Uki-otoshi è la tecnica di Judo numero 23 del Gokyo e fa parte del gruppo del quarto kyo (Dai Yonkyō).[1] Appartenente al gruppo dei Te-Waza (considerata la “tecnica di braccio” per eccellenza), inizialmente non trovava distinzione con la simile Sumi-Otoshi. L'unica differenza con quest'ultima è data dalla direzione nella quale avviene la proiezione. Il termine UKI letteralmente può essere tradotto con “movimento dell'onda”, mentre OTOSHI significa “far cadere”.[2]

Judoka dimostra la tecnica

L'esecuzione modifica

Tori provoca Uke con un'apparente spinta in avanti. Alla reazione naturale di Uke di opporre resistenza, segue il movimento di Tori che conclude la tecnica. La direzione dello squilibrio è avanti a destra e generalmente viene eseguita nel caso in cui Uke si trovi sulla punta del piede destro, con il piede sinistro sollevato. La fase di Tsukuri (preparazione) è eseguita da Tori che esercita con il braccio sinistro un movimento verso il basso e con la mano destra che spinge in alto l'anca sinistra di Uke causando un movimento rotatorio. Fondamentale l'ausilio delle anche durante il movimento per imprimere maggiore forza e velocità alla tecnica. Durante la fase conclusiva di Kake (proiezione) viene concluso il movimento precedentemente iniziato.

Successioni, contraccolpi e varianti modifica

Solitamente i possibili attacchi successivi sono Tsuri-komi-ashi e Tai-otoshi. Subendo la tecnica, Uke può eseguire il contraccolpo con O-soto-gari o Tai-otoshi. Tale tecnica può essere utilizzata anche portando un ginocchio a terra come nel caso della prima tecnica della prima serie del Nage-no-kata.

Video modifica

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Otello Bisi, Capire il Judo, Bizzocchi, 1989.
  • Tommaso Betti - Berutto, da cintura bianca a cintura nera nelle arti marziali, Nuova Editrice Spada, 1999.
  • Daigo Toshiro, Kodokan Nage Waza , Hon-no-Tomo-Sha, 1999 (JAP).

Il libro non presenta traduzioni complete dal Giapponese. Gli articoli riguardanti le singole tecniche sono pubblicati in lingua inglese dal sito ufficiale del Kodokan.

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