Terremoto delle Isole Curili del 1963

terremoto di magnitudo 8.5 nelle Isole Curili

Il terremoto delle Isole Curili del 1963 fu un evento sismico di magnitudo 8,5 che colpì le isole Curili (facenti parte dell'oblast' di Sachalin), nell'allora Unione Sovietica, il 13 ottobre 1963 alle 05:17 UTC+0[1]. Il sisma, per il quale non risultano morti e danni, innescò un maremoto con onde alte fino a 4,5 m senza provocare danni[2]. Un secondo sisma di magnitudo 7,8 colpì le isole il 20 ottobre successivo alle 00:53 UTC+0[3], causando, a sua volta, un maremoto con onde alte fino a 15 m[4].

Terremoto delle Isole Curili del 1963
Data13 ottobre 1963
Ora05:17 UTC+0
Magnitudo momento8,5
Profondità47 km
EpicentroIsole Curili
44°48′36″N 149°32′24″E / 44.81°N 149.54°E44.81; 149.54
Stati colpitiBandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Intensità MercalliIX
Maremoto
Vittime0
Mappa di localizzazione: Oblast' di Sachalin
Terremoto delle Isole Curili del 1963
Posizione dell'epicentro

Il sisma e il maremoto modifica

Le isole Curili costituiscono un arcipelago di isole di origine vulcanica, nate dalla subduzione della placca pacifica sotto quella di Ochotsk, a sua volta connessa alle placche euroasiatica e nordamericana[5]. Questa zona di subduzione, che si estende per circa 2100 km dall'isola di Hokkaidō alla penisola della Kamčatka, è responsabile della formazione sia dell'arcipelago sia della fossa delle Curili, e genera un elevato numero di terremoti[5].

Il sisma, che si verificò il 13 ottobre 1963 alle 05:17 UTC+0, venne causato da una rottura lungo 245 km della faglia tra le due placche[6]. L'epicentro del terremoto è stato localizzato al largo dell'isola di Urup[7], mentre l'ipocentro è stato localizzato a una profondità di circa 47 km[1]. Lo schema del rilascio di energia ha suggerito la presenza di tre asperità lungo la faglia, ciascuna causando un impulso di rilascio del momento[6]. Non si registrarono vittime né danni, vista anche la scarsa densità abitativa delle isole[1]. L'intensità del terremoto venne dedotta dai pochi dati disponibili, quali le frane, crolli di pesanti blocchi di roccia e cambio nei livelli delle acque[1].

Il sisma causò un maremoto con onde alte fino a 4,5 m, osservate sull'isola di Urup[2]. Onde di poco superiori al metro raggiunsero le coste delle isole giapponesi, mentre arrivarono molto attenuate sulle coste della Kamčatka[2]. Le onde di maremoto raggiunsero anche l'arcipelago delle Hawaii con altezze prossime al metro, così come raggiunsero il Messico e la costa pacifica degli Stati Uniti, senza provocare danni[2].

Il sisma venne seguito da una nuova forte scossa di magnitudo 7,9 una settimana dopo, il 20 ottobre 1963[3], che a sua volta causò un maremoto con onde alte fino a 15 m sempre sull'isola di Urup[4]. Anche questo sisma e il successivo maremoto non causarono morti e danni di rilievo[3].

Note modifica

  1. ^ a b c d (EN) Earthquake Event Information - 13 ottobre 1963, su ngdc.noaa.gov. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  2. ^ a b c d (EN) Tsunami Event Information - 13 ottobre 1963, su ngdc.noaa.gov. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  3. ^ a b c (EN) Earthquake Event Information - 20 ottobre 1963, su ngdc.noaa.gov. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  4. ^ a b (EN) Tsunami Event Information - 20 ottobre 1963, su ngdc.noaa.gov. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  5. ^ a b (EN) Seismicity of the Earth 1900—2007, Kuril-Kamchatka Arc and Vicinity, su pubs.usgs.gov. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  6. ^ a b Susan L. Beck e Larry J. Ruff, Rupture process of the Great 1963 Kurile Islands Earthquake Sequence: Asperity interaction and multiple event rupture, in Journal of Geophysical Research, vol. 92, B13, 10 dicembre 1987, pp. 14123-14138, DOI:10.1029/JB092iB13p14123. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  7. ^ (EN) M 4.1 - Kuril Islands, su earthquake.usgs.gov. URL consultato il 15 ottobre 2022.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • (EN) Lista di pubblicazioni, su isc-mirror.iris.washington.edu, International Seismological Centre.
  • (EN) Dati dell'evento, su isc-mirror.iris.washington.edu, International Seismological Centre.