Testa del Battista

dipinto di Giovanni Bellini, Musei civici di Pesaro
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La Testa del Battista è un dipinto tempera su tavola circolare (diametro 28 cm) attribuito a Giovanni Bellini o a Marco Zoppo[1], databile al 1465-1470 circa e conservata nei Musei civici di Pesaro.

Testa del Battista
AutoreGiovanni Bellini o Marco Zoppo
Data1465-1470
Tecnicatempera su tavola
Altezzadiametro 28 cm
UbicazioneMusei civici, Pesaro

Storia modifica

Il dipinto fa sicuramente parte di un originale commissione riminese. All'entusiastica attribuzione a Bellini del Longhi si sono contrapposte molteplici pareri di attribuzione invece allo Zoppo assegnazione divenuta tradizionalmente prevalente. Successivamente è stato anche supposto che la tavoletta facesse parte della predella polittico zoppesco della chiesa di San Giovanni Battista di Pesaro oggi a Berlino[2]. Tuttavia è stato rilevato come l'immagine abbia la natura autonoma di un Joahnnesschüssel (vassoio di Giovanni) iconografia diffusa nel nord dell'Italia e dell'Europa e poco compatibile con l'inserimento in un polittico[3]. inoltre sono stati rintracciati alcuni alcuni documenti che riferiscono di una Testa del Battista donata dai duchi alla ricostruita chiesa[4].

Descrizione e stile modifica

La tavola mostra la testa di Giovanni Battista appena dopo la decapitazione, ancora col sangue che cola dal collo. Interessante è lo scorcio visto dal basso, che testimonia gli interessi vivi proprio in quegli anni per la rappresentazione prospettica della figura umana, di cui si ha un'ampia trattazione ad esempio nel De prospectiva pingendi di Piero della Francesca.

Stilisticamente l'opera si contraddistingue per una brillantezza nei colori e un segno energico e drammatico che sono affini alle caratteristiche del Polittico di San Vincenzo Ferrer, prima opera della maturità del Bellini databile a dopo il 1464. Accostamento invece negato da Tempestini che lo attribuisce a Marco Zoppo soprattutto per l'espressività drammaticamente emozionale non consona al più equilibrato Giovanni Bellini[5].

Note modifica

  1. ^ L'opera era già stata oggetto di dibattito con l'assegnazione ai due pittori dopo la prima attribuzione allo Zoppo da parte di Adolfo Venturi (Pignatti 1969, p. 91); dopo una prevalente attribuzione a Bellini la critica più recente pare più propensa verso lo Zoppo (Regione Marche). Non viene considerata nel Catalogo ragionato dove incidentalmente viene considerata come assodata l'ipotesi dello Zoppo (Lucco 2019, p. 327); l'attribuzione a Bellini è stata rilanciata nel 2012 ad Calogero (Calogero 2012, pp. 26-31).
  2. ^ Schmidt Arcangeli 2015, pp. 394-404.
  3. ^ Calogero 2012, p. 28.
  4. ^ Calogero 2012, pp. 29-30.
  5. ^ Tempestini 2000, pp. 47, 187.

Bibliografia modifica

  • Renato Ghiotto (presentazione) e Terisio Pignatti (apparati critici), L'opera completa di Giovanni Bellini detto Giambellino, Classici dell'arte, Milano, Rizzoli, 1969.
  • Anchise Tempestini, Giovanni Bellini, Milano, Electa, 2000.
  • Mariolina Olivari, Giovanni Bellini, in AA.VV., Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2007. ISBN 888117099X
  • Giacomo A. Calogero, Giovanni Bellini : Testa di san Giovanni Battista, in Gli angeli della Pietà, Allemandi, 2012, pp. 26-31.
  • Catarina Schmidt Arcangeli, Giovanni Bellini e la pittura veneta a Berlino : le collezioni di James Simon e Edward Solly alla Gemäldegalerie, Verona, Scripta, 2015.
  • Mauro Lucco, Peter Humfrey e Carlo Federico Villa, Giovanni Bellini – Catalogo ragionato, a cura di Mauro Lucco, Ponzano Veneto, Zel, 2019.

Collegamenti esterni modifica

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