Uta di Ballenstedt

nobildonna tedesca

Uta di Ballenstedt, più nota come di Naumburg (Ballenstedt, 1000Meißen, 23 ottobre 1046), è stata margravia di Meißen dal 1031 al 1046, in quanto moglie di Eccardo II, della dinastia degli Eccardingi.

Uta di Ballenstedt
La margravia Uta di Ballenstedt
(cattedrale di Naumburg)
Margravia consorte di Meißen
Stemma
Stemma
In carica1031-1046
PredecessoreRegelinda di Polonia
SuccessoreOda, figlia di Tietmaro IV
NascitaBallenstedt, 1000 circa
MorteMeißen, 23 ottobre 1046
Luogo di sepolturaCattedrale di Naumburg
Casa realeAscanidi
PadreAdalberto di Ballenstedt
MadreHidda, figlia di Odo I
ConsorteEccardo II margravio di Meißen

Deve la notorietà soprattutto alla statua, assai ammirata, con le sue sembianze che si trova nel coro della cattedrale di Naumburg.

Biografia modifica

 
Il castello di Ballenstedt, dove nacque la margravia Uta.
 
Il castello di Meißen, dove visse.
 
Uta e il marito Eccardo.

«Tra tutte le donne della storia dell'arte, quella con cui andrei a cena è Uta di Naumburg.»

Uta nacque nel castello di Ballenstedt, nell'attuale Sassonia-Anhalt. Era figlia del conte Adalberto di Ballenstedt e di Hidda, erede di Odo I, margravio (titolo corrispondente a marchese) della marca orientale sassone (965-993). Suo fratello fu Esico di Ballenstedt († 1060), capostipite degli Ascanidi, di origine polacca[2]. Forse ebbe come sorella Hacheza di Ballenstedt, badessa dell'abbazia di Gernrode.

Nel 1026, all'età non più giovanissima (per quei tempi) di 26 anni, sposò per motivi politici il quarantunenne margravio di Meißen della stirpe degli Eccardingi Eccardo II (985-1046) e si trasferì nel castello di Albrechtsburg di quella città, dove visse per vent'anni[3]. Si sa che Uta sfuggì al rogo dopo aver affrontato un processo per stregoneria, situazione assai imbarazzante per l'austero consorte[4].

La coppia non ebbe prole ed Eccardo, ultimo degli Eccardingi, alla loro morte a Meißen nel 1046 a causa di un'epidemia, dovette lasciare il margraviato a Guglielmo III di Weimar. Eccardo prima di morire fece una cospicua donazione all'abbazia di Gernrode, retta dalla probabile cognata Hacheza di Ballenstedt. Furono sepolti nella cattedrale di Naumburg accanto agli antenati di lui, ma le tombe furono in seguito rimosse.

Note modifica

  1. ^ Poggi, p. 17.
  2. ^ Imhof-Kunde, p. 15.
  3. ^ Imhof-Kunde, p. 25.
  4. ^ Imhof-Kunde, p. 40.

Bibliografia modifica

  • Michael Imhof-Holger Kunde, Uta von Naumburg, M. I. Verlag, Petersberg, 2011.
  • Stefano Poggi, La vera storia della Regina di Biancaneve, dalla Selva Turingia a Hollywood, Raffaello Cortina Editore, Azzate (VA), 2007.
  • Marina Minelli, Le regine e le principesse più malvagie della storia, Newton Compton editori, 2018.

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