Utente:Aldo antonicelli/Sandbox

Maria Adelaide
Foto ufficiale della Maria Adelaide quando serviva da nave scuola cannonieri
Descrizione generale
Tipopirofregata di I rango ad elica
Classeunità singola
Proprietà Marina del Regno di Sardegna
Regia Marina
CostruttoriCantiere della Foce, Genova
Impostazioneagosto 1857
Varo11 luglio 1859
Entrata in servizio11 marzo 1860 (Marina sarda)
17 marzo 1861 (Regia Marina)
Radiazione15 aprile 1900
Destino finaledemolita
Caratteristiche generali
Dislocamentocarico normale 3459 t
pieno carico 3543 t
Lunghezza(tra le parallele) 74,35 m
Larghezza15,05 m
Pescaggio(media)6,1
(a pieno carico) 6,5 m
Propulsione4 caldaie
una macchina alternativa a cilindri orizzontali Penn & Sons
potenza 2255 HP
1 elica
armamento velico a nave (poi a brigantino a palo)
Velocità12 nodi (22,22 km/h)
Equipaggio578 tra ufficiali, sottufficiali e marinai
Armamento
Artiglieria
32 cannoni ad anima liscia da 80 libbre (205 mm)
4 cannoni da sbarco da 8 libbre
Note
dati riferiti all’entrata in servizio
dati presi da Agenziabozzo, Marina Militare Betasom e Bollettino dell'Ufficio Storico della Marina.
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La Maria Adelaide è stata una pirofregata di I rango ad elica della Regia Marina, già della Marina del Regno di Sardegna.

Progettata dal generale ispettore del Genio Navale Francesco Mattei e costruita nei cantieri della Foce a Genova, la nave fu completata nel 1860 per conto della Marina del Regno di Sardegna[1][2]. Scafo in legno con carena rivestita in rame, con tre alberi a vele quadre,

Armamento

modifica

Gli storici che si sono occupati della Marina del Regno di Sardegna hanno sempre assegnato alla Maria Adelaide un armamento identico a quello della coppia di pirofregate che l’hanno preceduta, il Carlo Alberto e il Vittorio Emanuele, riportando acriticamente quanto scritto da Lamberto Radogna in Cronistoria delle unità da guerra delle Marine preunitarie[3] che assegnò alla Maria Adelaide "26 cannoni da 40 libbre[4]" (162,8 mm) in batteria e "16 obici da 20 libbre" (in realtà cannoni-obici da 20 cm) in coperta.[5]

In realtà l’armamento della Maria Adelaide era completamente differente sia nel calibro che nella disposizione e consisteva in 30 cannoni da 80 libbre (205 mm) collocati sul ponte di batteria incavalcati su affusti "a sfregamento" mentre in coperta si trovavano solamente altri due cannoni da 80 libbre, che erano collocati all’estrema prua e poppa su affusti “a telaio” da circolare (ossia affusti rotanti intorno ad un perno anteriore).[6]

 
Esemplare di cannone da 80 libbre della Marina del Regno di Sardegna esposto all'ingresso del Museo Tecnico Navale di La Spezia.

L’inusuale armamento fu un esperimento, fortemente voluto dal capitano di vascello Angelo Marchese, Sotto-direttore del Materiale d’Artiglieria della Marina sarda ma avversato dell’ing. Mattei, Direttore delle Costruzioni Navali, che avrebbe dovuto essere replicato anche nella successiva fregata Duca di Genova.

In generale gli ufficiali della Marina sarda non furono soddisfatti dall’armamento della Maria Adelaide e quando si trattò di definire quello del Duca di Genova fu convocata un’apposita commissione che si pronunciò a maggioranza a favore di un ritorno all’armamento classico misto costituito da cannoni di medio calibro e cannoni-obici di grosso calibro suddivisi tra i ponti di coperta e di batteria. La motivazione principale di questa decisione fu che la maggiore gittata del cannone da 80 rispetto a quello da 40 a distanze superiori ai 1.000 metri era annullata dall’imprecisione insita nelle artiglierie ad anima liscia e dall'insufficiente addestramento dei cannonieri. Inoltre prevalse l’opinione del Maffei che il più probabile tipo di combattimento che le navi sarde si sarebbero trovate ad affrontare era quello tra nave e nave che si riteneva si sarebbe svolto a distanza ravvicinata e dove la più lenta cadenza di tiro del cannone da 80 avrebbe costituito uno svantaggio.

La Maria Adelaide continuò tuttavia a mantenere l’armamento di grosso calibro collocato unicamente sotto coperta: nel 1859 otto dei suoi cannoni da 80 furono sostituiti con altrettanti pezzi dello stesso calibro sempre ad avancarica ma rigati; durante la campagna di Lissa del 1866 il suo armamento era invece costituito da 22 cannoni da 80 ad anima liscia e da 10 cannoni ad avancarica da 16 cm (calibro 165 mm)rigati e cerchiati. Il suo armamento venne modificato radicalmente quando venne trasformata in nave-scuola cannonieri.

  1. ^ Navi da guerra | RN Maria Adelaide 1859 | fregata di 1° rango ad elica | Marina Sarda | Regia Marina Italiana
  2. ^ Marina Militare
  3. ^ Lamberto Radogna Cronistoria delle unità da guerra delle Marine preunitarie, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1981.
  4. ^ Si tratta della “libbra piemontese” pari a kg. 0,37. All'epoca il calibro dei cannoni era definito in base al peso della palla piena utilizzata; facevano eccezione i cannoni-obice, che erano pezzi ottimizzati per il lancio di granate sferiche innescate da spolette a tempo, per i quali si utilizzava il diametro dell'anima.
  5. ^ Tale armamento è riportato anche nel pregevole volume Navi a Vela e Navi miste italiane di F. Bargoni, F. Gay e V.M. Gay, edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma, 2001.
  6. ^ Aldo Antonicelli Le artiglierie delle fregate a vapore della Marina sarda Maria Adelaide e Duca di Genova, Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, settembre 2011, pp 1-24 [1]. Il reale armamento della Maria Adelaide è rilevabile non solamente dall’esame dei documenti conservati nel fondo “Marina” dell’Archivio di Stato di Torino ma anche da pubblicazioni coeve anche oggi facilmente consultabili: si veda Carlo Pellion di Persano La presa di Ancona, diario politico e militare, 1860, pag 214: “...la Maria Adelaide non armando cannoni sulla tolda e non potendosi dare grand’elevazione a quelli della batteria, poiché tutta da 80...”, Luigi Borghi Sull’ordinamento della Marina Militare Italiana, Torino 1861, p.382: “...la Maria Adelaide, che ha già tutte le sue bocche da fuoco concentrate nella batteria bassa [il ponte di batteria], eccetto due...” e p. 438: “...il peso dei 32 cannoni da 20 cm [80 libbre] dei quali intendiamo armare le nostre fregate...” ( questo volume è scaricabile da Google Books).