Terremoto della media valle dell'Adige del 1046

terremoto avvenuto in Trentino

Il terremoto della media valle dell'Adige del 1046, chiamato anche terremoto della valle Tridentina, è stato un evento sismico verificatosi nel 1046 nella valle dell'Adige nei pressi di Rovereto (provincia di Trento).

Terremoto della media valle dell'Adige del 1046
Il terremoto citato negli Annales Corbeienses
Data9 novembre 1046
Magnitudo momento6[1]
Distretto sismicoMedia valle dell'Adige
EpicentroTrambileno
45°50′02.4″N 11°03′57.6″E / 45.834°N 11.066°E45.834; 11.066
Stati colpitiBandiera dell'Italia Italia
Intensità MercalliIX
Mappa di localizzazione: Italia
Terremoto della media valle dell'Adige del 1046
Posizione dell'epicentro

Secondo gli studi più recenti, il sisma causò varie frane tra cui quella che bloccò il corso dell'Adige per dieci giorni e quella ― nota come «ruina dantesca», citata nella Divina Commedia ― localizzata alle marocche di Dro.[1]

Eventi sismici modifica

Il sisma si verificò il 9 novembre 1046, ovvero il 5º giorno prima delle idi di novembre di quell'anno, fece registrare una magnitudo momento di 6.0 ed un'intensità stimata del IX grado della scala Mercalli;[1] è inoltre l'unico terremoto noto per la valle dell'Adige a nord di Verona. L'epicentro viene localizzato nel territorio dell'attuale Trambileno, a poca distanza da Rovereto e circa 26 km a sud di Trento.[1]

L'evento è documentato in tre annali benedettini custoditi in Germania, risalenti all'XI e al XII secolo: la fonte più completa è costituita dagli Annales Corbeienses dell'abbazia di Corvey dell'arcidiocesi di Paderborn, mentre gli Annales Sancti Emmerammi e gli Annales Ratisponenses (entrambi provenienti da Ratisbona) citano solo la data del sisma, pur retrocedendolo erroneamente all'anno 1045.[2]

(LA)

«MXLVI. Terremotus V id[us] Nov[embris] in tridentina valle nimius adeo, ut ultra XXX castella aliqua etiam supra homines ruerint, montes terremotu subsederint. Tar insuper fluvius montibus cadentibus interclusus plus x dies nec unam guttam ad alveum dimisit. Multa preterea terremotus eodem [anno] in maritimis facta horrifica.»

(IT)

«1046. Terremoto (avvenuto) il quinto giorno prima delle idi di novembre nella valle tridentina così grande, che crollarono oltre 30 castelli, alcuni anche sopra le persone, e le montagne si abbassarono per il terremoto. Inoltre, il fiume Tar rimase sbarrato dalla caduta delle montagne per più di 10 giorni e non lasciò passare nemmeno una goccia d'acqua lungo il suo alveo. Lo stesso [anno] molti altri terremoti provocarono eventi orrendi nelle regioni marittime.»

 
Le marocche di Dro.
 
Inaugurazione della lapide alla «ruina dantesca» nel 1921.

Il sisma portò alla distruzione di trenta castelli, uccidendo in alcuni casi anche gli abitanti dei medesimi, posti sotto la giurisdizione del vescovo di Trento. Causò inoltre una grande frana che ostruì lo scorrere del fiume Tar per più di dieci giorni; inizialmente identificato con il fiume Isarco, secondo ulteriori studi il termine deriverebbe dalla parola tedesca Tal (valle), cosicché appare probabile che il compilatore del codice benedettino abbia voluto riferirsi semplicemente al f«iume della valle», cioè l'Adige.[1]

