Tranvia Vercelli-Biella

ex tranvia italiana

La tranvia Vercelli-Biella era una linea tranviaria interurbana che collegava le città di Vercelli e Biella dal 1890 al 1933.

Tranvia Vercelli-Biella
Fermata di Quinto Vercellese
InizioVercelli
FineBiella
Inaugurazione1890
Chiusura1933
GestoreSATV
Lunghezza41,715 km
Tipotranvia extraurbana
Mezzi utilizzatilocomotive tranviarie a vapore e rimorchi
Scartamento1445 mm
Tipo trazioneVapore
Trasporto pubblico

Storia modifica

 
Classica immagine del transito a Candelo

Nel dicembre 1885 fu costituito a Vercelli un comitato per la costruzione di una linea tranviaria che unisse la città a Biella, composto dai rappresentanti di sedici comuni interessati[1]: la tranvia avrebbe permesso di accorciare di dieci chilometri il collegamento tra le due città, diversamente dal collegamento ferroviario (che prevedeva il trasbordo alla stazione di Santhià)[2]. Nel 1888 la deputazione provinciale di Novara accordò la concessione della linea alla ditta belga Valère Mabille, che ne offrì l'esercizio per tre anni alla Società Anonima dei Tramways Vercellesi (poi Società Anonima Tramvie Vercellesi, SATV)[2].

La costruzione fu affidata a Ercole Belloli, che nel vercellese aveva già impiantato le tranvie Vercelli-Trino, Vercelli-Aranco e Vercelli-Casale Monferrato, mentre la progettazione e la direzione dei lavori furono affidati all'ingegner Emanuele Borella, che ne gestì l'esercizio sino al 1897[1].

La linea fu inaugurata il 24 marzo 1890[3]; il primo orario prevedeva tre coppie di corse giornaliere[4] che compivano l'intero percorso in tre ore; nelle domeniche d'autunno era prevista una corsa speciale per i cacciatori[2]. Per via della lunghezza dei convogli tranviari (composti in genere da quattro vetture e svariati carri merce) la linea divenne nota come "Biciulan", tipico biscotto di Vercelli[1].

Durante la prima guerra mondiale il pacchetto azionario di maggioranza della SATV passò nelle mani di alcuni industriali biellesi, che potenziarono il servizio: gli anni tra il 1915 e il 1925 furono quelli di maggior traffico per la rete delle tranvie SATV[5].

 
Orario del 1911
 
Vercelli, Stradello di Gattinara

Nel 1926 il pacchetto azionario della SATV fu rilevato dalle Ferrovie Elettriche Biellesi (FEB) al fine di integrare le due reti[6]: fu quindi studiato un piano per la ricostruzione delle linee SATV in sede propria con elettrificazione e cambio dello scartamento, adottando quello ridotto (950 mm). Contrasti con gli enti locali, in particolare con il podestà di Vercelli, che richiedevano il mantenimento dello scartamento ordinario al fine di permettere un collegamento ferroviario diretto tra Biella, Vercelli, Alessandria e Genova evitando di passare per il nodo di Santhià, portarono all'annullamento parziale del piano[7], del quale fu attuato unicamente l'elettrificazione della linea per Trino, unica della rete SATV a mantenere un buon livello di traffico[7].

Il mancato rinnovamento e la concorrenza della ferrovia (dal 1925 la società che gestiva la ferrovia Santhià-Biella istituì corse dirette sino a Vercelli[1]) fece sì che la tranvia seguisse il destino di molte altre linee italiane a trazione a vapore: nel luglio 1932, con autorizzazione ministeriale al circolo ferroviario di ispezione di Torino, fu approvata la chiusura della Vercelli-Biella[8], che cessò l'esercizio il 31 gennaio 1933[9]. Fu sostituita da corse automobilistiche (attive già dal 1º marzo 1931) della Società Anonima Biellese Autotrasporti (SABA), consociata della FEB[10].

Caratteristiche modifica

 Percorso 
 
per Trino († 1949)
 
0,000 Vercelli
     
ferrovia Torino-Milano
 
4 Caresanablot
 
7 Quinto bivio
     
per Aranco († 1933)
 
8 Quinto paese
 
10 Collobiano
 
13 Busonengo
 
16 Formigliana
 
19 Balocco (La Lista)
     
ferrovia Santhià-Arona
 
21 Buronzo (Fornace Crocicchio)
 
24 Mottalciata (Cascina Donna)
 
25 Villanova (Cascina Catella)
 
26 Villanova (Cascina Valzo)
 
29 Massazza
 
33 Benna
 
36 San Giacomo
 
 
 
37 Candelo per Santhià
     
per Biella piazza Vittorio Veneto
     
per Biella San Paolo/Borriana
 
41 Gaglianico
         
42 Biella per Mongrando
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

La linea tranviaria era a binario singolo a scartamento ordinario di 1445 mm, quasi totalmente in sede promiscua tranne alcuni brevi tratti in sede propria. Si sviluppava per 41,715 km, di cui i primi 5 in comune con la linea per Aranco[3][11]. Il raggio di curvatura era di 45 metri, la pendenza massima del 34 per mille[12]. I tram potevano toccare una velocità massima di 25 km/h[12].

