Trimetilarsina

farmaco

La trimetilarsina (trimetilarsano secondo la nomenclatura IUPAC) è un composto di organoarsenico(III), di formula As(CH3)3, abbreviata di solito come AsMe3 in reazioni che non coinvolgono direttamente i metili. Deriva formalmente dall'arsina (arsano) AsH3 per sostituzione degli idrogeni con gruppi metilici -CH3. In condizioni normali è un liquido incolore con un caratteristico odore spesso riportato come agliaceo, anche se questo non sembra accertato.[1] Viene usato in chimica organometallica come legante in complessi organometallici[2] , in particolare in complessi con il metallo in bassi stati di ossidazione, analogamente alle fosfine, altre arsine,[3] e come precursore di altri composti organici di arsenico. Questo composto volatile dell'arsenico è facilmente decomponibile e, in quanto tale, è usato come fonte di arsenico nell'industria dei semiconduttori in microelettronica.[4]

Trimetilarsina
Schema di struttura della trimetilarsina
Schema di struttura della trimetilarsina
Modello a sfere e bastoncini della trimetilarsina
Modello a sfere e bastoncini della trimetilarsina
Nome IUPAC
Trimetilarsano
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC3H9As
Massa molecolare (u)120,03
Aspettoliquido incolore
Numero CAS593-88-4
Numero EINECS209-815-8
PubChem68978
SMILES
C[As](C)C
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)1,124
Solubilità in acquainsolubile
Temperatura di fusione–87 °C (186 K)
Temperatura di ebollizione51 °C (324 K)
Proprietà tossicologiche
DL50 (mg/kg)7870 (topo, orale)
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
Tossico Pericoloso in ambiente
Frasi R23/25, 50/53
Frasi S20/21, 28, 45, 60, 61

Storia modifica

Alla fine del XIX secolo il medico e microbiologo italiano Bartolomeo Gosio (1863–1944) sospettò che i coloranti all'arsenico usati allora in alcuni tipi di vernici e carte da parati fossero causa della morte inspiegabile di un gran numero di bambini. Egli trovò che in presenza di umidità il fungo Scopulariopsis brevicaulis produceva un gas tossico, riconoscibile dall'odore agliaceo, quando agiva su coloranti all'arsenico, e particolarmente sul verde di Parigi e il verde di Scheele utilizzati nelle carte da parati. Nel 1892 pubblicò un riassunto dei suoi risultati;[5] il gas tossico fu poi chiamato "gas di Gosio".

Nel 1933 la componente tossica fu identificata come trimetilarsina dal chimico Frederick Challenger,[6][7] e solo nel 1971 si dimostrò che la metilazione dell'arsenico era di origine batterica.[8][9] Studi più recenti mostrano tuttavia che la trimetilarsina ha una bassa tossicità, suggerendo che non sia tuttora nota con certezza la causa dei decessi e dei problemi alla salute osservati nel XIX secolo.[10]

Struttura e proprietà modifica

La trimetilarsina è un liquido incolore volatile, solubile in benzene ed altri solventi organici poco polari,[11] un po' più denso dell'acqua e insolubile in essa. La molecola ha struttura piramidale con angoli C–As–C di 91,83°, valore compatibile con l'uso di orbitali p pressoché puri da parte dell'atomo di As; la distanza di legame As–C ammonta a 151,9 pm.[12] Il basso valore di questo angolo di legame, anche più piccolo che nella trimetilfosfina PMe3 (98,6°[13]), indica che l'ibridazione degli orbitali atomici s e p di As in questa molecola è scarsa o nulla; di conseguenza la coppia solitaria rimane nell'orbitale s sottostante, anziché puntare all'esterno come nel caso della coppia solitaria in orbitale ibrido sp3 della molecola di ammoniaca. La molecola ha una certa polarità, μ = 0,86 D,[14] un po' minore di quella della trimetilfosfina (1,19 D),[15] molecola ad essa isoelettronica di valenza.

