Tom Carini, vero nome Tomaso Carini (Napoli, 1916Roma, 1993), è stato un banchiere italiano protagonista della Resistenza nelle formazioni di Giustizia e Libertà.

Biografia modifica

Nasce a Napoli da Pietro Carini e Maria Pia Castellano. Studia a Reggio Calabria, dove il padre è prefetto dal 1928 al 1934, al ginnasio liceo Campanella. Frequenta le Università di Pavia e Milano laureandosi in legge. A Milano lavora all’Ispi (Istituto studi di politica internazionale), nella redazione della Rivista Relazioni internazionali, dove conosce Mario Vinciguerra e Federico Chabod.[1] Alla Banca Commerciale Italiana prende contatti con gli ambienti antifascisti e conosce Raffaele Mattioli, Adolfo Tino, Bruno Visentini, Ugo la Malfa[2] di cui diventa collaboratore e amico. Inizia l’attività antifascista distribuendo il giornale Giustizia e Libertà.

Nel 1943 licenziatosi dal lavoro all’Ispi, entra in clandestinità, trasferendosi a Roma con la direzione di Giustizia e Libertà. La casa di Roma di Via Cicerone diviene una centrale informativa e organizzativa del Partito d'Azione. Con Raffaele Persichetti ed altri amici del partito quali Leone Ginzburg e Carlo Muscetta[3] lavorano alla redazione e alla diffusione di Italia Libera. Dopo l’8 settembre organizzano attivamente la Resistenza (brevetto di partigiano n 4888) sia dal punto di vista della propaganda, con la gestione delle tipografie clandestine, sia con squadre di azione che combattono a Porta San Paolo.[4]

Tradito da un delatore che denuncia di averlo visto con Pilo Albertelli, esponente di spicco del Partito d’Azione, viene arrestato sotto il nome di battaglia di Tomaso Gargiulo dalla banda Koch e portato alla pensione Jaccarino, sede degli interrogatori e delle torture. Lì ritrova Albertelli, il suo amico e compagno di partito. Entrambi negano di essersi conosciuti.[5] Dopo le torture vengono trasferiti a Regina Coeli nel braccio dei detenuti politici. A causa delle sue gravi condizioni, grazie all’intervento del medico del carcere Alfredo Monaco, viene trasferito in infermeria. In seguito viene inserito nella lista compilata dei nazi-fascisti di quei prigionieri politici che dovevano essere prelevati da Regina Coeli per essere trucidati alle Fosse Ardeatine. Trasferito su ordine dei tedeschi fuori dall’infermeria per ben due volte, nonostante un certificato di intrasportabilità redatto da Monaco per frattura della base cranica, riesce per una serie di miracolose circostanze a sfuggire ai camion che aspettano nel cortile e ad essere depennato dalla lista insieme ad altri undici prigionieri.[6]

Ricoverato all'Ospedale Santo Spirito sotto stretta sorveglianza dei tedeschi, riesce a fuggire, grazie all’aiuto di Monaco e delle suore dell’ospedale,[7][8] in Vaticano. Da lì mons. Hugh O' Flaherty pone fine alla caccia chiamando il comando nazista e comunicando che Carini è in Vaticano.

Nell'immediato dopoguerra partecipa, con Ugo La Malfa e altri, alla nascita del movimento Concentrazione Democratica, formazione politica sorta a ridosso dell’Assemblea Costituente Repubblicana. In essa confluiscono due movimenti che avevano abbandonato i partiti di provenienza: il Movimento per la democrazia repubblicana formatosi in seguito all’abbandono del Partito d’Azione da parte di Ferruccio Parri e La Malfa, e il Movimento liberale progressista sorto dalla scissione di una parte della sinistra liberale.

Negli anni lavora all’ufficio studi della Banca Nazionale del Lavoro, diretto da Luigi Ceriani, dove incontra tra gli altri Giorgio Ruffolo e Giorgio Caravale.[9] A metà degli anni sessanta contribuisce, come consulente del ministro del Bilancio Antonio Giolitti, alla programmazione economica dei primi governi di centro-sinistra.[7]

Il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat lo nomina nel 1965 capo dell’ufficio studi economici e finanziari del Quirinale.[7] In seguito diviene direttore del Banco di Napoli e, a fine anni settanta, del Crediop e Icipu, istituti unitisi nel finanziamento pubblico delle infrastrutture italiane e della grande industria.

Muore a Roma nel giugno del 1993.[7]

Opere modifica

  • Il Partito d'Azione. Note e ricordi, Roma, De Luca, 1960

Note modifica

  1. ^ Intervista alla Voce Repubblicana del 16-17 aprile 1992 in occasione dei 50 anni del Partito d'Azione
  2. ^ Bruno Visentini, discorso di commemorazione di Tom Carini al Consiglio nazionale del Partito Repubblicano, 25 giugno 1993
  3. ^ Il racconto di Carlo Muscetta è nel numero 4 della rivista Mercurio diretta da Alba de Céspedes, pubblicato nel 1944 e interamente dedicato alle testimonianze di molti altri protagonisti di quegli anni
  4. ^ Melton S.Davis, Chi difende Roma?, op.cit., pp.206-207, 434-435, 460-470
  5. ^ Sull racconto della cattura e delle successive giornate a Regina Coeli testimonianza scritta rilasciata da Tom Carini al processo alla banda Koch svoltosi a Milano nel dopoguerra. Il testo integrale è riportato in Adolfo Battaglia, Né un soldo né un voto. Memorie e riflessioni sull’Italia laica, op.cit., pp. 35-41. Il racconto-testimonianza personale delle vicende legate alla cattura e alla fuga è stato anche pubblicato in Repubblica del 20 aprile 1994 con il titolo “La mia fuga dagli aguzzini”.
  6. ^ La lista compilata dai fascisti con i prigionieri del carcere da portare alle Fosse Ardeatine è pubblicata nel libro Pilo Albertelli, una vita per la libertà scritto nel 2005 dagli alunni dell’Istituto Albertelli Newton di Parma che riporta, cancellato, il suo nome di battaglia Tommaso Gargiulo. La vicenda di Carini e delle Fosse Ardeatine, insieme a quella del suo ruolo della Resistenza romana, è anche raccontata nel libro di Raleigh Trevelyan, Roma 1944, op.cit., pp. 221, 278-279,319
  7. ^ a b c d Giorgio Ruffolo, Il guerriero stanco, su ricerca.repubblica.it, 27 giugno 1993. URL consultato il 14 gennaio 2019.
  8. ^ Il racconto della cattura e della fuga di Tom Carini è anche riportato da Luigi Otaria (pseudonimo di Gino de Santis, caporedattore della rivista Mercurio) nel numero 4 del Mercurio pubblicato nel 1944
  9. ^ Giorgio Ruffolo, Il libro dei sogni, op.cit. pp.45 e seguenti

Bibliografia modifica

  • Melton S.Davis, Chi difende Roma? I 45 giorni: 25 luglio 8 settembre, Milano, Rizzoli Editore, 1973
  • Raleigh Trevelyan, Roma 1944, Milano, Rizzoli Editore, 1983
  • Giorgio Ruffolo, Il libro dei sogni, Venezia, Donzelli, 2007
  • Adolfo Battaglia, Né un soldo né un voto. Memorie e riflessioni sull’Italia laica, Bologna, Il Mulino, 2015

Voci correlate modifica