somogy éditions d'Art, 2010, 128 p. (ISBN 978-2-7572-0352-1).

Collegamenti esterni modifica