Sintesi modifica

La trimetilarsina fu preparata per la prima volta nel 1854.[16] Si può ottenere trattando il triossido di diarsenico con trimetilalluminio:[17]

As2O3 + 1,5 [AlMe3]2 → 2 AsMe3 + 3/n(MeAl-O)n

Reattività modifica

La trimetilarsina è piroforica e si incendia all'aria, perché la reazione con ossigeno è fortemente esotermica:

AsMe3 + ½ O2 → O=AsMe3

Presenza in natura modifica

La trimetilarsina è prodotta per azione di microbi su composti inorganici dell'arsenico presenti naturalmente in rocce e terreni in concentrazione dell'ordine della parte per milione.[18] La trimetilarsina è stata individuata in tracce (parti per miliardo) nei gas sviluppati nelle discariche di rifiuti in Germania, Canada e Stati Uniti, ed è il principale composto arsenicale in questi gas.[19][20]

Indicazioni di sicurezza modifica

AsMe3 è disponibile in commercio. Il composto è tossico per inalazione ed ingestione, ed è irritante per pelle e mucose. È genotossico e cancerogeno per l'uomo. È molto tossico per gli organismi acquatici.[21][22][23][24]

Note modifica

  1. ^ (EN) Thomas G. Chasteen, Markus Wiggli e Ronald Bentley, Historical Review. Of garlic, mice and Gmelin: the odor of trimethylarsine, in Applied Organometallic Chemistry, vol. 16, n. 6, 2002-06, pp. 281–286, DOI:10.1002/aoc.299. URL consultato il 7 settembre 2022.
  2. ^ N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth-Heinemann, 1997, p. 553, ISBN 0-7506-3365-4.
  3. ^ F. Albert Cotton, Geoffrey Wilkinson, Carlos A. Murillo e Manfred Bochmann, Advanced Inorganic Chemistry, 6ª ed., Wiley Interscience, 1999, p. 421, ISBN 0-471-19957-5.
  4. ^ (EN) Masataka Hoshino, A mass spectrometric study of the decomposition of trymethylarsine (TMAs) with triethylgallium (TEGa), in Journal of Crystal Growth, vol. 110, n. 4, 1º aprile 1991, pp. 704–712, DOI:10.1016/0022-0248(91)90627-H. URL consultato il 7 settembre 2022.
  5. ^ Gosio 1892
  6. ^ Challenger et al. 1933
  7. ^ Challenger 1955
  8. ^ McBride e Wolfe 1971
  9. ^ Bentley e Chasteen 2002
  10. ^ Cullen e Bentley 2005
  11. ^ (EN) TRIMETHYLARSINE | 593-88-4, su ChemicalBook. URL consultato il 7 settembre 2022.
  12. ^ Wells 1984
  13. ^ (EN) Annette Schier e Hubert Schmidbaur, P-Donor LigandsBased in part on the article P-Donor Ligands by Charles A. McAuliffe & Anthony G. Mackie which appeared in the Encyclopedia of Inorganic Chemistry, First Edition ., John Wiley & Sons, Ltd, 15 marzo 2006, pp. ia177, DOI:10.1002/0470862106.ia177, ISBN 978-0-470-86078-6. URL consultato il 7 settembre 2022.
  14. ^ trimethylarsane, su www.stenutz.eu. URL consultato il 7 settembre 2022.
  15. ^ trimethylphosphane, su www.stenutz.eu. URL consultato il 7 settembre 2022.
  16. ^ Emsley 2005, p. 125.
  17. ^ Gavrilenko et al. 1996
  18. ^ Cullen e Reimer 1989
  19. ^ Feldmann e Cullen 1997
  20. ^ Pinel-Raffaitin et al. 2007
  21. ^ Sigma-Aldrich, 2007
  22. ^ Andrewes et al. 2003
  23. ^ Irvin e Irgolic 1995
  24. ^ Yamauchi et al. 1990

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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