In ingegneria aeronautica, si indica con l'espressione trave di coda l'elemento costruttivo, in forma di trave, che collega la parte anteriore di un aeroplano (sia essa la carlinga o l'ala) e l'impennaggio. Una trave di coda svolge la stessa funzione di collegamento tra la parte anteriore dell'aereo e la posteriore, ove è normalmente collocato l'impennaggio, di una comune fusoliera; tuttavia rispetto a quest'ultima una trave di coda si distingue per il fatto di essere più sottile, e di non poter quindi, diversamente da una fusoliera, alloggiare carichi degni di nota; inoltre la trave di coda è spesso raddoppiata, dando luogo alla soluzione detta doppia trave di coda.[N 1][1][2]

Uno schema, raffigurante un Lockheed P-38 Lightning, in cui sono evidenziate in rosso le due travi di coda.
Nella progettazione del cargo Fairchild C-119 Flying Boxcar, la soluzione con doppia trave di coda venne adottata per massimizzare la capacità della fusoliera.
L'elicottero MBB/Kawasaki BK 117 presenta una trave di coda.
L'aliante DG Flugzeugbau DG-800 presenta una trave di coda.

La trave di coda è diffusa anche sugli elicotteri, per unire la cabina alla zona dove è comunemente installato il rotore di coda, e sugli alianti, dove rispetto a una tradizionale fusoliera ha il vantaggio di una maggiore leggerezza e di un'inferiore superficie atta a generare resistenza aerodinamica.[1]

Varie ragioni possono rendere preferibile una soluzione costruttiva basata su una o più travi di coda. Nell'epoca pionieristica dell'aviazione, prima che si affermasse l'uso moderno della fusoliera, travi di coda potevano essere utilizzate per collegare l'ala (in testa all'aereo) e gli impennaggi (in coda) minimizzando i pesi; tale fu il caso, per esempio, con il Caproni Ca.3 e i modelli successivi realizzati da Gianni Caproni fino al Ca.6.[3] In epoche più recenti, una doppia trave di coda venne impiegata, per esempio sul Lockheed P-38 Lightning, per alloggiare i voluminosi turbocompressori che i motori richiedevano onde non perdere potenza in quota.[4] Nel caso di aerei da trasporto come il Fairchild C-119 Flying Boxcar o lo Hawker Siddeley Argosy, invece, la doppia trave di coda venne adottata per massimizzare la capacità di carico della fusoliera e per migliorare la sua accessibilità.[2]


Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ La soluzione costruttiva basata su una vera e propria doppia fusoliera è a sua volta riscontrabile, benché sia più rara; è stata applicata in modelli come lo Heinkel He 111 Z o il North American P-82 Twin Mustang.

Fonti modifica

  1. ^ a b tràve, su Sapere.it. URL consultato il 27 agosto 2016.
  2. ^ a b G. Dicorato, G. Bignozzi, B. Catalanotto, C. Falessi, Storia dell'Aviazione, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1973, pp. 128-129 Dizionarietto dei termini aeronautici, ISBN non esistente.
  3. ^ Rosario Abate, Gregory Alegi e Giorgio Apostolo, Aeroplani Caproni – Gianni Caproni ideatore e costruttore di ali italiane, Museo Caproni, 1992, pp. 14-15, ISBN non esistente.
  4. ^ Dicorato, p. 617 Profili.

Bibliografia modifica

  • G. Dicorato, G. Bignozzi, B. Catalanotto, C. Falessi, Storia dell'Aviazione, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1973, ISBN non esistente.

Collegamenti esterni modifica

  • tràve, su Sapere.it. URL consultato il 27 agosto 2016.