Percorso modifica

 
Intersezione con la ferrovia Torino-Milano

La tranvia partiva dalla stazione della SATV, situata nei pressi della stazione ferroviaria e della stazione delle tranvie della Società per le Ferrovie del Ticino (SFT) per Casale Monferrato e Biandrate-Fara.

Nel rione vercellese di Belvedere, in corso Fiume, la linea attraversava a livello la ferrovia Torino-Milano; uscita da Vercelli la linea seguiva la strada provinciale per Biella toccando i comuni di Caresanablot e Quinto Vercellese.

A Quinto si distaccava la linea per Aranco, quindi toccava le località di Collobiano, Busonengo, Formigliana, Balocco, località presso la quale veniva incrociata la Ferrovia Biella-Santhià.

 
Biella, Porta Torino

Seguivano dunque Buronzo, Mottalciata e Villanova Biellese. A Massazza il convoglio veniva sdoppiato per superare la salita del Fraschei, quindi proseguiva per Benna e Candelo, ove veniva effettuata fermata in corrispondenza della stazione ferroviaria; sottopassato dunque il percorso originario di tale ferrovia, che conduceva alla stazione di testa di piazza Vittorio Veneto, si raggiungeva la frazione Gaglianico per giungere infine alla stazione capolinea di Biella dopo aver lasciato, sulla sinistra, il binario della linea per Borriana.

Materiale rotabile modifica

Il parco rotabile della SATV comprendeva dodici locomotive a vapore Henschel cabinate di tipo tranviario (alcune delle quali acquistate usate dalla SFT) di potenza compresa tra 100 e 250 CV e circa 150 tra carrozze a due assi di costruzione Grondona[13] e carri merce; sulla linea erano impiegate le locomotive più potenti del parco, per via della pendenza massima della linea e dell'intenso traffico merci che si svolgeva[5].

Nel 1927 sulla linea prestavano servizio dieci locomotive a vapore[14].

Note modifica

  1. ^ a b c d Storia della tramvia Biella-Vercelli - al "Biciulan" (PDF), su candeloeventi.it, Associazione Turistica Pro Loco di Candelo. URL consultato il 14 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2013).
  2. ^ a b c Ogliari-Sapi, op. cit. vol. 8, p. 228
  3. ^ a b M. Matto, Santhià e la ferrovia, op. cit., pp. 251-252.
  4. ^ Notizie italiane - Vercelli, in Gazzetta Piemontese, 31 marzo 1890, p. 3
  5. ^ a b Riccardi, op. cit., p. 44
  6. ^ Ogliari-Sapi, op. cit. vol. 9, p. 535
  7. ^ a b Riccardi, op. cit., p. 46
  8. ^ Francesco Oddone, La "Littorina" risolverà il problema delle comunicazioni tra Vercelli e Biella?, in La Stampa, 17 febbraio 1933, p. 5
  9. ^ Ogliari-Sapi, op. cit. vol. 9, p. 550
  10. ^ Ogliari-Sapi, op. cit. vol. 9, p. 537
  11. ^ Ogliari-Sapi, op. cit., vol. 8, p. 228
  12. ^ a b Ogliari-Sapi, op. cit. vol. 9, p. 764
  13. ^ Ogliari-Sapi, op. cit., vol. 8, pag. 130
  14. ^ Ogliari-Sapi, op. cit. vol. 9, p. 765

Bibliografia modifica

  • FENIT 1946 1996, Roma, Ed. FENIT, 1996.
  • Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille fra i monti. Storia dei trasporti italiani volumi 8° e 9°. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968.
  • Aldo Riccardi, Fantasmi DOC - Il tram a vapore Vercelli-Trino, in Tutto Treno, 4/1988, Duegi Editrice, Ponte San Nicolo (PD), pp. 44–46.
  • Mario Matto, La tramvia Santhià-Ivrea e la rete tranviaria locale, in Santhià e la ferrovia: una storia che dura 150 anni, GS Editrice, Santhià, 2006, pp. 203–266. ISBN 88-87374-95-3

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Mappa, su openstreetmap.org.