Secondo studi recenti, condotti con il metodo dell'esposizione all'isotopo radioattivo cosmogenico 36Cl, il sisma del 1046 potrebbe aver causato una serie di grosse frane situate nelle vicinanze di Rovereto, fra cui la frana di Castel Pietra in comune di Calliano (radiodatata all'anno 1060 ± 270)[3] e le altre frane di Kas alle marocche di Dro (radiodatata all'anno 1080 ± 160)[4], di Prà da Lago e di Varini (Lavini di Marco). Quest'ultima imponente frana, tuttora ben visibile dalla Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero nei pressi della frazione di Marco (Rovereto), è nota come la «ruina dantesca», caduta a seguito di un terremoto o cedimento, citata nel Canto XII dell'Inferno di Dante Alighieri:

Era lo loco ov’a scender la riva
venimmo, alpestro e, per quel che v’er’anco,
3tal, ch’ogne vista ne sarebbe schiva.
Qual è quella ruina che nel fianco
di qua da Trento l’Adice percosse,
6o per tremoto o per sostegno manco
che da cima del monte, onde si mosse,
al piano è sì la roccia discoscesa,
9ch’alcuna via darebbe a chi sù fosse

Note modifica

  1. ^ a b c d e Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Sgattoni G. e Valensise G., CFTI5Med, Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell’area Mediterranea (760 a.C.-1500): terremoto del 9 novembre 1046, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, 2018.
  2. ^ Alexandre, p. 140.
  3. ^ Susan Ivy-Ochs, Silvana Martin, Paolo Campedel, Kristina Hippe, Christof Vockenhuber, Gabriele Carugati, Manuel Rigo, Daria Pasqual e Alfio Viganò, Geomorphology and Age of Large Rock Avalanches in Trentino (Italy): Castelpietra, in Advancing Culture of Living with Landslides. WLF 2017, Cham, Springer, 2017, DOI:10.1007/978-3-319-53483-1_41, ISBN 978-3-319-53482-4.
  4. ^ S. Ivy-Ochs, S. Martin, P. Campedel, K. Hippe, V.Alfimov, C.Vockenhuber, E.Andreotti, G.Carugati, D.Pasqual, M.Rigo e A.Viganò, Geomorphology and age of the Marocche di Dro rock avalanches (Trentino, Italy), in Quaternary Science Reviews, vol. 169, Elsevier, 1º agosto 2017, pp. 188-205, DOI:10.1016/j.quascirev.2017.05.014.

Bibliografia modifica

  • Annales Corbeienses [658-1148], in Bibliotheca Rerum Germanicarum, tomo I, Berlino, Ph.Jaffé, 1864, pp. 33-43.
  • Annales Corbeienses [658-1148], in Monumenta Germaniae Historica, tomo V, W.Wattenbach, p. 6. URL consultato il 27 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  • Annales Ratisponenses [1-1167], in Monumenta Germaniae Historica, tomo 17, Hannover, W.Wattenbach, 1861, pp. 579-588.
  • Annales Sancti Emmerammi [1036-1046], in Monumenta Germaniae Historica, tomo 17, Hannover, P.Jaffé, 1861, p. 571.
  • Paola Albini, Romano Camassi, Andrea Moroni e Angela Zerga (a cura di), Revisione critica dei terremoti di interesse per il territorio della Provincia di Trento, coordinatore Massimiliano Stucchi, Milano, Istituto di Ricerca sul Rischio Sismico - CNR, maggio 1994.
  • (FR) Pierre Alexandre, Les séismes en Europe occidentale de 394 à 1259. Nouveau catalogue critique. (PDF), Bruxelles, 1990, pp. 140, 223.
  • E. Guidoboni e A. Comastri, Catalogue of earthquakes and tsunamis in the Mediterranean area from the 11th to the 15th century, Roma-Bologna, 2005.
  • (DE) Günter Leydecker e Hans Joachim Brüning, Über die Notwendigkeit des Studiums der Quellen historischer Erdbeben, in Ein vermeintliches Schadenbeben im Jahre 1046 im Raum Höxter und Holzminden in Norddeutschland, Geologisches Jahrbuch. Reihe E: Geophysik, E42, Hannover, 1988, pp. 119-125.

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