Uberto di Toscana, o di Tuscia (920/24/25[1][2]15 settembre 967/70[1][2]), è stato un nobile franco fu marchese di Toscana dal 937 all'968 circa e duca di Spoleto dall'943 all'946.

Uberto
Margravio di Toscana
In carica937-968 circa
PredecessoreBosone
SuccessoreUgo
Duca di Spoleto
In carica943 –
946
PredecessoreSarlione
SuccessoreBonifacio II
Teobaldo II
Nascita920/24/25[1][2]
Morte15 settembre 967/70[1][2]
DinastiaBosonidi
PadreUgo di Provenza
MadreWandelmoda
ConiugeWilla di Spoleto
FigliUgo
Waldrada

Origine modifica

Unico figlio illegittimo del marchese del regno di Provenza e poi Re di Provenza, pur mantenendo il titolo di Marchese e re d'Italia, Ugo d'Arles e di Wandelmoda, che il cronista, Liutprando da Cremona, vescovo di Cremona, definisce nobilissima[3]. Ugo di Provenza o di Arles era il figlio primogenito del conte di Arles, Tebaldo[4] (ca 860-895) e di Berta di Lotaringia (863-925), figlia terzogenita del re di Lotaringia Lotario II e della seconda moglie, Waldrada[5] (scomunicata in quanto considerata concubina, da papa Nicola I), quindi nipote dell'imperatore Lotario I (Ugo menzionò i propri genitori, Tebaldo e Berta nel documento della fondazione del monastero di San Pietro, del 924[6] e in una donazione dell'8 marzo 934[7]).

Biografia modifica

Nel 936, sempre secondo Liutprando, l'ambizione sfrenata di Willa di Borgogna spinse il marito Bosone a ribellarsi al padre di Uberto, suo fratello Ugo[8]. Willa fu inviata in Borgogna[8], presso la famiglia d'origine, mentre Bosone fu destituito e fatto arrestare dal fratello Ugo, che, nel 937, nominò Uberto margravio di Toscana[1].

Nel 941, Uberto fu nominato conte palatino[1] e, nel 943 circa, fu fatto duca di Spoleto e margravio di Camerino dopo che Sarlione, che aveva sconfitto e ucciso il precedente duca, Anscario di Spoleto[9], era stato rimosso e costretto a ritirarsi in monastero da suo padre Ugo.
Come signore della Toscana e di Spoleto, Uberto ebbe il dominio dell'Italia centrale, che resse con fermezza[10].
Anche dopo che, nel 946, il marchese d'Ivrea, Berengario II, deteneva il potere in Italia[11] e, dopo la morte di suo padre, Ugo[12], Uberto, pur venendo sostituito da un nuovo marchese, a Spoleto, mantenne il marchesato di Toscana[13] e fu il più potente vassallo del re Berengario II[1].

Papa Giovanni XII, che si trovava a subire le angherie di Adalberto II d'Ivrea[14], figlio di Berengario II invitò Ottone il Grande, re di Germania, ad attraversare le Alpi, farsi incoronare imperatore e impadronirsi del regno d'Italia al posto di Berengario[1].
Ottone raggiunse Roma, passando da Ravenna, perché il marchesato di Toscana (Uberto) era rimasto fedele a Adalberto e Berengario[14].
Ottone I, che il 2 febbraio 962, era stato incoronato Imperatore da Giovanni XII, ritornando verso nord attaccò e sconfisse Uberto, che, il 13 febbraio 962, fu rimosso da margravio di Toscana e costretto all'esilio[15], ma circa un anno dopo, gli fu concesso di rientrare in possesso del marchesato[16].

Non si conosce l'anno esatto della morte di Uberto, che è ritenuto il fondatore della chiesa della Badia Fiorentina di Firenze[1].
Dopo la sua morte a Uberto, nel marchesato di Toscana, successe il figlio, Ugo[17].

Matrimonio e discendenza modifica

Uberto, nel 945 circa, aveva sposato Willa (prima metà del X secolo- dopo il 978[1]), appartenente al clan degli Hucpoldingi e figlia di Bonifacio II di Spoleto e di Waldrada, appartenente alla dinastia dei Rodolfingi e figlia di Rodolfo I di Borgogna, re di Borgogna Transgiurana.[18][19] Uberto da Willa, che aveva fondato il convento di San Ponziano a Lucca, come risulta da un documento dell'Imperatore, Ottone III[20], ebbe due figli:

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Uberto del Vallese Bosone il Vecchio  
 
 
Tebaldo d'Arles  
 
 
 
Ugo d'Italia  
Lotario II di Lotaringia Lotario I  
 
Ermengarda di Tours  
Berta di Lotaringia  
Waldrada di Wormsgau  
 
 
Lotario II d'Italia  
 
 
 
 
 
 
 
Wandelmoda  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : Nobiltà del nord Italia - UBERTO
  2. ^ a b c d (EN) #ES Genealogy: Bosonidi - Hubert
  3. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus III: Liudprandi Antapodosis III. par. 20, pag. 306 Archiviato il 1º giugno 2016 in Internet Archive.
  4. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus III: Liudprandi Antapodosis III. par. 46, pag. 313 Archiviato il 16 ottobre 2013 in Internet Archive.
  5. ^ (LA) Annales Bertiniani III, anno 862, Pag 284
  6. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus IX, Diplomata Hugonis Comitis Provinciæ et Regis Italiæ I, anno 924, Pag 689 e 690
  7. ^ (LA) Recueil des Chartes de l'Abbaye de Cluny, tome I, documento 417, Pag 403 e 404
  8. ^ a b (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus III: Liudprandi Antapodosis IV. par. 11, pag. 318 e 319 Archiviato il 16 ottobre 2013 in Internet Archive.
  9. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus III: Liudprandi Antapodosis liber V. par. 8, pag. 329 Archiviato il 20 ottobre 2013 in Internet Archive.
  10. ^ C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II, pag. 673
  11. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus III: Liudprandi Antapodosis liber V. par. 30, pag. 335 Archiviato il 22 aprile 2014 in Internet Archive.
  12. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus III: Liudprandi Antapodosis liber V. par. 31, pag. 336 Archiviato il 21 aprile 2014 in Internet Archive.
  13. ^ C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II, pag. 674
  14. ^ a b C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II, pag. 678
  15. ^ C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II, pag. 679
  16. ^ C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II, pag. 683
  17. ^ C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II, pag. 693
  18. ^ Edoardo Manarini, I due volti del potere. Una parentela atipica di ufficiali e signori nel regno italico, Milano, Ledizioni, 2016, pp. 66-67, ISBN 978-88-6705-453-4.
  19. ^ Edoardo Manarini, I due volti del potere. Una parentela atipica di ufficiali e signori nel regno italico, Milano, Ledizioni, 2016, p. 324, ISBN 978-88-6705-453-4.
  20. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Diplomatum Regum et Imperatorum Germaniae, tomus II, Kaiserurkunden Otto III, doc 269, pag. 687 Archiviato il 7 febbraio 2016 in Internet Archive.

Bibliografia modifica

Fonti primarie modifica

Letteratura storiografica modifica

  • C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II (L'espansione islamica e la nascita dell'Europa feudale) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 662–701.
  • Louis Halphen, "Il regno di Borgogna", cap. XXV, vol. II (L'espansione islamica e la nascita dell'Europa feudale) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 807–821.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica