The Fall (Gorillaz)

album dei Gorillaz del 2011

The Fall è il quarto album in studio del gruppo musicale britannico Gorillaz, pubblicato il 18 aprile 2011 dalla Parlophone e dalla Virgin.

The Fall
album in studio
ArtistaGorillaz
Pubblicazione18 aprile 2011
Durata43:28
Dischi1
Tracce15
GenereSynth pop
Trip hop
EtichettaParlophone, Virgin
ProduttoreGorillaz, Stephen Sedgwick
Registrazione3 ottobre–3 novembre 2010 in vari studi situati tra Stati Uniti e Canada
FormatiCD, LP, download digitale, streaming
Gorillaz - cronologia
Album precedente
(2010)
Singoli
  1. Revolving Doors/Amarillo
    Pubblicato: 11 marzo 2011

L'album include meno collaborazioni con altri artisti rispetto ai precedenti album del gruppo: fra gli artisti che hanno contribuito sono inclusi Bobby Womack, Mick Jones e Paul Simonon dei The Clash. Per promuovere The Fall, i Gorillaz hanno pubblicato il video musicale del brano Phoner to Arizona, uscito il 22 dicembre 2010 sul canale YouTube del gruppo,[1] e pubblicato il doppio singolo Revolving Doors/Amarillo nel mese di marzo.[2]

Descrizione modifica

L'album è stato interamente registrato sull'iPad del cofondatore del gruppo Damon Albarn durante le tappe americane del tour di supporto a Plastic Beach nel mese di ottobre 2010. Quindi è stato missato in Inghilterra da Stephen Sedwick.[3] Albarn ha dichiarato in proposito: «L'ho letteralmente prodotto lungo la strada. Non l'ho scritto prima, non l'ho preparato. L'ho semplicemente fatto giorno dopo giorno come una specie di diario riguardo alla mia esperienza in America».

Rispetto al precedente Plastic Beach, caratterizzato da una vasta partecipazione di collaboratori esterni, The Fall presenta soltanto quattro collaborazioni, di cui tre avevano già collaborato in precedenza con Albarn. Mick Jones e Bobby Womack avevano collaborato all'album Plastic Beach, così come Paul Simonon che ha anche lavorato con Albarn al progetto The Good, the Bad & the Queen.

Accoglienza modifica

The Fall ha ricevuto recensioni positive dalla stragrande maggioranza della critica specializzata, nonostante abbia avuto una fama nettamente minore rispetto ai precedenti album dei Gorillaz. Su Metacritic l'album ha un punteggio medio di 67 su 100, basato sui voti di 25 recensioni. L'album è stato lodato soprattutto per le sue qualità uniche e per la sua natura sperimentale. L'iPad di Albarn ha aggiunto delle caratteristiche alle tracce. Fra gli altri strumenti utilizzati all'interno dell'album, compaiono ukulele, pianoforte, chitarra, korg monotron, korg vocoder, omnichord, minimoog, melodica, voyager e microKORG.

Tracce modifica

Testi e musiche di Gorillaz, eccetto dove indicato.

  1. Phoner to Arizona – 4:15
  2. Revolving Doors – 3:26
  3. Hillbilly Man – 3:50
  4. Detroit – 2:03
  5. Shy-Town – 2:55
  6. Little Pink Plastic Bags – 3:10
  7. The Joplin Spider – 3:22
  8. The Parish of Space Dust – 2:26
  9. The Snake in Dallas – 2:11
  10. Amarillo – 3:24
  11. The Speak It Mountains – 2:15
  12. Aspen Forest – 2:50
  13. Bobby in Phoenix – 3:17 (Gorillaz, Bobby Womack)
  14. California & The Slipping of the Sun – 3:24
  15. Seattle Yodel – 0:39

Formazione modifica

Musicisti
Produzione

Classifiche modifica

Classifica (2011) Posizione
massima
Australia[4] 41
Austria[4] 33
Belgio (Fiandre)[4] 14
Belgio (Vallonia)[4] 10
Canada[5] 24
Danimarca[4] 25
Francia[4] 20
Germania[4] 43
Italia[4] 32
Norvegia[4] 24
Paesi Bassi[4] 21
Regno Unito[6] 12
Spagna[4] 12
Stati Uniti[7] 24
Stati Uniti (alternative)[8] 3
Stati Uniti (dance/electronic)[9] 1
Stati Uniti (rock)[10] 5
Svizzera[4] 13

Note modifica

  1. ^   Gorillaz, Gorillaz - Phoner To Arizona, su YouTube, 22 dicembre 2010. URL consultato il 10 marzo 2014.
  2. ^ (EN) Revolving Doors / Amarillo - Single, su itunes.apple.com, iTunes. URL consultato il 1º maggio 2017.
  3. ^ the guardian
  4. ^ a b c d e f g h i j k l (NL) Gorillaz – The Fall, su Ultratop. URL consultato il 30 marzo 2020.
  5. ^ (EN) Gorillaz - Chart history (Billboard Canadian Albums), su Billboard. URL consultato il 30 marzo 2020.
  6. ^ (EN) Official Albums Chart Top 100: 24 April 2011 - 30 April 2011, su Official Charts Company. URL consultato il 30 marzo 2020.
  7. ^ (EN) Gorillaz - Chart history (Billboard 200), su Billboard. URL consultato il 30 marzo 2020.
  8. ^ (EN) Gorillaz - Chart history (Alternative Albums), su Billboard. URL consultato il 30 marzo 2020.
  9. ^ (EN) Gorillaz - Chart history (Top Dance/Electronic Albums), su Billboard. URL consultato il 30 marzo 2020.
  10. ^ (EN) Gorillaz - Chart history (Top Rock Albums), su Billboard. URL consultato il 30 marzo 2020.

Collegamenti esterni modifica

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