Tonino Spazzoli

antifascista e partigiano italiano

Tonino Spazzoli (Coccolia, 2 giugno 1899Coccolia, 19 agosto 1944) è stato un antifascista e partigiano italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare.

Biografia modifica

Antonio Spazzoli (detto Tonino) nacque a Coccolia, frazione di Ravenna al confine con la Provincia di Forlì, nel 1899. Fu volontario nella prima guerra mondiale, nel corso della quale restò mutilato e fu pluridecorato. Seppur di idee repubblicane, fu volontario fiumano ed ebbe inizialmente simpatie per il fascismo rivoluzionario tanto da partecipare nel novembre 1919, con un gruppetto di repubblicani romagnoli, al comizio di Benito Mussolini in piazza Belgioioso a Milano.[1] Ma ben presto maturò sentimenti antifascisti, fu attivo nel movimento "Italia libera" fondato da Randolfo Pacciardi e Raffaele Rosetti, nel 1924 fu arrestato e condannato dal tribunale di Forlì ad un anno e dodici giorni di detenzione per essere stato trovato in possesso di materiale esplosivo.[2]

Di professione commerciante di stufe in cotto, si oppose attivamente al regime tanto da essere segnalato nel 1932 come esponente del movimento clandestino repubblicano di Romagna affiliato a "Giustizia e Libertà"[3] e condannato nel 1934-1935 al confino per un anno[4] in provincia di Matera e segnalato in rubrica di frontiera (schedato al Casellario Politico Centrale come repubblicano). Dopo il 25 luglio 1943, da leader del partito repubblicano romagnolo (che prima del fascismo era il partito di maggioranza relativa nella regione), diede vita, con elementi socialisti-repubblicani (il cui leader era Torquato Nanni), all'Unione dei Lavoratori Italiani (ULI). Dopo l'8 settembre del '43 fu tra i fondatori del "Fronte nazionale romagnolo" (una sorta di CLN ante-litteram, a partecipazione ristretta all'ULI e al PCI) che diede l'impulso per la costituzione dei primi distaccamenti partigiani e, in particolare, della Brigata Garibaldi Romagnola comandata da Riccardo Fedel.

Fondamentale il suo apporto organizzativo per tutte le formazioni partigiane della zona e per il supporto fornito ai prigionieri Alleati in fuga (in particolare fu grazie a Tonino Spazzoli che i generali Richard O'Connor e Philip Neame poterono rientrare in patria). Durante la guerra di resistenza, rimase in stretto contatto con il gerarca fascista dissidente Leandro Arpinati[5]. Quest'ultimo, in domicilio coatto a Malacappa di Argelato, sosteneva la lotta antifascista nella consapevolezza che la sua vittoria fosse inevitabile. Arrestato una prima volta dai nazifascisti, riuscì a fuggire e a proseguire la lotta, organizzando il lancio di armi dagli aerei alleati alle formazioni partigiane e rifornendo di viveri e denari il Battaglione Corbari in azione sulle montagne tosco-romagnole. Catturato una seconda volta, poco dopo l'uccisione del fratello Arturo Spazzoli, fu trucidato nei pressi di Coccolia il 19 agosto 1944, dopo aver subito atroci torture nel carcere di Forlì. Nell'immediato dopoguerra, il CLN gli dedicherà una marca chiudilettera.

Onorificenze modifica

«Volontario della prima guerra mondiale, mutilato e pluridecorato al valor militare, fu nella guerra di Liberazione organizzatore audace, sereno e cosciente e diede vita e diresse formazioni partigiane fedeli continuatrici delle più fulgide tradizioni. I più audaci colpi di mano, i più rischiosi atti di sabotaggio, le più strenue azioni di guerriglia lo ebbero primo fra i primi, di esempio a tutti per coraggio, valore e sublime sprezzo del pericolo. Arrestato una prima volta e riuscito ad evadere si arruolava in un battaglione partigiano continuando senza sosta nella sua attività che mai dette tregua all’avversario. Caduto ancora nelle mani del nemico durante l’espletamento di una missione rischiosa affidata al suo leggendario coraggio, subiva sevizie atroci e martirii inenarrabili senza nulla rivelare che potesse tradire la causa. A compimento della sua eroica esistenza tutta dedicata alla Patria, cadeva sotto i colpi degli sgherri nemici che barbaramente lo trucidarono.»
— Romagna, 8 settembre 1943 - Coccolia, 19 agosto 1944.[6]

Note modifica

  1. ^ Alberto Mazzuca, Luciano Foglietta, op. cit. p. 112
  2. ^ Lorenzo Bedeschi, Dino Mengozzi, op. cit. p. 818
  3. ^ Lorenzo Bedeschi, Dino Mengozzi, op.cit. pp. 818-819
  4. ^ Commissione di Forlì, ordinanza dell'11.8.1934 contro Tonino Spazzoli per "Attività antifascista". In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. III, p. 930
  5. ^ Giancarla Arpinati, 'Malacappa. Diario di una ragazza 1943-1945', Bologna, Il Mulino, 2004. Nel testo sono presenti diverse fotografie che ritraggono Spazzoli assieme ad Arpinati.
  6. ^ Si veda Quirinale
  7. ^ Si veda

Bibliografia modifica

  • Sergio Flamigni - Luciano Marzocchi, Resistenza in Romagna, La Pietra, Milano, 1969.
  • Dino Mingozzi (a cura di), L'8ª Brigata Garibaldi nella Resistenza, La Pietra, Milano, 1981.
  • Ennio Bonali-Dino Mengozzi, a cura di, "La Romagna e i generali inglesi", Franco Angeli, 1982.
  • Randolfo Pacciardi, Protagonisti grandi e piccoli, Studi, Incontri, Ricordi, Barulli, Roma, 1972.
  • Elio Santarelli, I Repubblicani Forlivesi negli anni tra le due guerre mondiali. Fascismo, antifascismo, resistenza (1919-1945), 1977 (Centro Studi Storici e politici del PRI dell'Emilia-Romagna)
  • Lorenzo Bedeschi, Dino Mengozzi (a cura di), Personaggi della vita pubblica di Forlì e circondario, Urbino, Edizione Quattro Venti, 1996 ISBN 88-392-0236-6
  • Alberto Mazzuca, Luciano Foglietta, Mussolini e Nenni, amici nemici, Argelato (BO), Minerva Edizioni, 2015 ISBN 978-88-7381-589-1

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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