Tiberio Giulio Celso Polemeano

politico romano

Tiberio Giulio Celso Polemeano, noto semplicemente come Celso (45120), è stato un politico romano di origine greca che divenne senatore, servì come console suffectus nel 92 e come governatore dell'Asia (105-107).

Tiberio Giulio Celso Polemeano
Console della Repubblica romana
Una statua di marmo di Celso (Museo Archeologico di Istanbul)
Nome originaleΤιβέριος Ἰούλιος Κέλσος Πολεμαιανός[1] e Tiberius Iulius Celsus Polemaeanus
Consolato92

Biografia modifica

 
La Biblioteca di Celso, fondata da Celso, che ne contiene anche il sarcofago.[2]

Celso nacque verso il 45 in una famiglia di origine greca[3][4][5] a Efeso o a Sardi[4]. La famiglia era di Sardi, ed alcuni membri erano sacerdoti a Roma[6]. Ricevettero la cittadinanza romana ed alcuni di loro ricoprirono posizioni ufficiali al servizio dell'impero romano. Nel 69, durante l'anno dei quattro imperatori, Celsio cominciava la sua carriera da eques, ed acclamò assieme alla sua legione Vespasiano come imperatore. Dopo che Vespasiano ebbe consolidato il suo controllo nell'impero, ricompensò Celso elevandolo alla classe senatoria[6]. Celso ricoprì la più importante carica accessibile ai senatori romani diventando nel 92 console suffectus[7][8]. Nel 105 venne nominato governatore proconsolare della provincia romana dell'Asia dall'imperatore Traiano[2][8].

Biblioteca di Celso modifica

La biblioteca di Celso a Efeso fu costruita per onorare Celso dopo la sua morte. Egli pagò l'edificio con la propria ricchezza[9] e lasciò una grande somma di denaro per questo fine al figlio Giulio Aquila Polemeano, che ne diresse la costruzione[2][3]. La biblioteca poteva contenere 12.000 rotoli e servì come tomba monumentale a Celso[2], che ne fece allo stesso momento una cripta per il suo sarcofago ed un monumento sepolcrale[10]. Dopo l'abbandono di Efeso nel VII secolo l'edificio crollò, ma venne restaurato da una fondazione archeologica austriaca nel 1970[11].

Note modifica

  1. ^ Solin, Heikki, CIL., Walter de Gruyter, 2003, p. 1131, ISBN 978-3-11-015244-9.
  2. ^ a b c d Hanfmann, George Maxim Anossov, From Croesus to Constantine: the cities of western Asia Minor and their arts in Greek and Roman times, University of Michigan Press, 1975, p. 65, ISBN 978-0-472-08420-3.
  3. ^ a b Richard Wallace, Wynne Williams, The three worlds of Paul of Tarsus, Routledge, 1998, p. 106, ISBN 978-0-415-13591-7.
  4. ^ a b Nicols, John, Vespasian and the partes Flavianae, Issues 28–31, Steiner, 1978, p. 109, ISBN 978-3-515-02393-1.
  5. ^ Forte, Bettie, Rome and the Romans as the Greeks saw them, American Academy in Rome, 1972, p. 260, OCLC 560733.
  6. ^ a b Swain, Simon, Dio Chrysostom: Politics, Letters, and Philosophy, Oxford University Press, 2002, p. 57, ISBN 978-0-19-925521-4.
  7. ^ Werner Eck, Matthäus Heil, Senatores populi Romani: Realität und mediale Präsentation einer Führungsschicht : Kolloquium der Prosopographia Imperii Romani vom 11.-13, Franz Steiner Verlag, 2005, p. 267, ISBN 978-3-515-08684-4.
  8. ^ a b Swain, Simon, Hellenism and empire: language, classicism, and power in the Greek world, AD 50–250, Oxford University Press, 1998, p. 171, ISBN 978-0-19-815231-6.
  9. ^ Too, Yun Lee, The idea of the library in the ancient world, Oxford University Press, 2010, p. 213, ISBN 978-0-19-957780-4.
  10. ^ Makowiecka, Elżbieta, The origin and evolution of architectural form of Roman library, Wydaw-a UW, 1978, p. 65, OCLC 5099783.
  11. ^ accessed November 27, 2012 (PDF), su freidok.uni-freiburg.de.

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