Il COCA - Centro Occupato di Cultura Autogestita "Tien'a Ment" è stato il primo centro sociale occupato autogestito della città di Napoli[1], uno dei più importanti negli anni '90[2]. Si trovava in via Arno n. 3, nel quartiere di Soccavo, in un edificio comunale in disuso. "Furono proprio gli occupanti, in collaborazione con gli abitanti del quartiere, a ristrutturare l'edificio"[3].

Storia del Tien'a Ment modifica

È stato in attività dal 10 giugno 1989 fino allo sgombero forzato da parte della Polizia di Stato, avvenuto il 18 gennaio 1996.[4]

Il nome del centro in lingua napoletana significa "ricorda", e fu scelto per la sua chiara assonanza con il nome della piazza Tienanmen di Pechino, che proprio nei giorni di apertura del centro fu teatro dell'omonima protesta passata poi alla storia.[5] Diversamente da Officina 99, altro e più famoso centro sociale napoletano, l'attività del Tien'a'ment abbracciò un'ideologia anarchica, incentrandosi su una produzione culturale, artistica e musicale, vicina al mondo punk[6] e alla cultura underground, per la quale costituì un luogo di aggregazione[7].

Nel corso dei 7 anni di apertura vi hanno suonato gruppi come Death in June[8], Napalm Death, The Fuzztones, U.K. Subs e artisti come Tatsuya Yoshida (aka Ruins), oltre a gruppi della scena underground cittadina di quegli anni, tra i quali i più noti Randagi e Contropotere.

Il ventennale della sua chiusura è stato ricordato con la mostra, intitolata "Tien'A'menT '89-'96: immagini per non dimenticare", dei volantini prodotti nel centro, aventi come soggetto i concerti, le proiezioni, le serate di selezioni musicali e le performance artistiche che ivi avvenivano; gli stessi volantini, erano prodotti con la tecnica del collage per essere poi duplicati come fotocopie[9].

Produzioni modifica

Il COCA - Centro Occupato di Cultura Autogestita "Tien'a'ment" produsse, nell'ambito del "Progetto N.A.D.A." (acronimo che sta per "No Al Diritto d'Autore"), al quale aderirono parecchi gruppi del punk e dell'underground napoletano, un album discografico ("Arraggiati" - 1994), le cui prime 7 tracce erano rifacimenti e reinterpretazioni di classici della canzone napoletana:

  1. Contropotere "Masaniello" (3:31)
  2. Psicorami "Lager e a canzone 'e Napule" (3:05)
  3. Primo Fuori Corso "Ricciulina" (4:17)
  4. Cyb "Funiculì Funiculà" (3:29)
  5. GroundZeroNoise "11 mis 'e juorne" (3:29)
  6. Von Masoch "Maggia curà / Capri Mix" (6:01)
  7. The Handle "Catarì" (3:58)
  8. Kronstadt "A rumba de scugnizzi" (2:17)
  9. Kronstadt "Premonition sad" (3:33)
  10. Kronstadt "How many times we are dead" (2:27)
  11. Primo Fuori Corso "Ludmila" (6:05)
  12. Von Masoch "Radical" (1:46)
  13. GroundZeroNoise "sweet little dream" (2:09)
  14. Psicorami "Crisi statica esistenziale" (5:13)
  15. Handle "I'm not invisible" (4:23)
  16. Cyb "Smarrito" (6:05)
  17. Contropotere "Attacco al visus" (4:07)

Note modifica

  1. ^ Alessandro Chetta, Centri sociali, a che punto è la rivolta?, in Corriere del Mezzogiorno, Napoli, 20 maggio 2014 [10 maggio 2011]. URL consultato il 19 luglio 2020.
  2. ^ Caterina Arcidiacono, Napoli, diagnosi di una città: i giovani e il lavoro, Napoli, Magma Edizioni, 1999, p. 82, ISBN 978-8-88-127028-6.
  3. ^ Riccardo Cavaliere, I centri sociali come spazio pubblico. Un caso di studio a Napoli (PDF), in Rivista Geografica Italiana, vol. 120, n. 1, Firenze, 2013, pp. 31-54.
  4. ^ Lo sgombero del Tien'a Ment, su ainfos.ca.
  5. ^ L'Europeo: settimanale politico d'attualità, vol. 50, 1994.
  6. ^ N. T. Dines, N. Dines, p.278.
  7. ^ All’ombra del vulcano. Viaggio “impossibile” nella galassia underground napoletana, su thenewnoise.it.
  8. ^ Death in June performances, su deathinjune.net, deathinjune.com.
  9. ^ Vernissage mostra "Tien'A'menT '89-'96: immagini per non dimenticare", su eventa.it.

Bibliografia modifica

  • Nicholas T. Dines, Nick Dines, Tuff City: Urban Change and Contested Space in Central Naples, Berghahn Books.