Un affare di donne

film del 1988 diretto da Claude Chabrol

Un affare di donne (Une affaire de femmes) è un film del 1988 diretto da Claude Chabrol.

Un affare di donne
Isabelle Huppert in una scena del film
Titolo originaleUne affaire de femmes
Lingua originalefrancese, tedesco
Paese di produzioneFrancia
Anno1988
Durata108 min
Rapporto1,66:1
Generedrammatico
RegiaClaude Chabrol
SoggettoFrancis Szpiner
SceneggiaturaColo Tavernier O'Hagan e Claude Chabrol
ProduttoreMarin Karmitz
Casa di produzioneMK 2 Productions, Films A2, Films du Camelia, La Sept
Distribuzione in italianoPFA Films
FotografiaJean Rabier
MontaggioMonique Fardoulis
Effetti specialiJean-François Cousson
MusicheMatthieu Chabrol
ScenografiaFrançoise Benoît-Fresco
CostumiCorinne Jorry
TruccoJudith Gayo
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La pellicola è liberamente ispirata al libro Une affaire de femmes di Francis Szpiner e alla storia vera di Marie-Louise Giraud, una delle ultime donne ad essere ghigliottinate in Francia.

Trama modifica

Cherbourg, durante l'occupazione tedesca: Marie Latour, trentenne, madre di due bambini, aiuta per solidarietà una sua vicina ad abortire in quanto il marito, partito al fronte, non vuole tenere il bambino. Paul, il marito di Marie, torna intanto sconfitto dalla guerra, scontrandosi con l'indifferenza della donna, insoddisfatta della propria situazione e non più attratta dall'uomo.

Nel frattempo si diffonde la voce sui servizi che Marie è in grado di fornire, il che l'aiuta a migliorare la propria condizione economica e a cambiare casa. L'incontro con Lucie, una prostituta, costituisce un'ulteriore opportunità: la ospita nella propria abitazione intascando parte dei proventi. L'avvenenza di uno dei suoi clienti risveglia in lei anche la sopita sensualità. È un rastrellatore, che manda anche 50 persone alla fucilazione, ogni volta che c'è un attentato contro i nazisti, o contro un'autorità di Vichy. Accoglierà anche altre prostitute, tra cui Marcelle.

In tempo di guerra, le ragioni per abortire non mancano: mariti prigionieri, relazioni fugaci o colpevoli con l'occupante, prole troppo numerosa per poter essere sfamata. Marie arriva così a concedersi tutti gli sfizi prima impossibili, con l'intento di realizzare il suo sogno di diventare una cantante.

Paul accetta la situazione per amore della moglie, ma alla fine non regge alla totale umiliazione cui è costretto - Marie tenta addirittura di mandarlo tra le braccia della Tata - e la denuncia in forma anonima. Marie viene trasferita a Parigi, e pur pentendosi non sfugge alla condanna capitale, comminatale nel giugno 1942. Il 30 luglio la lama della ghigliottina cade sul collo di una delle ultime donne giustiziate in Francia.[1]

Distribuzione modifica

Il film è stato presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, dove la protagonista Isabelle Huppert ha ricevuto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile.

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ Henry Rousso, La Francia di Vichy, Bologna, Il Mulino, 2010, p. 54.

Collegamenti esterni modifica

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